Numero 43/2022

25 Ottobre 2022

Dall’homebrewing all’imprenditoria: la storia del Birrificio Ciociaro

Dall’homebrewing all’imprenditoria: la storia del Birrificio Ciociaro

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Molti dei lettori di Giornale della Birra hanno un comune sogno nel cassetto: trasformare la propria passione per il mondo brassicolo o la propria esperienza da domozimurghi in una vera e propria professione. Un sogno che può realizzarsi, ma non senza impegno, studio, dedizione e tanti sacrifici. Le belle storie, quelle di successo nascono e si sviluppano sempre con la costanza di tanto lavoro e tempistiche anche molto lunghe. Questi elementi sono anche i tratti distintivi che hanno portato Francesco Viti a fondare insieme a Giorgio viti e Francesco Santoro a Veroli, un piccolissimo borgo del frosinate, il Birrificio Ciociaro. Oggi, in compagnia di Francesco, il birrificio apre le porte alla nostra visita virtuale.

 

Francesco, la tua esperienza di homebrewing è la stata la scintilla del vostro progetto. Quali sono stati i fattori che vi hanno spinto a investire in un progetto professionale legato alla birra nel vostro territorio? La birra può rappresentare una opportunità concreta di lavoro?
Dopo le aver fatto esperienza in casa per 10 anni, facendo diversi stili di birra ho deciso di fare il salto. Qui in ciociaria la birra all’epoca era poca visti i pochissimi birrifici e locali attivi. Ora siamo a circa 10 birrifici in tutta la provincia di Frosinone. All’epoca le birre locali non mi soddisfacevano, quindi perché non mettere in vendita una mia birra ?
Il mondo delle birre artigianali oggi è una buona opportunità di lavoro, ma va studiata bene, noi ad esempio siamo stati il primo birrificio con taproom annessa alla produzione, questo ci ha fatto subito rientrare nel capitale investito e reinvestire lo stesso per ampliamento produzione e nuovi progetti. Ad oggi aprire solo con la rivendita esterna serve a poco, il consiglio è sempre quello di dotarsi di una vendita interna.

 

Avviare un birrificio richiede anche investimenti importanti: quale è la struttura attuale del vostro impianto e quali le caratteristiche peculiari?
Ad oggi si può aprire un birrifici con pochi capitali o molti a seconda di quello che si vuole ottenere: la panda o la ferrari? Il mio impianto è un semplice ed utilissimo Polsinelli da 6,5 Hl a fiamma diretta, manuale e spartano che mi ha dato molte soddisfazioni. Spesso non conta avere l’impianto di ultima generazione se non si conoscono le tecniche di produzione.
Lo abbiamo installato in una piccola stanza di 25 mq inizialmente, sotto la mia abitazione, ora è stato fatto un piccolo ampliamento per consentire di aumentare la cantina produttiva, ad oggi arriviamo a 200 HL annui.

 

 

La selezione delle materie prime è un tema fondamentale: come curate gli approvvigionamenti?
Per quanto riguarda le materie prime ci siamo subito convertiti all’uso di malti italiani. Tutte le birre presentano un malto base italiano, ci forniamo da Monfarm, in Puglia, abbiamo visitato quest’ultima e produce malto di alta qualità.
Lievito liquido prodotto da un azienda italiana del Nord, Bioenologia, abbiamo ottenuto fermentazioni migliori rispetto ai classici secchi.
Luppolo, importato da Germania e America effettuiamo ogni anno contratto di fornitura per garantirci le quantità e qualità.
Una volta l’anno, andiamo a Cori (LT) dall’Azienda Agricola , I Vizi del Luppolo, dove raccogliamo luppolo fresco per produrre la nostra Paesana, harvest ale, birra 100% italiana

 

 

Quale ritenete sia la vostra birra più rappresentativa? Quale il marchio di fabbrica che contraddistingue le vostre produzioni?

La birra che più ci rappresenta è La Ciocia, quest’ultima è anche quella che manda avanti il birrificio, essendo la più prodotta. Sicuramente il successo della birra è per due motivi :
– Il nome, che richiama la tipica calzatura ciociara, ci identifica in ciociaria e al di fuori.
– Lo stile di birra, una kolsch, quindi una classica bionda in stile tedesco che viene amato e bevuto dal 90 % della clientela.
Tutte le nostre birre si ispirano ai classici stili birrai, rivisitati in chiave moderna.

 

Un elemento che vi caratterizza è la partecipazione a concorsi nazionali ed internazionali, dove le vostre birre hanno ottenuto importanti podi. Quali sono gli elementi di successo apprezzati all’estero delle vostre birre?
Abbiamo fin da subito messo in discussione le nostre birre, partecipando ogni anno a concorsi nazionali ed internazionali, questo fa si che possiamo migliorare le nostre birre. Abbiamo ottenuto riconoscimenti da Barcellona a Lione. Credo che il successo sia dovuto alla semplicità, rispettiamo gli stili di appartenenza, birre pulite.

Quali i progetti per il futuro?
Per il futuro c’è sicuramente l’incremento produttivo visto che non basta mai la birra, spostare il birrificio in una nuova sede con un locale annesso più grande.

Maggiori informazioni sul Birrificio Ciociaro www.birrificiociociaro.eu

 

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Massimo Prandi
Info autore

Massimo Prandi

Un Albese cresciuto tra i tini di fermentazione di vino, birra e… non solo! Sono enologo e tecnologo alimentare, più per vocazione che per professione. Amo lavorare nelle cantine e nei birrifici, sperimentare nuove possibilità, insegnare (ad oggi sono docente al corso biennale “Mastro birraio” di Torino e docente di area tecnica presso l’IIS Umberto Primo – la celeberrima Scuola Enologica di Alba) e comunicare con passione e rigore scientifico tutto ciò che riguarda il mio lavoro. Grazie ad un po’ di gavetta e qualche delusione nella divulgazione sul web, ma soprattutto alla comune passione e dedizione di tanti amici che amano la birra, ho gettato le basi per far nascere e crescere questo portale. Non posso descrivere quante soddisfazioni mi dona! Ma non solo, sono impegnato nell’avvio di un birrificio agricolo con produzione delle materie prime (cereali e luppoli) e trasformazione completamente a filiera aziendale (maltazione compresa): presto ne sentirete parlare!