Numero 44/2021

3 Novembre 2021

Conoscere birrifici: LOOP – Officina della birra

Conoscere birrifici: LOOP – Officina della birra

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Produciamo birra per chi ama bere birra!”. Questo campeggia sul loro sito appena si cerca la storia del birrificio.

L’obiettivo della beer-firm è molto chiaro. Il progetto nasce nel 2018, il 05 dicembre 2018 ad essere più precisi.

In realtà, Christian ha iniziato molto prima a cimentarsi con le birre, ma la domanda è: chi è Christian di LOOP?

La risposta è semplice: lui è il birraio, ma anche publican, oltre che proprietario e l’ideatore di questo progetto che getta le radici nel lontano 2010. Nasce homebrewer, crea il sito/blog “Il Birrafondaio”, sito ancora aperto.

Approfitto della serata al bancone per farmi raccontare come è andata ed assaggiare la nuova nata: Green Pass.

 

Come hai iniziato Christian?

Ho cominciato nel 2010 a casa, sono partito con la produzione casalinga, homebrewer per passione, ma anche per produrre le birre che poi avrei bevuto, considerato che nel 2010 era quasi tutto agli albori nel mondo artigianale. Non volevo bere le industriali, il desiderio era avere sempre birre buone da bere in casa con gli amici. Ho seguito il percorso quasi classico con Kit, Intermedio ed All Grain, ma ho saltato l’Intermedio poiché avevo appena seguito dei corsi sia a Firenze che a Lucca. Entrambi i corsi erano antesignani per l’epoca. Firenze: il corso era organizzato da Bertinotti-Faraggi. Lucca: il corso era organizzato da Birramia. Inoltre, frequentavo molto i forum del settore ed avevo un gruppo stabile di appassionati con cui mi confrontavo.

 

 

Che stili hai cominciato a produrre?

Ho seguito ciò su cui mi avevano indirizzato anche i corsi, prima le birre semplici, ma poi ho proseguito seguendo il mio interesse/passione per i luppoli, mi hanno colpito molto, soprattutto, aderivano ai miei gusti personali. Inoltre, ho virato sulle birre tedesche per le quali nutro una passione smodata. Ho dovuto maneggiare anche tante e diverse attrezzature per l’impianto di produzione e mi divertivo anche a modificarle. Una volta ho modificato una centralina per un frigo di un impianto per raggiungere un obiettivo che mi ero prefissato.

Sperimento molto con le attrezzature. Mi trovo spesso a modificarle per ottenere dei risultati che altrimenti non potrei avere, alcune sono autocostruite! Ho anche addolcito l’acqua per la produzione delle birre in stile tedesco. Anche sugli ingredienti sono molto appassionato, mi piace selezionarli accuratamente per la ricetta che sto sviluppando. Comunque, non mi sono fermato a questi stili, negli anni ho cercato di sperimentarne sempre di nuovi.

 

Hai seguito altri corsi vista la tua passione verso tutto il mondo delle birre?

Non mi sono fermato a quelli sulla produzione, ho partecipato anche a corsi di degustazione delle birre. Un corso era con ADB (Associazione Degustatori Birre), di circa 4 mesi, spaziava molto su tutti gli argomenti come gli ingredienti, la spillatura delle birre etc. L’esame anche era a 360° con una degustazione finale alla cieca. Qui, ho incontrato Ferdinando (Ferdinando di Stimalti ndr) con cui ho seguito il corso, avevamo idee molto comuni.

 

Stimalti nasce nel 2014…

Esatto, il progetto lo iniziamo insieme nel 2014, ma a Casale di Carinola, non l’attuale sede (Francolise ndr).

Il progetto è molto solido, avevamo le idee chiare, abbiamo organizzato anche le ricette originali insieme, abbiamo lavorato molto e per molto tempo sulla produzione e sul birrificio. Le birre le abbiamo portate molto in giro alle varie fiere, palcoscenico ideale per pubblicizzare le birre, soprattutto nel territorio romano. Roma è stata molto utile per la rete dei contatti ed anche il sito “Il Birrafondaio” ci ha aiutato a farci contattare dai distributori. Quindi, grazie a ciò, abbiamo iniziato con la distribuzione su Roma, partecipando addirittura all’EurHop 2015!

(EurHop è il salone internazionale della birra artigianale che si tiene a Roma, organizzato da Manuele Colonna del “Ma che siete venuti a fà” di Roma ndr)

…dopo Stimalti nasce il progetto LOOP?

Corretto, ho sempre avuto il pallino del pub, soprattutto come naturale conseguenza del birrificio, ho sempre desiderato completare il passaggio: volevo spillare ciò che producevo con il birrificio. Anche qui, ho utilizzato ricette che ho sviluppato negli anni, ma la produzione si svolge da AEFFE, non c’è un impianto LOOP, per ora. Passione per le birre e per il cibo, soprattutto lo street food, sono le motivazioni principali che hanno dato via al progetto LOOP – Officina della birra. Il menù del pub prevede, infatti, anche consigli per l’abbinamento delle birre con i vari piatti disponibili. Questo passo è dovuto anche all’esperienza maturata in passato nella produzione in birrificio, ora, bisognava fare esperienza di vendita diretta, consigliare gli avventori, importante è stata anche l’avventura delle tante fiere a cui ho partecipato.  Il progetto è gestito in collaborazione con mia moglie Elisabetta, lei si occupa di tanti aspetti, a partire dagli arredi fino alla grafica, senza trascurare gli aspetti social del locale, è lei la mente creativa. La comunicazione è curata sempre da lei, anche il giallo dominante è opera sua. Instancabile!

 

 

Quali sono le birre di LOOP?

Oro Colato – Pilsner – 4,9%

Il nome è un chiaro riferimento calcistico, in omaggio al capitano Hamsik.

Curniciello – Quadrupel – 8,7%

I nomi hanno tutti un chiaro riferimento alla città di Napoli, alla cultura, allo sport, agli aspetti quotidiani.

Questa, ad esempio, richiama il corno rosso portafortuna, per la serie non è vero, ma ci credo.

Yellow Face – Belgian Tripel – 8,5%

In onore del santo patrono: san Gennaro. “Faccia gialla” è il soprannome con cui era anche conosciuto.

Posillipa – American IPA – 5,5% – One shot

Un omaggio al film di Arbore e De Crescenzo del 1983, film ricco di personaggi, sceneggiatura complessa.

Complessa anche la Posillipa, uso smodato di luppoli sia a freddo che in DH per creare un bouquet unico.

Green Pass – Session IPA – 4,7% – Collaborazione

Questa è prodotta con il birrificio La Fucina di Pescolanciano (IS). Riferimento chiaro alla situazione attuale.

Mappatella Beach – American Wheat – 5% – Collaborazione

Birra di frumento in collaborazione (la prima) con gli amici del Birrificio Flegreo. Mappatella Beach, perché?

Il nome richiama una piccola e famosissima spiaggia cittadina che si trova di fronte la Riviera di Chiaia.

Questa produzione voglio assolutamente rifarla, è stata interrotta solo a causa dell’epidemia mondiale.

 

…e le prossime produzioni?

Collaborazioni! L’idea è quella di continuare con i progetti in collaborazione, mi piacciono come esperienza. Prossima collaborazione sarà con La Fucina, c’è in cantiere la produzione di un’altra birra, ma in stile tedesco. Altre collaborazioni sono in fase di studio, sempre sullo stile delle tedesche, ma ci sono alcune più avanzate. Saranno prodotte una birra luppolata con un birrificio romano ed una birra al miele con un birrificio perugino. L’obiettivo è avere una linea base fissa ed avere collaborazioni itineranti stagionali. Tutte le produzioni sono pensate anche per gli abbinamenti con il cibo, sia linea fissa che collaborazioni che avremo in futuro. Abbiamo sempre cura di indirizzare il bevitore a scegliere un buon abbinamento con il piatto che ha davanti.

 

Passione ed esperienza dove ti porteranno?

A studiare sempre, ad essere sempre informato sulle nuove tecniche, sulla produzione, sulle attrezzature, ad elaborare abbinamenti fra le birre ed il cibo, ma anche a sperimentare qualcosa di insolito: cocktails con le birre.

Ovvero, una reinterpretazione dei cocktails con l’utilizzo delle birre.

Da beer-firm a birrificio?

Forse! Al momento, nel lungo periodo, vorrei esportare la formula di LOOP, il pub dove si vendono le birre prodotte dal birrificio e dove c’è molta attenzione per il cibo e per gli abbinamenti con le birre a disposizione.

Ovviamente, abbiamo anche tante altre referenze artigianali oltre le nostre (oltre 100 referenze ndr).

Bisogna essere sempre aggiornati, pronti a sperimentare e non adagiarsi se la formula funziona bene.

Il brewpub lo avevo proposto anche diversi anni fa, ma la mia idea, purtroppo, non fu seguita dal mio interlocutore. Altra idea di cui vado fiero è la “cannular”, la lattinatrice, siamo stati i primi a portarla a Napoli. Questo ci consente di mettere in lattina tutto ciò che è disponibile alla spina e prepararla per l’asporto. Come intendevo prima, non mi piace l’idea di pub/birrificio statico, ma preferisco essere sempre pronto a cambiare.

 

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Antonio Buonfino
Info autore

Antonio Buonfino

Ingegnere aeronautico per lavoro e per passione da oltre dieci anni, appassionato anche di birra artigianale da molti più anni.
Spesso in giro per lavoro e questo mi fornisce l’occasione di visitare birrifici, locali di mescita e scoprire nuove realtà.
La passione per la birra artigianale nasce tanto tempo fa con le bevute al pub fra amici, la curiosità mi ha spinto a conoscere sempre di più ed a provare quasi mai le stesse birre! Negli anni, si sono moltiplicati i corsi: non si finisce mai di studiare ed imparare in questo favoloso settore. Fermamente convinto che il bevitore consapevole sia la migliore pubblicità per il prodotto artigianale: le birre! Divulgare la cultura brassicola è una missione.