Numero 16/2016

19 Aprile 2016

Guida alle Birre 2017 di Slow Food Editore: punto di riferimento per tutti i birrofili!

Guida alle Birre 2017 di Slow Food Editore: punto di riferimento per tutti i birrofili!

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“La Guida alle birre d’Italia giunge alla sua quinta edizione, raccontando un mondo che in tutti questi anni si è evoluto profondamente e con grande velocità. Quando, tra il 2007 e il 2008, abbiamo iniziato a pensare alla sua prima edizione, l’artigianato birrario italiano era un fenomeno ancora circoscritto, non solo da un punto di vista numerico, ma soprattutto come rilevanza culturale e diffusione mediatica: allora si poteva senz’altro parlare di nicchia. Oggi le cose sono molto cambiate, la birra è approdata addirittura nelle aule parlamentari, dove si discute della definizione di birra artigianale. Da nicchia è diventato fenomeno di moda, se ne parla tanto, purtroppo non sempre in modo corretto. In tutti questi anni la nostra guida ha seguito l’evoluzione di questo affascinante settore”.

Con queste parole si apre la Guida alle Birre d’Italia 2017, pubblicazione di riferimento in Italia nel settore delle produzioni brassicole artigianali, curata da Luca Giaccone e Eugenio Signoroni e disponibile in tutte le edicole italiane a partire da mercoledì 20 aprile. Edita da Slow Food, giunge quest’anno alla sua quinta edizione, proseguendo sull’ottima strada già indicata nella versione precedente. In particolare il pezzo forte della guida è rappresentato dall’ampia copertura su tutto il territorio nazionale, resa possibile da un vero e proprio esercito di collaboratori che ha censito circa 500 aziende birrarie, denotando un incremento di tutto il settore che dovrebbe essere superiore al 50% rispetto all’ultima edizione. Tuttavia sono i riconoscimenti per birre e birrifici ad attirare l’attenzione del pubblico, assegnati sulla base di diversi criteri.

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Secondo una formula ormai consolidata, i premi alle birre sono divisi in tre tipologie. Le Birre Slow: birre che oltre a denotare un alto valore organolettico, sono in grado di emozionare raccontando la storia si un territorio, di un birrificio o di un birraio. Le Birre Quotidiane: birre di grande qualità organolettica che hanno come caratteri principali equilibrio, semplicità e piacevolezza. Infine le Grandi Birre: birre di assoluto valore organolettico, da non perdere.

La novità più importante di quest’anno è l’inserimento nella guida delle beer firm che riportano in modo chiaro e trasparente l’indicazione del birrificio o dei birrifici ai quali si appoggiano, a dimostrazione della proliferazione davvero impressionante di questa forma imprenditoriale nel nostro ambiente che finalmente sta raccogliendo i primi meritati frutti di un faticoso lavoro.

I riconoscimenti assegnati quest’anno sono stati quasi 400 su più di 2.600 birre valutate. Tra le regioni più premiate troviamo il Piemonte (77) e la Lombardia (71), mentre rispetto alla precedente edizione assistiamo all’ingresso del Trentino-Alto Adige (6), del Molise e della Basilicata. Praticamente è rappresentata tutta Italia, ad eccezione della piccola Valle d’Aosta.

Come prevedibile l’Italia settentrionale porta a casa un numero ampiamente maggiore di riconoscimenti, ma nel sud del paese assistiamo ad alcune realtà in forte crescita. Oltre alle realtà segnalate, bisogna sottolineare anche l’interessantissima ascesa della Sicilia (15 riconoscimenti), semplicemente impensabile fino a poco tempo fa. Più naturale il progresso di altre realtà del meridione, come Campania (19), Puglia (14) e Sardegna (11).

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Scendendo di qualche kilometro, sembra essere ormai acqua passata l’assoluta egemonia del Lazio, unica regione esponente del centro Italia nelle precedenti edizioni della Guida, oggi finalmente affiancato anche da altre importanti realtà che con merito si sono fatte conoscere sul territorio e nel resto del paese: stiamo parlando delle Marche (18 riconoscimenti) e dell’ormai affermata Umbria (9) che dopo lo storico exploit a Birra dell’Anno conferma la sua presenza sulla scena nazionale con Birra Perugia, Birra dell’Eremo e con l’interessante novità di Birra Nursia, birrificio fondato e gestito dai frati benedettini della città di Norcia.

Per quanto riguarda, invece, i premi attribuiti ai soli birrifici ad esclusione delle beer firm, sono 76 quelli ritenuti meritevoli di vedersi riconosciuto uno dei tre simboli assegnati a quei produttori che hanno dimostrato nel lungo periodo grande costanza qualitativa. Chiocciola: birrificio che piace in modo speciale per la qualità e la costanza delle birre, per il ruolo svolto nel settore birrario nazionale, per l’attenzione al territorio e all’ambiente. Bottiglia: birrificio che esprime un’elevata qualità media su tutta la produzione e che ci convince particolarmente per le sue birre più complesse, articolate, di grande carattere e profondità. Fusto: birrificio che esprime un’elevata qualità media su tutta la produzione e che ci convince particolarmente per le birre più semplici, facili da bere, ma che mantengono grande personalità. Meritevole di una breve riflessione è il deciso incremento dei premi “Fusti”, rispetto alla scorsa edizione, sinonimo di un sensibile aumento, anche sotto il profilo culturale, della produzione di birre di più immediato consumo.

Sul sito di Slow Food potete trovare tutti i premi assegnati alle Birre: buona lettura!

 

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