13 Gennaio 2016

La montagna in bottiglia: La PustertalerFreiheit di Villabassa

La montagna in bottiglia: La PustertalerFreiheit di Villabassa

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Oggi il nostro viaggio alla scoperta delle nuove (e buone!) realtà birrarie del nostro territorio ci porta nella splendida Val Pusteria in Alto Adige, al confine con l’Austria, un luogo pieno di meraviglie e spettacoli della natura.

Ad un tiro di schioppo da Dobbiaco e dal lago di Braies, sulla strada che porta verso Brunico, sorge il paesino di Villabassa, noto tra gli appassionati per aver ospitato il ritiro della nazionale italiana di rugby qualche annetto fa.

Qui, nel 1999, nasce la PustertalerFreiheit, una Hausbrauerei, ovvero un birrificio domestico (letteralmente!), che produce alcune delle birre più buone e semplici che io abbia mai provato.

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Il capannone si trova proprio dietro la casa del mastro birraio, Alexander Weissteiner, ed è un po’ difficile vederlo dalla strada: infatti, per capire di essere giunti a destinazione bisogna cercare la splendida insegna appesa sul fronte dell’altrettanto magnifica abitazione.

All’interno del capannone avvengono sia la produzione delle birre che la vendita diretta al cliente, con la possibilità di richiedere degli assaggi accompagnati da stuzzichini e di fare quattro chiacchiere con il proprietario (che purtroppo non ho conosciuto) o con la moglie, che ho avuto modo di incontrare durante la mia visita avvenuta un paio di anni fa e che è stata disponibilissima e molto gentile.

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Il birrificio produce principalmente quattro tipi di birra (weizen, dunkel, helles e “bionda speciale”), e una radler, tutte create con prodotti a km 0, con una cura e una passione che si riflettono nella bontà racchiusa in bottiglia.

Poco alcoliche, amare al punto giusto, molto dissetanti, e con sapori piacevolissimi e che lasciano il “buono in bocca”: sinceramente, se dovessi scegliere la mia preferita tra le quattro birre (la radler, purtroppo non mi sconfifera troppo!), mi ritroverei in seria difficoltà!

Il birrificio lavora generalmente con la formula del vuoto a rendere, chiede una cauzione di 2 euro per le bottiglie, che verranno restituiti se poi ritornate con i vuoti, anche se penso proprio che tornerete volentieri per fare nuova scorta di birre pusteresi.

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Non sono facilmente trovabili in giro; ma in Val Pusteria molti locali le propongono, e ultimamente si trovano in vendita anche su Amazon.de.

Quindi, se vi capita di visitare queste zone, fatelo un salto alla PustertalFreiheit… circondati da ottima birra e montagne, sarà come stare in paradiso. L’indirizzo del birrificio è: Handwerkerstraße 8, Villabassa (BZ)

 

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Alessia Baruffaldi
Info autore

Alessia Baruffaldi

“Ero una quasi astemia qualsiasi, fino a quando, alla “tenera” età di 23 anni, ho fatto conoscenza con una giraffa di Augustiner Oktoberfest…”

Nasce così la mia passione per la birra, più o meno 7 anni fa. E da allora non si è più fermata.
Solitamente, le donne si emozionano e si entusiasmano di fronte ad un negozio di vestiti, di scarpe, di profumi… Io mi entusiasmo davanti ad una libreria, a qualsiasi cosa che raffiguri dei gufi o la Scozia… e davanti ad uno scaffale pieno di bottiglie di birra!
E’ più forte di me, appena entro in un supermercato, vado subito in direzione del reparto birre, che solitamente viene sempre diviso dal reparto “vini&liquori”, e proclamo il mio insindacabile giudizio: in questo supermercato vale la pena che io ritorni?
Comincio a passare in rassegna ogni cambio di colore delle etichette, ed esploro, esploro, esploro.
A volte con piacevolissime sorprese e scoperte di nicchia, e quando poi esco dalla cassa con 4-5 bottiglie mi sento soddisfatta e felice come una bimba che ha svaligiato un reparto di caramelle, o una fashion-addicted che ha trovato un paio di Louboutin al 90% di sconto.
Stessa sorte tocca ai locali che frequento: come decido se vale la pena ritornarci? Semplice! Do un’occhiata al listino delle birre che propongono alla spina o in bottiglia e, se possibile, faccio una perquisizione visiva diretta del frigo. Se tengono solo birre da supermercato, prendo un’acqua frizzante, e mentalmente pongo un bollino sulla porta dello sventurato pub con scritto “MAI PIU’”.
E’ decisamente snob come cosa, lo so, ma è più forte di me.
Ormai tra i miei amici sono considerata LA “birramaniaca” (anche se c’è chi beve molto più di me!). Vedono la passione che ci metto nel provare gusti nuovi, nell’informarmi sui vari birrifici, nel collezionare le bottiglie delle birre che ho assaggiato (al momento sono circa a 280, ma sarebbero molte di più se ogni volta che vado in un pub poi avessi il coraggio di chiedere di portarmi via il vuoto a perdere, ma non è molto carino girare fuori da un pub con una bottiglia di birra vuota in mano senza sembrare un’ubriacona!), leggo, sperimento, cerco di partecipare al maggior numero di fiere birrarie che la distanza (e ahimè,il mio portafogli) mi permettono…

Insomma, coltivo più che posso questa mia passione, forse un po’ insolita per una ragazza, ma che ci posso fare se mi trovo più a mio agio tra gli scaffali di un beer shop, piuttosto che in un negozio di vestiti?
Per questo ho aperto da qualche mese un mio blog sul fantastico mondo della birra artigianale (avventurebirrofile.altervista.org), supportato dalla pagina Facebook de Le avventure birrofile della Ale.