Numero 19/2021

13 Maggio 2021

Elena Portioli: birra e turismo di prossimità

Elena Portioli: birra e turismo di prossimità

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Fermiamoci, prendiamo una pausa e guardiamoci attorno: cosa vediamo? Un paese meraviglioso, pieno di tesori da scoprire! Il turismo di prossimità non è solo una necessità per colmare le mancanze dovute al lockdown, ma un mondo su cui dovremmo soffermaci di più, creando delle realtà che possano durare negli anni, per poter promuovere al meglio i nostri territori e le produzioni locali.

Oggi vi presento una persona che ci farà vedere con altri occhi le cose attorno a noi: Elena Portioli. Da sempre appassionata di birra e viaggi mette insieme le due cose e dà vita al progetto “Spazio libero-Viaggi di birra” dove “ricama” degli itinerari di viaggio su misura. Elena crea delle vere e proprie sinergie tra i birrifici del territorio e le attrazioni locali, i suoi itinerari mettono al centro di tutto il viaggiatore e hanno come scopo di regalare emozioni, ispirazioni ed esperienze.

Cerchiamo di scoprire il nostro paese, andiamo a bussare alle porte degli artigiani, vediamo con i nostri occhi come producono la birra, facciamo delle chiacchere con loro e scopriamo il territorio con le sue meraviglie.

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.Elena, raccontaci la tua storia: come è nata la passione per la birra nella tua vita? 

Pensandoci bene, la passione per la birra è nata in me tanti anni fa quando io e il mio fidanzato (che ora è mio marito) da ragazzini poco più che ventenni al sabato sera frequentavamo i pub della nostra zona. Non c’era ancora il fermento di oggi, non c’erano le birre artigianali alla spina ma alcuni avevano delle buone selezioni di bottiglie soprattutto di birra belga che ho adorato da subito e adoro ancora oggi. Poi essendo dei viaggiatori, la birra è stata presente in diverse occasioni. Siamo stati in Irlanda diverse volte e i loro pub ci sono rimasti nel cuore per la loro accoglienza. Siamo stati a Bruxelles e la visita al Cantillon, birrificio storico produttore di Lambic, è stata una vera e propria scoperta per noi che non conoscevamo questo stile di birra. Siamo stati negli USA e in Canada dove i birrifici artigianali sono grossi come quelli industriali qui in Italia. Siamo stati anche a Tokyo ormai 9 anni fa e abbiamo visitato il birrificio industriale Yebisu, nel quartiere di Ebisu. Il tour era solo in lingua giapponese ma eravamo curiosi di assaggiare la loro birra e ci siamo iscritti lo stesso. Capivamo solo le parole “biru” birra e Yebisu, alla fine del tour ci siamo seduti al tavolo con i giapponesi a bere birra accompagnata dagli edamame salati (fagioli di soia). È stata un’esperienza che ricordo con piacere perché mi ha fatto comprendere il potere conviviale che ha su di noi la birra da millenni ormai.

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Dal tuo blog “Spazio libero-Viaggi di Birra”, leggo che nel periodo di lockdown hai maturato un’idea e hai cominciato a mettere in atto un bellissimo progetto: vuoi raccontarci di più? 

Certo. L’anno scorso a ridosso del primo lockdown ho frequentato il corso di “Inspirational Travel Designer” organizzato da Inspirational Travel Company, Destinazione Umana e Travel Counseling. Il corso si rivolge sia ad appassionati di viaggio (come me) sia a professionisti del settore turismo e ha lo scopo di creare questa figura chiamata Inspirational Travel Designer. Cosa fa questa figura? Cerca di conoscere al meglio le esigenze del cliente mettendolo al centro per creare un itinerario di viaggio su misura. Il focus si sposta dalla meta di viaggio alla persona che viaggia e grazie a nozioni di psicologia si cerca di organizzare un viaggio che dia il massimo in termini di emozioni, ispirazioni, esperienze. Questo corso mi ha dato una grossa spinta emotiva e grazie al lockdown, che mi ha regalato del tempo prezioso non potendo andare al lavoro, mi sono messa a studiare per costruire il mio progetto. Non ci ho dovuto pensare molto in realtà per arrivare al “turismo+birra”, ho praticamente fatto 1+1. Ho dato un’occhiata alla mia libreria, ho preso in mano la Guida alle Birre d’Italia Slowfood 2019 e ho iniziato a sfogliare. Non si poteva uscire dalla propria regione, allora mi sono detta: “Vivo nella nazione più bella del mondo, in ogni regione ci sono meraviglie da vedere e scoprire e ci sono birrifici artigianali ovunque, qual è il problema?”. Ecco come è nato il mio blog “Spazio Libero – Viaggi di Birra”. L’obiettivo è creare sinergia tra i birrifici e le attrazioni turistiche che hanno attorno, un turismo birraio incentrato sul territorio che permetta al visitatore di conoscere il contesto in cui quel birrificio lavora. Perché la birra non è solo una bevanda alcolica ma è lavoro, artigianato, agricoltura, passione, studio, eccellenza. L’anno scorso si è parlato molto di turismo di prossimità per necessità, la mia speranza è che non passi di moda. Quando si potrà, torniamo a goderci il nostro patrimonio, dal palazzo rinascimentale del paese in cui viviamo, al birrificio agricolo a pochi km da casa che coltiva l’orzo e il luppolo usati per fare la birra, diamo una possibilità al territorio in cui viviamo. Questa pandemia ci ha rovinato sotto tanti aspetti ma ci ha dato degli insegnamenti che non dobbiamo scordare.

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Quale è il tuo legame con l’Associazione “Le Donne della Birra” e quale ruolo ha l’Associazione nella realizzazione del tuo progetto?

Prima di diventare socia dell’Associazione a febbraio di quest’anno, la seguivo da diverso tempo. Le loro iniziative erano sempre interessanti e curate nei minimi dettagli e per questo ho deciso di farne parte. Ho trovato in questa Associazione un gruppo di donne che fanno rete nel vero senso della parola. Ognuna di noi mette a disposizione le proprie competenze, dalle appassionate alle professioniste, e unendo le forze si creano dei bellissimi progetti. Il progetto di turismo birraio è piaciuto molto all’Associazione, che mi ha fatto Ambasciatrice per la mia regione, l’Emilia Romagna, e mi sta aiutando a portarlo avanti. Purtroppo non posso darvi ancora tutti i dettagli perché ci stiamo lavorando proprio in questo periodo ma seguiteci e prossimamente vi sveleremo tutto!

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Alle persone come te, appassionate di viaggi e birra artigianale, quali consigli daresti per poter arricchire e nutrire le loro passioni? 

La mia risposta è sicuramente scontata. Amo leggere quindi se si vuole approfondire qualsiasi argomento non c’è niente di meglio dei libri. Oppure grazie alla tecnologia ora si possono seguire un sacco di webinar fatti da professionisti di qualsiasi settore che, se sono anche dei bravi comunicatori, possono insegnarti tanto. Per esempio io ho seguito un corso di degustazione birra online lo scorso autunno ed è stato veramente utile per me. Seguire gli esperti del settore sui loro social è un altro consiglio perché pubblicano sempre dei contenuti interessanti, condividono la loro esperienza e ti fanno capire meglio il loro mondo. E quando si potrà tornare a viaggiare, vicino o lontano, è l’esperienza che arricchisce di più. Andare a visitare un birrificio, parlare con il birraio che ti racconta come produce la birra che stai bevendo è l’esperienza più bella per chi ama la birra. Per chi è appassionato i modi per nutrire le proprie passioni si trovano sempre.

 

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Infine, quale dei posti che hai visitato ti è rimasto di più nel cuore e perché? 

Sono tanti ma quello che mi è venuto in mente per primo è Thunder Bay in Canada. Nel 2018 abbiamo fatto un viaggio con un’altra coppia di amici, siamo partiti da Toronto in auto e ci siamo diretti verso i grandi laghi per arrivare a Thunder Bay per poi ritornare indietro. La scena birraia che abbiamo trovato in Canada non ha niente da invidiare ad altri paesi, abbiamo trovato birrifici artigianali, pub e birra veramente ottimi. E a Thunder Bay abbiamo visitato il birrificio Sleeping Giant Brewery che prende il nome dalla penisola che vista da Thunder Bay sembra un gigante coricato. Il birrificio ha una tap room fantastica e qui ho bevuto una delle birre della mia top 5, la 360 ale. Tornando in Italia, tra i miei posti preferiti c’è il Darsenale di Ravenna, questo brewpub fa parte di un progetto di riqualificazione del quartiere Darsena, alla periferia di Ravenna, che si affaccia sul canale Candiano che dalla città porta al mare. Quindi oltre ad essere un bel posto dove mangiare e bere della buona birra (Bizantina, non poteva avere altro nome) è un bellissimo esempio di come un brewpub può valorizzare il proprio territorio.

 

Maggior info: www.elenaportioli.com

 

 

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Lina Zadorojneac
Info autore

Lina Zadorojneac

Nata in Moldavia, mi sono trasferita definitivamente in Italia per amore nel 2008. Nel 2010 e 2012 sono arrivati i miei due figli, le gioie della mia vita: in questi anni ho progressivamente scoperto questo paese, di cui mi sono perdutamente infatuata. Da subito il cibo italiano mi ha conquistato con le sue svariate sfaccettature, ho scoperto e continuo a scoprire ricette e sapori prima totalmente sconosciuti. Questo mi ha portato a cambiare anche il modo di pensare: il cibo non è solo una necessità, ma un piacere da condividere con la mia famiglia e gli amici. Laureata in giurisprudenza, diritto internazionale e amministrazione pubblica, un master in scienze politiche, oggi mi sono di nuovo messa in gioco e sono al secondo e ultimo anno del corso ITS Gastronomo a Torino, corso ricco di materie interessanti e con numerosi incontri con aziende produttrici del territorio e professionisti del settore. Il corso ha come obiettivo la formazione di una nuova figura sul mercato di oggi: il tecnico superiore per il controllo, la valorizzazione e il marketing delle produzioni agrarie e agro-alimentari. Così ho iniziato a scrivere per il Giornale della Birra, occasione stimolante per far crescere la mia professionalità.