Numero 50/2021

15 Dicembre 2021

Birraria Poschiavina: l’araba fenice artigianale della Svizzera italiana!

Birraria Poschiavina: l’araba fenice artigianale della Svizzera italiana!

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Gli appassionati di birra artigianale hanno assistito a molti progetti di recupero di antichi marchi: la birra, infatti, così come gli altri prodotti alimentari più radicati nella cultura popolare ha visto in passato la nascita e la scomparsa di molte esperienze imprenditoriali, mentre solo alcune annoverano una storia di continuità di svariati decenni. Oggi, però, abbiamo deciso di portare i nostri lettori virtualmente nella Svizzera italiana, a scoprire la rinascita della Birraria Poschiavina. L’iniziativa è opera di Davide Mutti, Nicola Frigerio e Gianluca Balzarolo, che si sono uniti in un’azienda che, come loro stessi hanno spiegato, vuole da un canto far rinascere un pezzo di storia della Valposchiavo e dall’altro offrire alla popolazione un nuovo prodotto di qualità che valorizzi e promuova ulteriormente l’intera filiera locale.

 

 

Correva l’anno 1850 quando la famiglia Hosig-Lardi decise che anche la Valposchiavo meritava la sua birra. Nasceva così la Birraria Poschiavina che in breve tempo si conquistò favori ben oltre i confini della Valle. Nel 1881 la Birraria Poschiavina passò ai fratelli Lucio, Giovanni e Pietro Zala che la trasformarono nella Birraria Fratelli Zala. A seguito della scomparsa di Lucio e Giovanni, nel 1905 Pietro fu costretto ad aprire la sua azienda ad altri investitori. La crisi economica degli anni Trenta colpì, infatti, il turismo e costrinse i mastri birrai a vendere l’attività alla Birraria Engiadinaisa di Celerina, poi rilevata dalla Calanda di Coira, oggi parte della multinazionale Heineken. Nel 1929, di fatto, il marchio cessò la sua presenza sul mercato.

Nel 2020 l’attività riprende nello stessa ValPoschiavo, riportando in auge sia la denominazione originale, sia il cristallo di ghiaccio stilizzato che decorava un tempo i tappi a molla, evocando la ghiacciaia  del Crot  dove veniva conservato il prodotto finito, ma anche le caratteristiche rinfrescanti della birra.

 

Abbiamo incontrato in birrificio i tre soci, con cui abbiamo conosciuto meglio le radici ed i progetti futuri del birrificio.

Davide, raccontaci innanzitutto come è nato questo progetto imprenditoriale e perché avete deciso di rivalutare un marchio ormai caduto nel dimenticatoio… o forse la Birraria è ancora parte della cultura locale?

Il progetto è nato dalla passione per la birra di due amici che  hanno voluto approfondire il discorso che avevano iniziato nel 1850 i mastri birrai in Valposchiavo: abbiamo voluto creare una realtà diversa, in cui qualità e genuinità dei prodotti possano dare il giusto valore alla birra che attualmente produciamo .

È stato sicuramente un piacere avere avuto il permesso della famiglia Zala di poter usare ancora la storia delle birra di un tempo e poter mandare avanti una tradizione che ormai era  scomparsa in questa valle .

In realtà, però, il prodotto nasce in vesta nuova: artigianale e a filiera locale.

Quali sono gli elementi caratteristici di queste peculiarità produttive? In particolare come si realizza il legame territoriale con la valle?

La nostra produzione è basata su due birre prodotte artigianalmente, come da tradizione e usanza. La “NaBira” è una Golden Ale particolarmente beverina apprezzata molto localmente, che si fregia del marchio “Fait sü in Valposchiavo”®, ovvero secondo il disciplinare deve sottostare ad almeno un processo di lavorazione principale in Valposchiavo e almeno il 75% del valore aggiunto deve essere generato in Loco.

La secondo birra è “LaBira”, che risulta da una mia visione di Rye Ipa molto luppolata, a filiera corta, 100% ValPoschaivo® (il relativo disciplinare prevede che un prodotto/piatto/menù può fregiarsi di questo marchio esclusivamente se il prodotto stesso oppure tutti i suoi componenti provengono interamente dalla Valposchiavo). Il principale ingrediente di questa birra è la Segale, oltre all’acqua perfetta della valle, che riescono creare un prodotto genuino e di qualità inimitalibile.

 

 

Davide , quali sono le peculiarità del vostro impianto produttivo?

Il nostro impianto è un classico tre tini  dalla capacita do 300 lt, che sono stati abbinati a fermentatori  isobarici di ultima generazione ed a una imbottigliatrice a 10 becchi che riesce a imbottigliare 600 bottiglie in un ora. Questo ci permette di produrre in modo ottimale circa 20000 lt in un anno. La nostra produzione è prettamente orientata al territorio proprio per caratterizzare il nostro prodotto come bene di qualità  della Valposchiavo.

Nicola, quali le vostre referenze più rappresentative? E quali valori vogliono trasmettere al consumatore?

Sicuramente la nostra principale referenza é “LABira”, prodotto 100% in Valposchiavo. Si tratta della prima birra che si fregia di questo prestigioso marchio, a testimonianza di una nostro percorso particolarmente attento alla provenienza dei prodotti, per quanto piu’ possibile locali. Per le festivita’ Natalizie, come da tradizione, si aggiunge la nostra nuova birra di Natale, che si contraddistingue particolarmente per contenuto alcolico ridotto, 3.9% TAV e da una particolare nota legnosa di rovere , che riesce a dare molto carattere alla bevuta .

Gianluca, concludiamo con una visione sul panorama della birra artigianale in Svizzera: come sta evolvendo il mercato e quale futuro prevedete?

L’evoluzione del panorama birre artigianali in Svizzera è sicuramente molto positiva ed in crescita. Come anche in altri settori il cliente apprezza la qualità, l’esclusività e l’originalità del prodotto ed è disposto a spendere qualcosina in più. Le nostre birre rispecchiano questi requisiti e dunque siamo sicuri di essere sulla strada giusta. Inoltre, la nostra intenzione è quella di poter offrire un prodotto con una storia dietro, in simbiosi con il territorio e le usanze locali. Non puntando ad una produzione di massa, saremo dunque in grado di garantire anche a lungo termine un prodotto di qualità e all’altezza anche dei palati più esigenti.

 

Maggiori informazioni sulla  Birraria Poschiavina alla Facebook: www.facebook.com/BirrariaPoschiavina

 

Le foto sono opera di Mario Crameri. 

 

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Massimo Prandi
Info autore

Massimo Prandi

Un Albese cresciuto tra i tini di fermentazione di vino, birra e… non solo! Sono enologo e tecnologo alimentare, più per vocazione che per professione. Amo lavorare nelle cantine e nei birrifici, sperimentare nuove possibilità, insegnare (ad oggi sono docente al corso biennale “Mastro birraio” di Torino e docente di area tecnica presso l’IIS Umberto Primo – la celeberrima Scuola Enologica di Alba) e comunicare con passione e rigore scientifico tutto ciò che riguarda il mio lavoro. Grazie ad un po’ di gavetta e qualche delusione nella divulgazione sul web, ma soprattutto alla comune passione e dedizione di tanti amici che amano la birra, ho gettato le basi per far nascere e crescere questo portale. Non posso descrivere quante soddisfazioni mi dona! Ma non solo, sono impegnato nell’avvio di un birrificio agricolo con produzione delle materie prime (cereali e luppoli) e trasformazione completamente a filiera aziendale (maltazione compresa): presto ne sentirete parlare!