Numero 28/2019

13 Luglio 2019

Dall’Inghilterra, un’azienda modello: Shepherd Neame

Dall’Inghilterra, un’azienda modello: Shepherd Neame

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Tratto da La birra nel mondo, Volume IV, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

 

Shepherd Neame

Faversham/Inghilterra

La più antica birreria d’Inghilterra, fondata, col nome di Faversham Brewery, nel 1698 dal capitano Richard Marsh su un sito che, come si rileva da vecchi documenti, già ospitava un’attività di brassaggio.

Si trova nel Kent, cuore della produzione di quel luppolo che oggi è considerato tra i migliori del mondo. Una volta invece era famosa l’acqua di Faversham, ideale per la produzione della birra. Secondo testimonianze storiche infatti, i monaci cluniacensi proprio per questo motivo nel 1147 cominciarono a costruire un’abbazia nella zona. E nel secolo XVI la città vantava 84 birrifici.

Alla morte di Richard Marsch, nel 1727, il birrificio passò nelle mani della moglie e poi della figlia, che nel 1741 lo vendette al maltatore Samuel Shepherd.

I figli di Samuel Shepherd, Julius e Henry, non solo ampliarono l’attività, aprirono e comprarono anche numerosi pub.

Nel 1862 morì Henry Shepherd, l’ultimo membro della famiglia coinvolto  attivamente nell’azienda. Prese il suo posto John Mares, assunto per l’assistenza finanziaria dell’azienda durante le recessione della metà degli anni ’40. Purtroppo John Mares morì a soli 45 anni, nel 1864. Prese allora le redini il nuovo socio, Percy Beale Neame; mentre il birrificio veniva ribattezzato con il nome attuale.

Tuttora a conduzione familiare, guidata da Jonathan Neame, la Shepherd Neame, è anche uno dei maggiori coltivatori di luppolo del Kent e possiede 328 pub e hotel.

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Per i suoi meriti speciali nella preservazione delle risorse ambientali e nello sviluppo della sostenibilità economica, ottenne dalla Regina il riconoscimento “Queen’s Award”.

Ogni anno poi, in concomitanza con la raccolta del luppolo ai primi di settembre, la Sepherd Neame organizza lo Spitfire Train. Il treno, con motrice originale degli anni Quaranta alimentata a carbone, parte da Londra per raggiungere il Kent, rievocando le trasferte dei lavoratori stagionali alle piantagioni di luppolo. E chiaramente a bordo vengono servite tre cask conditioned ale.

La produzione, di oltre 345 mila ettolitri annui, comprende una vasta gamma, sia in fusti che in bottiglie, realizzata secondo i metodi tradizionali. Sono ancora in funzione gli impianti a vapore e due tini di fermentazione in tek senza corteccia del 1910 che lasciano il sentore delle loro essenze. L’acqua arriva dal vecchio pozzo artesiano sotto la fabbrica. Il luppolo è quello locale, che dona alla birra freschezza e fini aromi floreali.

L’esportazione, in oltre 35 paesi, comprende in particolare Italia, Svezia, India, Brasile, Canada.

Le birre più popolari sono senz’altro Spitfire e Bishops Finger.

Shepherd Neame Spitfire, premium bitter ale di colore ambrato con caldi riflessi rossastri e dall’aspetto lievemente velato (g.a. 4,5%); rifermentata in bottiglia. Proposta nel 1990, in occasione del 50° anniversario della battaglia d’Inghilterra, con il tasso alcolico del 4,7%, finì per essere prodotta regolarmente. Il nome è quello degli aerei da caccia britannici che, durante la seconda guerra mondiale, partivano dalla base nel Kent. Alla spina, è appena più leggera (g.a. 4,2%). Rimane un prodotto tradizionale, che subisce il dry hopping. Con una moderata effervescenza, la schiuma ecru fuoriesce sottile e cremosa, ma non ricca e tanto meno duratura. L’aroma, di un fresco fruttato, non soffoca il malto che porta l’accento del luppolo floreale. Il corpo leggero ha una consistenza acquosa a malapena appiccicosa. Il gusto, tipicamente britannico e genuino, scivola in bocca  maturo e intenso, secco e abboccato, piacevole e raffinato, magistralmente orchestrato dall’amaricante su morbida base di cereale. Nel finale, un delicato tocco di luppolo fresco dà la carica a un delizioso fruttato. Dal persistente retrolfatto sbuca un’impressione alcolica e amarognola. Nel versare il prodotto, i sedimenti di lievito vanno lasciati sul fondo della bottiglia.

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Shepherd Neame Bishops Finger, premium bitter/ESB di colore ambrato scuro con riflessi rossastri (g.a. 5,4%, in botte 5%); in bottiglia e in lattina, filtrata e pastorizzata. E’ la tradizionjale ale rossa inglese, la cui autenticità è garantita dallo stato di indicazione geografica protetta dell’UE. Rigorosa la sua produzione, messa per scritto. Può essere elaborata soltanto dal capo fabbricante, e di venerdì; gli ingredienti devono essere naturali al 100%, orzo e luppolo del Kent, acqua minerale artesiana del birrificio. Il nome è quello degli antichi cartelli stradali a forma di dito che indicavano ai pellegrini la direzione per la tomba di Thomas à Becket nella cattedrale di Canterbury. Fu la prima forte ale prodotta da Shepherd Neame nel 1958 per celebrare la revoca del razionamento del malto. E rimane anche una delle birre in bottiglia più antiche del Regno Unito. La carbonazione è piuttosto bassa; la schiuma, di un bianco sporco, non così abbondante, ma cremosa, aderente e di buona durata. L’aromatico bouquet luppolizzato si sparge elegante, pulito, tra sentori floreali, caramellati, erbacei, fruttati, e, con dal fondo, solo un alito di legno e di spezie. Il corpo medio tende al leggero, in una trama grassa un po’ appiccicosa. Di un morbido malto all’imbocco, il gusto assume presto una consistenza netta, ma non troppo aggressiva, di luppolo, avviandosi a un finale gradevole e rinfrescante. Il retrolfatto si dimostra asciutto, amarognolo, e per nulla astringente nella sua proterva acidità fruttata.

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Shepherd Neame Double Stout, stout di colore marrone scurissimo e dall’aspetto opaco (g.a. 5,2%). La rielaborazione secondo la ricetta originale del 1868 è stata possibile grazie all’archivista del birrificio, John Oowen, che era riuscito a decifrare i codici segreti cui si ricorreva all’epoca. Utilizza malti pale, crystal, chocolate, oltre all’avena in fiocchi e all’orzo tostato. Il luppolo proviene ovviamente dall’East Kent. La versione in botte, dal contenuto alcolico inferiore (4%) ha anche la ricetta lievemente diversa. La carbonazione è molto bassa; la schiuma cappuccino, fine, abbondante, cremosa, tenace. Pulizia ed eleganza

contraddistinguono il bouquet olfattivo, a base di malto torrefatto, cioccolato amaro, vaniglia, caffè tostato e suoi fondi, liquirizia, cenere, mirtilli, crosta di pane scuro. Il corpo rotondo, ma non eccessivo, ha una consistenza leggermente cremosa. Raffinate tostature e amaro piuttosto pronunciato, da una parte e dall’altra, frutta rossa e malto caramellato, tengono magistralmente in equilibrio un gusto intenso, abbastanza asciutto, soddisfacente. Nel finale si sovrappongono una nota tostata al limite del bruciato e una punta quasi astringente di acidità.

Impressioni amare di luppolo terroso improntano la breve persistenza del retrolfatto.

Shepherd Neame 1698, english strong ale di colore ambrato con riflessi ramati e dall’aspetto lievemente velato (g.a. 6,5%); condizionata in bottiglia. E’ una Kentish Strong Ale con Indicazione geografica protetta, elaborata con ingredienti locali e acqua del pozzo artesiano del birrificio. La luppolizzazione avviene per ben tre volte. Fu elaborata nel 1998 per celebrare il tricentenario della casa. L’effervescenza moderata alimenta una schiuma ecru fine, densa, cremosa, anche se non molto durevole. L’olfatto, di attraente finezza nella sua elevata intensità, propone subito freschi profumi resinosi e agrumati con venature terrose; a seguire, sentori di caramello, biscotto, frutta secca, mela grattugiata, liquirizia; e, dal sottofondo, tiepidi aliti di marsala. Il corpo, sorprendentemente più leggero che medio, ha una consistenza abbastanza oleosa. Notevole l’equilibrio gustativo, tra l’amaro a malapena percettibile ma grato del luppolo floreale e la dolcezza di un malto croccante con protervi richiami di sciroppo di glucosio (peraltro utilizzato). Il finale reca rinfrescanti note di frutta scura. La lunga persistenza del retrolfatto è un inno invece al piacevole amarognolo conferito dal prezioso luppolo del Kent. Lasciato riposare per alcuni mesi, questo prodotto diventa squisitamente morbido.

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Shepherd Neame Spitfire Super Strong, imperial pils/strong lager di colore giallo dorato intenso (g.a. 9%); prodotta per commemorare l’80° anniversario del primo volo degli Spitfire. L’effervescenza moderata genera una spuma bianca sottile, densa, di buona durata e allacciatura. L’olfatto è attraente, con i suoi fini profumi di frutti tropicali e di vaniglia infervorati dal calore etilico. Il corpo medio ha una consistenza piuttosto acquosa. Note di luppolo, mango e ananas, con richiami speziati, accompagnano la corsa abbastanza lunga di un gusto segnato dal malto sino al finale secco e pulito. Il retrolfatto è un delizioso, coinvolgente, mix di sensazioni dolci e piccanti, amare e alcoliche.

 

 

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Antonio Mennella
Info autore

Antonio Mennella

Sono nato il primo gennaio 1943 a Lauro (AV) e oggi risiedo a Livorno.
Laureato in giurisprudenza, sono stato Direttore Tributario delle Dogane di Fortezza, Livorno, Pisa, Prato.
 
La scrittura è sempre stata una delle mie passioni, che è sfociata in numerose pubblicazioni di vario genere, alcune specificatamente dedicate alla birra. Gli articoli riportati sul Giornale della Birra sono tratti da La birra nel mondo, in quattro volumi, edita da Meligrana.

Pubblicazioni: 
Confessioni di un figlio dell’uomo – romanzo – 1975
San Valentino – poemetto classico – 1975
Gea – romanzo – 1980
Il fratello del ministro – commedia – 1980
Don Fabrizio Gerbino – dramma – 1980
Umane inquietudini – poesie classiche e moderne – 1982
Gigi il Testone – romanzo per ragazzi – 1982
Il figlioccio – commedia – 1982
Memoriale di uno psicopatico sessuale – romanzo per adulti – 1983
La famiglia Limone, commedia – 1983
Gli anemoni di primavera – dramma – 1983
Giocatore d’azzardo – commedia – 1984
Fiordaliso – dramma – 1984
Dizionario di ortografia e pronunzia della lingua italiana – 1989
L’Italia oggi – pronunzia corretta dei Comuni italiani e nomi dei loro abitanti – 2012
Manuale di ortografia e pronunzia della lingua italiana – in due volumi – 2014
I termini tecnico-scientifici derivati da nomi propri – 2014
I nomi comuni derivati da nomi propri – 2015
 
Pubblicazioni dedicate alla BIRRA:
La birra, 2010
Guida alla birra, 2011
Conoscere la birra, 2013
Il mondo della birra, 2016
 
La birra nel mondo, Volume I, A-B – 2016
La birra nel mondo, Volume II, C-K -2018
La birra nel mondo, Volume III, L-Q – 2019
La birra nel mondo, Volume IV, R-T – 2020
 La birra nel mondo, Volume V, U-Z– 2021
Ho collaborato, inoltre, a lungo con le riviste Degusta e Industrie delle Bevande sull’origine e la produzione della birra nel mondo.