9 Aprile 2013
Le leggende di Orval
In copertina: l’attuale complesso monastico dell’Abbazia di Notre-Dame d’Orval.
L’abbazia di Notre-Dame d’Orval è situata a Villers Devant Orval, piccolo villaggio nelle vicinanze di Florenville nella provincia del Lussemburgo belga nel sud della Vallonia. E’ posta vicino al confine francese immersa in una splendida valle boscosa delle Ardenne nei pressi dell’antica strada romana che da Trier, in Germania, portava a Reims in Francia.
Sebbene il monastero sia stato fondato nel 1132 la sua storia, o per meglio dire leggenda, inizia molto prima. Si narra che intorno al 1070 alcuni monaci benedettini provenienti dalla Calabria fuggirono dalla nostra penisola stanchi delle guerre che l’affliggevano. Giunsero così a Trier dove l’Arcivescovo del tempo li mandò verso le Ardenne. Il Conte Arnoldo II di Chiny li accolse nelle sue terre e gli concesse alcuni territori dove oggi sorge l’Abbazia in modo da fondare la prima comunità benedettina del Belgio.
I monaci, grazie ai proventi di alcune miniere di sale, iniziarono la costruzione di una chiesa e di un convento. La leggenda vuole che il Conte Arnoldo, per alleviare le sofferenze di Matilde di Canossa che aveva da poco perso il marito e il figlioletto di soli 8 anni caduto nelle gelide acque del fiume Semois, la portò a vedere i lavori che alcuni monaci, suoi compatrioti, stavano portando avanti. Si dice che Matilde immergendo le mani in una fonte d’acqua del monastero perse la fede nuziale. Visto che attribuiva a questo anello una grande importanza sentimentale implorò la Vergine Maria di compiere il miracolo di ritrovare questo anello. Poco dopo emerse dalle acque una trota con in bocca l’anello perso da Matilde. Sbalordita dal miracolo Matilde disse “Questo luogo è veramente la Valle dell’Oro!” in francese “val d’Or” che con il tempo divenne appunto Orval. Si noti che il simbolo dell’abbazia, presente su tutte le bottiglie di birra, ancora oggi è una trota con un anello in bocca che emerge dalle acque.
La facciata monumentale dell’Abbazia.
Attorno al 1108 i monaci sparirono da Orval, si dice che si trasferirono in Terra Santa per occupare il monastero di Santa Maria di Sion chiamati dal fondatore dei Cavalieri di Nostra Signora di Sion. Si ritiene che in seguito il monastero di Orval fosse uno dei luoghi dove fu custodito il Santo Graal.
Ottone, figlio del Conte Arnoldo, rimpiazzò i monaci con dei religiosi venuti da Trier che completarono le opere incompiute. La chiesa venne consacrata nel 1124. Pochi anni dopo, in seguito ad alcune difficoltà economiche i religiosi chiesero l’affiliazione all’ordine dei Cistercensi. Nel 1132, grazie anche ai buoni uffici del Vescovo di Verdun, la richiesta venne accettata. Il 9 Marzo 1132 sette monaci arrivarono ad Orval dall’abbazia cistercense di Trois-Fontainas in Francia. Prima del 1200 completarono la nuova chiesa e costruirono una fattoria.
Un monaco in preghiera.
Nel 1529 l’Imperatore Carlo V concesse all’Abbazia di istituire una fonderia all’interno dei proprio terreni. In quel tempo, la fonderia divenne una delle più importanti ed efficienti di tutta Europa. Il XVII sec. fu un periodo prospero per l’abbazia grazie all’oculata gestione dell’Abate Bernard de Montgaillard. Solo dopo il 1637, quando l’Abbazia venne distrutta e saccheggiata, l’Abate Charles de Bentzeradt decise di istituire ad Orval la Stretta Osservanza trasformando il monastero in Trappista.
Il 23 Giugno 1793 il monastero fu saccheggiato e raso al suolo e i monaci furono costretti a scappare in Lussemburgo. Il 7 Novembre 1795 la comunità fu soppressa e l’anno seguente il monastero fu venduto e fu utilizzato come cava di pietra.
Nel 1887 le rovine furono acquistate dalla famiglia de Harenne che le donò nel 1926 all’Ordine Cistercense in modo da ristabilire la vita monastica. Su progetto dell’architetto Henri Vaes fu costruito in tutta fretta un nuovo monastero. Nel 1936 Orval fu dichiarata Abbazia autonoma e l’otto settembre 1948 fu consacrata la nuova chiesa.
Le rovine dell’antica Abbazia.
Vi ricordo che è possibile fare una visita guidata, a pagamento, delle rovine della vecchia Abbazia dove potrete ammirare l’antica farmacia con il giardino di piante medicali, il museo situato nella vecchia cripta e la famosa fontana Matilde. Da un punto del giro turistico potrete ammirare anche uno scorcio della nuova costruzione che non è visitabile perché secondo la Regola si disturberebbe il lavoro e la preghiera dei monaci.