Numero 21/2020

18 Maggio 2020

Irene Delleani, birrificio Gravità Zero

Irene Delleani, birrificio Gravità Zero

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Irene Delleani un’altra giovane donna della scena birraria italiana, ci porta a conoscere la realtà del birrificio artigianale Gravità Zero a Giaveno, Piemonte.

Irene assieme ai suoi fratelli Luca e Stefano porta avanti un progetto giovane e ambizioso che prima di tutto vuole consolidare i rapporti della comunità locale e creare delle nuove sinergie.

Il compito della nostra protagonista è di curare la parte commerciale del birrificio e sviluppare una rete nella logica TreeBale, scopriamo insieme come.

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Irene, raccontaci la tua storia: qual è la tua professione e come sei arrivata ad occuparti di birra nel tuo percorso professionale?

Credo si possa parlare di una contingenza, casualità. Nel 2017 mio fratello Luca, il birraio, ha deciso di dare una svolta alla sua vita nel tentativo di offrire al mondo la propria visione della realtà e si è lanciato a capofitto nella realizzazione del suo sogno: l’apertura di un birrificio artigianale dando inizio al progetto “Gravità Zero”. Nello stesso periodo mi sono diplomata e non avendo ben chiara la mia vocazione ho deciso, armata di coraggio, di lasciarmi andare alle sensazioni e di farmi guidare dall’istinto verso questa multiforme, frizzante dimensione: la birra artigianale. Un mondo, confesso, a me prima estraneo diventato sempre più familiare e stimolante. Ad oggi curo l’aspetto commerciale del Birrificio cercando di rispettare fedelmente i valori e criteri che da sempre ci contraddistinguono nella ricerca e nello sviluppo di nuovi e già assodati clienti.

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Raccontaci il progetto “Gravità Zero”: com’è nata l’idea? Quali sono le peculiarità? Chi sono le persone che lavorano con te a questo progetto?

Il Progetto Gravità Zero nasce con l’obiettivo di soddisfare un bisogno innegabile dell’uomo, il bisogno di socialità e di condivisione dei momenti della vita. Il nome stesso vuole essere un connubio tra la qualità innegabile del prodotto (raggiungere la gravità zero nel mosto in fermentazione è indice di una splendida birrificazione) e la necessità di alleggerire i pensieri, lasciandosi la quotidianità alle spalle, per tuffarsi in una realtà folle, creativa, giocosa dove l’unica legge riconosciuta è l’assenza proprio di quella forza che tende a trascinarti giù, la gravità. La missione più importante del birrificio è trasmettere questa leggiadra percezione della realtà. Cerchiamo inoltre di dare un contributo all’ambiente: le nostre bottiglie sono ricoperte da uno sleeve (capsula termoretraibile in PET) facilmente rimuovibile per poter riciclare comodamente sia l’etichetta, sia la bottiglia al fine di adottare il vuoto a rendere in un futuro prossimo. Inoltre lo sleeve ha la capacità di proteggere le qualità organolettiche della birra dagli agenti esterni.

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La grafica delle etichette è stata realizzata in collaborazione con “Elettrolisa Art Box” di Marco Sciarpa, pittore torinese e nostro amico da sempre in questa avventura; ad ogni birra corrisponde un colore diverso, come se fossero state immerse nella tavoletta dei colori di un artista. Lo sfondo bianco, come la tela da pittore, ci rende originali e facilmente riconoscibili ed al centro spicca il nostro logo: l’albero della vita. Perché come l’albero della vita ha radici solide, noi vogliamo consolidare i rapporti con le realtà del territorio, creando una tribù, TreeBALE.

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Si tratta di una comunità “online”, nella realtà attuale è fondamentale essere connessi in rete e per questo motivo abbiamo creato un portale visitabile sul nostro sito web dove sponsorizziamo e pubblicizziamo l’attività dei nostri clienti, ma il nostro obiettivo è anche quello di creare una comunità “offline” dove si interrompono i rapporti con la tecnologia e ci si incontra di persona durante eventi, festival, fiere e degustazioni in Birrificio.

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Siamo una realtà a conduzione familiare, e attualmente a fare parte del team c’è mio fratello Luca, il birraio e ideatore del progetto, che gestisce la produzione, Io mi occupo della vendita e mio fratello Stefano, laureato in neuroscienze, segue la comunicazione in tutte le sue forme. A partire da quest’anno abbiamo anche stabilito un rapporto di collaborazione con la Piazza dei Mestieri di Torino dando la nostra disponibilità per effettuare tirocini curriculari per gli studenti del corso di ITS Piemonte Mastro birraio. Abbiamo trovato dei validi collaboratori, ma al momento per ovvi motivi è tutto sospeso.

 

Che tipo di birre producete? Quali sono gli stili?

Attualmente abbiamo una produzione di sei birre che costituiscono la nostra linea base. I nomi riprendono gli stili di riferimento e sono: Pilsner, American Pale Ale, Dubbel, Weizen, Blanche, Indian Pale Ale. Stiamo sviluppando una linea stagionale che consta della Fior di Stout (birra primaverile scura) e della Honey Moon (birra Saison al miele di ciliegio natalizia).

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Inoltre tra i servizi che offriamo ai clienti diamo la possibilità di seguire una produzione conto terzi come per La Casa della Birra CivicoQuattro2 della Loggia di Luciano Galea per cui produciamo la Toto (Golden Ale), la Zeppelin (Brown Ale) e la Nevermind (American Wheat) e il Sir Francis Drake Pub, lo storico locale in via Monginevro 82/b di Torino per il quale produciamo in esclusiva la Drake 9.5 (Belgian Strong Golden Ale) e la Lady Drake (Belgian Pale Ale).

 

Qual è la tua birra preferita e perché?

Ritengo che la birra rifletta, come la musica o un’opera d’arte, il tuo stato d’animo. Per questo motivo ho una birra pronta per ogni occasione e non è mai semplice scegliere uno stile preferito. Siccome la situazione surreale che stiamo vivendo ci costringe a stare a casa e a dedicarci alla riflessione al momento prediligo la Dubbel che con le sue dolci note alcoliche diventa la compagna ideale per la meditazione ed è anche una splendida compagna che aiuta a sperimentare nuove ricette in cucina destreggiandosi tra piatti salati e dolci.

 

Sei una delle socie dell’Associazione le Donne della Birra: vuoi raccontarci di quest’esperienza? Quali sono i tuoi piani per il futuro?

Ho conosciuto l’associazione grazie all’intraprendenza di una delle socie che mi ha introdotto in questa meravigliosa realtà. Sono rimasta stupita scoprendo quante donne appassionate e professioniste gravitino attorno al nostro settore. Come la storia ha già dimostrato noi donne possiamo arrivare ovunque: solleviamo anche i pesantissimi sacchi di malto durante la cotta e quando riusciamo a cooperare assieme siamo ancora più forti! Lo dimostrano le collaborazioni che sono nate durante il pomeriggio di degustazione all’Oktoberfest di Torino, le visite guidate in Birrificio, e la serie di dirette Facebook “It’s Beer Tonight” tutte volte alla promozione della figura femminile nel mondo della birra.

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Le mie ambizioni per il futuro sono quelle di continuare a crescere personalmente e professionalmente nel settore della vendita e continuare a sviluppare contatti e collaborazioni interessanti nella logica di TreeBale. Il mondo della vendita è una palestra di vita, una sfida vera e propria, ma una volta che ti fai le ossa possono arrivare grandi soddisfazioni. È importante non rimanere fermi e darsi da fare per stimolare e soddisfare la propria curiosità e rimanere sempre in movimento.

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Come gestite attualmente l’attività nella situazione di emergenza sanitaria?

L’emergenza sanitaria ci ha colto alla sprovvista. Non ci aspettavamo fosse così grave e duratura. L’80 % della nostra distribuzione verte sui ristoranti, pub, bar, locali serali, eventi e fiere. In seguito al lockdown abbiamo dovuto concentrare i nostri sforzi su nuove strategie di marketing, potenziando il canale della comunicazione e aprendo un e-commerce.

Abbiamo aderito anche a diversi portali online, tra cui, ad esempio spesarossa.it nati per aiutare le piccole attività imprenditoriali come la nostra a sviluppare una rete di consegne a domicilio. Erano tutte idee che da tempo avevamo intenzione di sviluppare e adesso si sono create le condizioni ideali per farlo. Stiamo resistendo alla tempesta e sicuramente ne usciremo più forti di prima. L’ottimismo è la miglior arma che ci difende in momenti come questi.

 

Per maggior informazioni: www.birragravitazero.com profilo Facebook e Instagram

 

 

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Lina Zadorojneac
Info autore

Lina Zadorojneac

Nata in Moldavia, mi sono trasferita definitivamente in Italia per amore nel 2008. Nel 2010 e 2012 sono arrivati i miei due figli, le gioie della mia vita: in questi anni ho progressivamente scoperto questo paese, di cui mi sono perdutamente infatuata. Da subito il cibo italiano mi ha conquistato con le sue svariate sfaccettature, ho scoperto e continuo a scoprire ricette e sapori prima totalmente sconosciuti. Questo mi ha portato a cambiare anche il modo di pensare: il cibo non è solo una necessità, ma un piacere da condividere con la mia famiglia e gli amici. Laureata in giurisprudenza, diritto internazionale e amministrazione pubblica, un master in scienze politiche, oggi mi sono di nuovo messa in gioco e sono al secondo e ultimo anno del corso ITS Gastronomo a Torino, corso ricco di materie interessanti e con numerosi incontri con aziende produttrici del territorio e professionisti del settore. Il corso ha come obiettivo la formazione di una nuova figura sul mercato di oggi: il tecnico superiore per il controllo, la valorizzazione e il marketing delle produzioni agrarie e agro-alimentari. Così ho iniziato a scrivere per il Giornale della Birra, occasione stimolante per far crescere la mia professionalità.