Numero 18/2020

28 Aprile 2020

Un viaggio a Venezia: 10 anni di BAV!

Un viaggio a Venezia: 10 anni di BAV!

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10 anni di attività sono un traguardo storico di pochi birrifici artigianali italiani: BAV, ovvero l’acronimo del irrificio Artigianale Veneziano con cui è conosciuto ai più, è una delle realtà più storiche dello scenario brassicolo veneziano e nazionale. E proprio in vista del prossimo compleanno, abbiamo pensato di condividere una visita virtuale il birrificio con i lettori di Giornale della Birra.

 

Come è nata l’idea di aprire il vostro microbirrificio e in che anno si è concretizzata? Avete incontrato qualche difficoltà che vi ha fatto ipotizzare di abbandonare il progetto di apertura?

Il Birrificio Artigianale Veneziano è nato nel 2010 grazie allo slancio di tre amici che hanno pensato di produrre birre semplici per le persone del posto. Purtroppo non è bastato aspettare che la gente arrivasse da sola, perciò questi tre fondatori hanno deciso di cedere l’attività. Ed è così che comincia la storia dell’attuale BAV. Quindi, a metà del 2012, nel birrificio sono state riversate entusiasmi e passioni fresche : questi hanno fatto sì che, in tutti questi anni, nonostante le molte difficoltà che il nostro settore presenta, le birre del Veneziano siano sempre di più diventate l’espressione di un artigianato mosso da una vera vocazione per fare birra buona e di qualità.

 

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Quali sono le vostre birre di punta e le più apprezzate dai vostri clienti?

 La Miss p. è la birra del cuore, la più delicata, quella che non fa dormire la notte : è una pilsner molto semplice, basata sull’equilibrio degli ingredienti e sul rispetto dei tempi e della tecnica produttivi.

Sicuramente però la nostra birra ambasciatrice è la Strike, una Ipa fresca nell’aroma e decisa nel gusto, ma che ha subito un’evoluzione che l’ha portata ad essere un colpo di fulmine per molti neofiti al mondo delle birre artigianali, ed un appuntamento quotidiano per tanti bevitori, perciò la nostra luppolata di punta è sempre fonte di soddisfazioni.

Ovviamente viene bevuta molto anche la pale ale, Dritta nel nome e nel l’indole, e, negli ultimi tempi, anche la nuova blanche, Alouette, è apprezzata da chi cerca qualcosa di speziatino.

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Avete in mente qualche progetto/evento particolare che intendete sviluppare nel 2020?

 

Ci piacerebbe, a dieci anni dalla fondazione del birrificio, fare una bella festa per bere insieme a tutti gli amici che in questo tempo ci hanno sostenuto e ci sono stati vicini. Poi, con calma ma allo stesso tempo con la naturale euforia che accompagna questi progetti, stiamo cercando un posto nuovo, in cui spostare la produzione e creare uno spazio dove meglio far percepire il mondo BAV, un luogo in cui bere le nostre birre direttamente alla fonte, mangiando qualcosa di semplice ma genuino e vero, come l’atmosfera che ci piace immaginare per la nostra taproom. Abbiamo già trovato un capannone dove è facile immaginarsi tutto questo, ma per ora è solamente un sogno.

 

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Ritenete che la partecipazione a fiere ed eventi abbia un grande ritorno per la vostra realtà? A quante fiere/eventi partecipate circa all’anno?

 

Da qualche anno non partecipiamo ad eventi e fiere, perché negli ultimi anni si sono moltiplicate, rendendo inutilmente dispendioso a livello economico e faticoso a livello di risorse e tempo l’investimento in questo genere di manifestazioni. L’unica occasione in cui, anche e soprattutto grazie al nostro distributore, Cuzziol, siamo fieramente presenti al Beer Attaction di Rimini, evento che tra tutti rimane il più importante per il settore. In futuro però non ci dispiacerebbe creare dei rapporti con il nostro quartiere, ed essere punto di riferimento nelle varie manifestazioni locali. Ed inoltre, ci sono alcuni festival in Italia che, per un appassionato sono entusiasmanti, e a cui in futuro vorremmo poter partecipare da protagonisti.

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Secondo quali criteri selezionate le materie prime che utilizzate? Il fatto che un prodotto sia coltivato in Italia  può essere un plus per voi?

 Da diversi anni abbiamo sviluppato un bel rapporto di collaborazione con Uberti di Mestre : realtà storica della nostra città, che offre un’ottima selezione di materie prime, che possiamo raggiungere in poco tempo, perché dista pochi minuti dal nostro birrificio. Per questo motivo ci sembra un peccato non ritenere gli ingredienti che riusciamo a reperire tramite loro i nostri ingredienti,quelli che caratterizzano le nostre produzioni. Un occhio alla filiera italiana lo teniamo, infatti ben contenti abbiamo sostituito nelle nostre birre il malto pale coltivato in Italia proprio dal nostro fornitore, in più stiamo mettendo a punto delle ricette per impiegare luppolo e addirittura lievito italiano. Non per forza italiano è meglio, ma ben venga che, attraverso un accurato utilizzo di materie prime locali possiamo avere un’ottima birra completamente italiana.

 

Maggiori informazioni: www.bavsrl.it

 

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Federica Sborlino
Info autore

Federica Sborlino

Dopo la laurea triennale e specialistica in Scienze della Comunicazione presso l’Università Statale di Milano, ho ottenuto il diploma di Master Universitario di 2° Livello in Media Relation e Comunicazione Digitale presso la Business School del Sole 24 Ore, sempre a Milano.
Per 5 anni ho lavorato come Press Officer Account in agenzie di comunicazione di respiro internazionale quali Edelman, Weber Shandwick e True Company.
Da settembre 2016 sono responsabile comunicazione nell’azienda Uberti Srl di cui sono anche socia da luglio 2019.
Ho la passione per la lettura, dei romanzi in particolare, mi piace scrivere scegliendo attentamente le parole e, ca va sans dire, adoro la birra, artigianale of course.