Numero 18/2016

6 Maggio 2016

La mia birra suona il rock: la nuova frontiera del merchandising

La mia birra suona il rock: la nuova frontiera del merchandising

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Una volta erano le t-shirts. E le bandane, i poster, le spille in gran voga negli anni ’80…

Tutti i più grandi artisti del panorama musicale, oltre ai profitti raccolti grazie alla propria arte, hanno sempre trovato ulteriori fonti di fama e guadagno grazie alla loro immagine impressa e venduta nei più svariati gadgets: dalle classiche magliette e sciarpe da esibire ai concerti, passando per oggettistica varia e a volte vere e proprie stranezze, il mercato del merchandising ha sempre viaggiato di pari passo all’industria musicale, alimentando spesso a dismisura l’alone di mito che ha sempre avvolto le più grandi star e bands del mondo delle sette note, venerate come feticci e divinità da intere generazioni di appassionati.

La birra ha sempre svolto un ruolo simbolo all’interno dell’industria musicale: è sempre stata la bevanda prediletta da gustare durante gli show, sia da parte del pubblico che degli stessi artisti tra un brano e l’altro. Nell’immaginario collettivo, la birra è sempre stata sinonimo di rock.

Da qualche anno a questa parte, il mondo del merchandising delle più grandi band rock e metal ha pensato bene di sfruttare al meglio questo connubio: sono così nate le birre griffate con i nomi dei vari gruppi. Avvalendosi della collaborazione di birrifici più o meno noti, e più o meno artigianali, il gadget 2.0 è servito.

Di seguito vi presentiamo una carrellata di birre prodotte da alcuni dei più importanti gruppi che hanno fatto (e continuano a fare) la storia della grande musica:

  • Trooper (Iron Maiden). Credo la più nota tra tutte, grazie anche alla facilità di reperimento nel nostro Paese, è una Golden Ale ideata direttamente dal poliedrico Bruce Dickinson, e creata materialmente nel birrificio inglese Robinsons; deve il suo nome e la sua etichetta al singolo Trooper del 1983. Lo stesso Dickinson, nel raccontare questa collaborazione, ha affermato: “Sono un estimatore di lunga data delle tradizionali ales inglesi, e quando ci è stato proposto di creare la nostra birra, credevo di essere morto e finito direttamente in paradiso. Ero molto emozionato: i Robinson sono stati gli unici per cui ho dovuto fare un provino da 30 anni a questa parte. Il loro tocco magico ha reso possibile l’unione alchemica di gusto e struttura che forma la nostra Trooper. La adoro”. Per festeggiare il traguardo dei 10 milioni di pinte bevute, è stata creata un’altra birra limitededition della band, la 666.
  • Destroyer (Kiss). Prodotta dal birrificio svedese KrönleinsBryggeri, questa lager prende il nome dal quarto album di Gene Simmons e soci. Le recensioni non sono molto positive riguardo il gusto di questa birra, considerata molto “standard”, ma per gli appassionati della band e i collezionisti, una bottiglia da conservare gelosamente ci sta tutta.

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KissBevs

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  • Budweiser Metallica (Metallica). Discorso un po’ diverso lo fa la band thrash metal: in collaborazione col colosso industriale Budweiser, i Metallica hanno lanciato una birra in lattina completamente nera (richiamando il loro Black Album), in edizione limitata, da distribuire gratuitamente soltanto in occasione di due loro concerti in Canada a settembre 2015. Questa birra, prodotta da Labatt (succursale canadese del colosso InBev), è diventata subito oggetto di caccia massiccia da parte dei fans e dei collezionisti di tutto il mondo, arrivando anche ad essere venduta su Ebay alla “modica” cifra di 120 dollari per una confezione di 24 lattine. Come gusto, non si discosta molto dalla classica Budweiser dall’etichetta rossa. Il nome della birra è seguito dalla tagline “Couléedans le Rock”, che letteralmente significa “colata nel rock”.
  • Faithfull Ale (Pearl Jam). Per celebrare i 20 anni dalla nascita della band di Seattle e del loro primo album Ten, nel 2011 il birrificio Dogfish Head ha deciso di creare una birra a loro ispirata e dedicata, avvalendosi della collaborazione di Eddie Vedder e co.. Il nome di questa birra deriva dal titolo di una canzone contenuta nell’album del 1998 Yield, e si tratta di una golden Ale in stile belga, dal sapore fruttato e con la presenza di ribes nero.
  • Queen Bohemian Lager (Queen). Nel 2015 si son festeggiati i 40 anni di una delle canzoni che più ha fatto la storia della musica contemporanea mondiale, BohemianRhapsody. Per celebrare questo anniversario e il genio di Freddie Mercury, è stata prodotta dalla Schwarzenbergbrewery diProtivín (in Boemia, manco a dirlo), questa lager, o meglio ancora pilsner, in cui sono stati utilizzati solamente ingredienti locali cechi. Sull’etichetta, campeggia lo stemma storico dei Queen, ideato dallo stesso Mercury durante gli anni di scuola.

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queen lager

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  • AustralianHardrock (Ac/Dc). Già produttori di una linea di vini, nel 2013 gli Ac/Dc hanno lanciato sul mercato la loro birra ufficiale, dalla tagline “Birra tedesca, hardrock australiano”. Venduta in due formati, fustino da 5 litri e lattina da mezzo litro, la grafica delle confezioni richiama il loro album Black Ice del 2008. A proposito del sapore di questa birra, la band ha dichiarato:”Questa lager infiamma la lingua come TNT, procede con un sapore amato dai grandi appassionati di birra ed è prodotta sequendo il manifesto del Rock’n’roll del 1973 e la Legge di Purezza tedesca del 1516”. Prodotta in Germania, dalla KarlsbergBrauerei di Homburg (da non confondersi con la quasi omonima Carlsberg danese), questa birra però non ha realmente incontrato i favori degli amanti della buona birra: più che una lager tedesca, infatti, molti affermano che il gusto assomiglia più ad una Foster’s australiana, ma non avendo mai avuto il piacere di assaggiarle, è difficile dire chi ha ragione! Resta comunque un bel pezzo da aggiungere alla propria collezione birrofila.
  • Bastards Lager (Motorhead). Nel 2012 è stata la volta del compiantoLemmy e soci di presentare la propria birra. Prodotta dalla svedeseKrönleins, questa lager è stata promossa dalla band con queste parole: “Per tutti i bevitori di birra e gli attaccabrighe, fans del rock and roll più rumoroso e veloce, non importa se non avete classe o se siete un caso disperato, questa lager ad alta prestazione è carburante per ogni occasione di headbanging”. Il nome della birra deriva dal loro album del 1993, e viene definita da più di qualcuno la birra in bottiglia più forte mai creata, non per quanto riguarda il grado alcolico (sotto il 5%), ma per la commistione di sapori, che unisce il fruttato ad un persistente e potente gusto di malto; opinione anche qui non condivisa da molti altri estimatori di birra.
  • 666 Red Ale (Slayer). Prodotta dal birrificio svedese Nils Oscar, questa birra rossa è caratterizzata dalla presenza di cinque malti differenti e dal perfetto equilibrio dei luppoli ElDorado e Mosaic. Attualmente viene venduta solo in Svezia. A chi ha chiesto alla band se questa birra rispecchiasse l’essenza degli Slayer, Tom Araya ha così risposto: “Ha un sapore autentico. Quindi sì, sa di Slayer! Quando ci siamo avvicinati all’idea di produrre una birra, la mia preoccupazione maggiore era che fosse buona. E la nostra Red Ale lo è. Spero che piaccia a tutti i nostri fans”. La birra è nata in stretta collaborazione tra la band e il mastro birraio Patrick Holmqvist, che ha affermato come gli anni passati ad ascoltare e apprezzare la musica della band thrash metal siano stati di importante ispirazione per racchiudere in bottiglia l’intero universo Slayer.
  • SepulturaWeizen (Sepultura). Per celebrare i 25 anni della band brasiliana, è stata prodotta questa birra commemorativa. In controtendenza rispetto allo stile heavy metal dei Sepultura, la birra nata per questo importante anniversario è una delicata Weizen di classico stampo tedesco. Il gemellaggio tra Bamberga e la ditta di importazione brasiliana Bushido, ha dato vita a questo prodotto, venduto in una bellissima confezione a forma di amplificatore. Il sapore richiama molto i sentori di banana e chiodi di garofano.

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sepultura-weizen

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  • XXV Anniversary Imperial Stout (Opeth). Anche la band progressive metal svedese ha deciso di festeggiare il proprio 25° compleanno con una birra celebrativa. Con la collaborazione del birrificio inglese NorthernMonkeyBrew Co., gli Opeth hanno voluto omaggiare i propri fans con una Imperial Stout da 9,2% vol. prodotta in sole 1700 bottiglie da 66 cl. Prodotta con dieci tipi di malto differenti, questa birra è il frutto della grande stima da parte del mastro birraio Russell Bisset nei confronti della band nordeuropea: “Gli Opeth sono spesso colonna sonora delle nostre birrificazioni, e quando si è presentata l’occasione di poter collaborare con loro, non ce la siamo fatta sfuggire. Nei loro 25 anni di carriera hanno fatto lo stesso percorso di ricerca e sperimentazione di alta qualità in campo musicale, nello stesso modo in cui lo abbiamo fatto noi in campo birrario. Volevamo creare una delle più significative collaborazioni tra un birrificio e una band: per questo ci siamo rinchiusi in uno stanzino e abbiamo provato insieme diverse combinazioni, fino a quando siamo arrivati a scegliere tra due ricette”. Stima ricambiata da parte del leader degli OpethMikaelÅkerfeldt, che ha dichiarato: “Per prima cosa siamo musicisti. Dopo di questo, siamo estimatori della birra di qualità. Amiamo la buona birra. Abbiamo avuto diverse proposte per realizzare un nostro prodotto alcolico, ma abbiamo sempre rifiutato. Con il grande lavoro della NorthernMonkeyBrew, però, non abbiamo potuto rifiutare”. E infatti la collaborazione continua: gli Opeth sembrano averci preso gusto, e pochi giorni fa è uscita una nuova birra con il loro logo, la Communion Pale Ale, sempre in collaborazione con il birrificio inglese.

Questi sono solo alcuni degli esempi di come la passione per la birra da parte di artisti e gruppi sia giunta a creare una nuova frontiera del merchandising collegato al mondo musicale. Basta fare un po’ di ricerca su Google per scoprire quante sono le collaborazioni tra bands e birrifici, e pure quante birre nascono anche solo dall’idea di un mastro birraio per celebrare il ricordo, un traguardo importante o anche solo per omaggiare un artista particolarmente amato.

E non sarà mica solo un caso se, a proposito di birra, proprio una leggenda del rock come Frank Zappa abbia dichiarato:

“Un Paese è veramente un Paese quando ha una compagnia aerea e una birra… e alla fine è di una bella birra che si ha più bisogno”.

 

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Alessia Baruffaldi
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Alessia Baruffaldi

“Ero una quasi astemia qualsiasi, fino a quando, alla “tenera” età di 23 anni, ho fatto conoscenza con una giraffa di Augustiner Oktoberfest…”

Nasce così la mia passione per la birra, più o meno 7 anni fa. E da allora non si è più fermata.
Solitamente, le donne si emozionano e si entusiasmano di fronte ad un negozio di vestiti, di scarpe, di profumi… Io mi entusiasmo davanti ad una libreria, a qualsiasi cosa che raffiguri dei gufi o la Scozia… e davanti ad uno scaffale pieno di bottiglie di birra!
E’ più forte di me, appena entro in un supermercato, vado subito in direzione del reparto birre, che solitamente viene sempre diviso dal reparto “vini&liquori”, e proclamo il mio insindacabile giudizio: in questo supermercato vale la pena che io ritorni?
Comincio a passare in rassegna ogni cambio di colore delle etichette, ed esploro, esploro, esploro.
A volte con piacevolissime sorprese e scoperte di nicchia, e quando poi esco dalla cassa con 4-5 bottiglie mi sento soddisfatta e felice come una bimba che ha svaligiato un reparto di caramelle, o una fashion-addicted che ha trovato un paio di Louboutin al 90% di sconto.
Stessa sorte tocca ai locali che frequento: come decido se vale la pena ritornarci? Semplice! Do un’occhiata al listino delle birre che propongono alla spina o in bottiglia e, se possibile, faccio una perquisizione visiva diretta del frigo. Se tengono solo birre da supermercato, prendo un’acqua frizzante, e mentalmente pongo un bollino sulla porta dello sventurato pub con scritto “MAI PIU’”.
E’ decisamente snob come cosa, lo so, ma è più forte di me.
Ormai tra i miei amici sono considerata LA “birramaniaca” (anche se c’è chi beve molto più di me!). Vedono la passione che ci metto nel provare gusti nuovi, nell’informarmi sui vari birrifici, nel collezionare le bottiglie delle birre che ho assaggiato (al momento sono circa a 280, ma sarebbero molte di più se ogni volta che vado in un pub poi avessi il coraggio di chiedere di portarmi via il vuoto a perdere, ma non è molto carino girare fuori da un pub con una bottiglia di birra vuota in mano senza sembrare un’ubriacona!), leggo, sperimento, cerco di partecipare al maggior numero di fiere birrarie che la distanza (e ahimè,il mio portafogli) mi permettono…

Insomma, coltivo più che posso questa mia passione, forse un po’ insolita per una ragazza, ma che ci posso fare se mi trovo più a mio agio tra gli scaffali di un beer shop, piuttosto che in un negozio di vestiti?
Per questo ho aperto da qualche mese un mio blog sul fantastico mondo della birra artigianale (avventurebirrofile.altervista.org), supportato dalla pagina Facebook de Le avventure birrofile della Ale.