Numero 09/2022
5 Marzo 2022
Wylam Brewery: da Newcastle, un giovane microbirrificio!
Tratto da La birra nel mondo, Volume V, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Newcastle upon Tyne/Inghilterra
Microbirrificio sorto nel 2000 a Wylam, villaggio nella contea del Tyne and Weat, a circa 16 chilometri a ovest di Newcastle upon Tyne.
Fu opera di Robin Leighton, ufficiale di marina mercantile in pensione ed esperto homebrewer, insieme all’amico John Boyle, appassionato di real ale.
Col successo della prima birra, la bitter Landlord’s Choice, avvenne il trasferimeno, dal garage, nei locali presi in affitto all’interno della South Houghton Farm a Heddon-on-the-Wall, Wylam, con installazione di un impianto da 5 ettolitri.
Nel 2005 Leighton, a soli 63 anni, morì per infarto. Subentrarono le figlie come socie; ma Boyle dovette prendere sulle spalle tutta la gestione del birrificio. Finché non rientrò dalla Spagna il figlio, Matt, ad aiutarlo e sostituirlo al pensionamento.
Seguì un nuovo trasferimento in locali più ampi, alla periferia di Wylam; anche l’impianto fu portato alla capacità di 30 ettolitri all’anno per fronteggiare la richiesta di mercato.
A loro volta, nel 2010, due cinquantenni, Dave Stone e Rob Cameron, che per 25 anni avevano organizzato concerti, DJ set ed eventi a Londra, a Brighton e nell’Inghilterra nordorientale, decisero di abbandonare la vita notturna della musica e fondarono la società Greenan Blueaye lanciando due gastropub a Newcastle upon Tyne, il Town Wall e la Bridge Tavern, e rifornendosi dal birrificio Wylam.
Nel 2015, con un grosso investimento, la Greenan Blueaye entrò in partnership con la Wylam Brewery. Si aggregò anche Freddy Shepherd, ex proprietario del Newcastle United FC, che aveva acquistato e ristrutturato il Palace of Arts dell’Exhibition Park di Newcastle, ultimo edificio sopravvissuto della North East Coast Exhibition del 1929 e da 10 anni in stato di abbandono. E così, a maggio del 2016, veniva inaugurata la nuova sede della Wylam Brewery: impianto da 50 ettolitri, taproom, bar, beer garden, ristorante, la Grand Hall (spazio per matrimoni, eventi, concerti e serate). Mentre il vecchio birrificio veniva adibito a magazzino e impianto pilota.
Ovviamente il portfolio birrario venne rinnovato e ampliato, in particolare con alti volumi di IPA fortemente ispirati agli Stati Uniti. Tante anche le collaborazioni con altri produttori di birra artigianale.
Wylam Remember 430, american pale ale di un pallido colore arancio e dall’aspetto opalescente (g.a. 5,5%). La ricetta prevede utilizzo di frumento, avena e destrina, nonché doppio dry hopping di Citra e Mosaic. Il nome invece riporta alla serie televisiva statunitense del 2017 Twin Peaks,creata da Mark Frost e David Lynch. La carbonazione oscilla tra media e bassa; la schiuma biancastra sbocca fine e abbondante, cremosa e duratura, anche se alquanto scomposta. La doppia luppolizzazione americana a secco si fa sentire, eccome, al naso, con una succosa fragranza di pompelmo rosa, mango, ananas, mirtilli, fiori, malto, pino, agrumi amari, erbe appena tagliate. Il corpo, da leggero a medio, ha una consistenza abbastanza cremosa. Pieno di luppolo, agrumi, mirtilli, pompelmo rosa, mango, pesca, ananas, mandarino e frutto della passione, il gusto si snoda fresco, pulito, equilibrato, anche se con una secchezza piuttosto ruvida e un amaro erbaceo che va un pò sopra le righe. Un lungo finale fruttato, con qualche sfumatura floreale, chiude la corsa briosa, concitata, e spiana la strada a una certa dolcezza di bacche apportata dalle suggestioni retrolfattive.
Wylam 45: 33, double/imperial IPA di colore arancio sbiadito e dall’aspetto piuttosto opaco (g.a. 8,4%). I numeri sono quelli dell’omonimo disco degli LCD Soundsystem, il gruppo musicale indie rock statunitense fondato da James Murphy. La carbonazione è molto delicata; la schiuma biancastra, modesta, fine, cremosa, di rapida dissoluzione. L’aroma di apre fresco, amabile. maltato, citrico, ricco di frutta tropicale e decisamente dominato da un legnoso luppolo resinoso. Il corpo medio ha la tipica consistenza a chiazza di petrolio. Anche nel gusto la dolcezza del malto e della frutta tropicale si mette subito in evidenza, finché non viene compiutamente fagocitata dall’amaro resinoso e pungente della pesante luppolizzazione. Da parte sua, l’alcol non va mai sopra le righe, limitandosi ad apportare il necessario tepore di una double IPA. La corsa, abbastanza lunga, termina secca e piccante, con spiccate note di resina, agrumi e tabacco. Nell’articolato retrolfatto risaltano distintamente impressioni terrose, di pino, scorza di pompelmo, nell’ostinato tentativo di scalzare la recrudescenza dell’elegante dolcezza tropicale.
Wylam The Man Behind The Door, india pale ale di colore arancio sfumato e dall’aspetto abbastanza confuso (g.a. 7,2%). Il nome vuol dire “l’uomo dietro la porta”. Con una carbonazione leggera, la schiuma biancastra si rivela modesta in tutto, dalle dimensioni alla tenuta e all’aderenza. Fresco, pulito ed elegante, l’aroma sprigiona sentori di cedro, arancia, pompelmo, aghi di pino, sedano, luppolo un po’ agrumato e resinoso; con indizi più tardivi di frutta tropicale, malto, caramello, anche minerali. Il corpo medio ha la tipica consistenza a chiazza di petrolio. Il gusto inizia piuttosto amaro e pungente con un buon morso di luppolo, si asciuga verso il centro granuloso del lungo percorso, prende quindi qualche succosa nota di frutta tropicale. Ricco di calore etilico, il finale si rivela amaro, resinoso, addirittura piccante. Erbe secche officinali rendono ruvida la discreta persistenza del retrolfatto.
Wylam Macchiato, porter di un impenetrabile colore nero intenso (g.a. 6,5%); con utilizzo di avena e lattosio. La carbonazione è bassa; la schiuma moca, abbondante, sottile, cremosa, ma di una rapida dissoluzione che lascia a malapena i segni dell’allacciatura. Intenso, pulito, gradevole, l’olfatto regala profumi di cioccollato fondente, lattosio, chicchi di caffè, noci, liquirizia, torrone, nocciola, caramella mou, frutti di bosco, vaniglia, malto tostato dal profilo lattiginoso, nonché qualche indizio di cannella e luppolo terroso. Il corpo medio tende al pieno, in una consistenza piuttosto grassa. Intanto che avena e lattosio donano una morbida sensazione palatale, il gusto si snoda con malto tostato, caffè, melassa, cioccolato, noci, una sorta di caramello appiccicoso. Non mancano accenni di carbone e toast bruciato, menta e luppolo legnoso; mentre la torrefazione del caffè apporta una lieve acidità e, non appena la birra si riscalda, compare qualche spunto fruttato di mirtillo. Il finale è di un malto scuro ben tostato con tocchi di caffè persistenti. Nel retrolfatto pralinato, lo strato di zucchero caramellato ha di gran lunga la meglio sul cioccolato.
Wylam Futureshock, black IPA di colore marrone molto scuro, quasi nero, e dall’aspetto opaco (g.a. 6%). Utilizza malto di segale, avena e destrina di grano. Con una discreta effervescenza, la schiuma cappuccino sbocca enorme, sottile, compatta, cremosa, di notevole tenuta. Nella sua elevata intensità, l’olfatto offre attraenti sentori di malto tostato, cioccolato al latte, frutta secca ed esotica, caramello, orzo in tazza, pane di segale, liquirizia, avena bruciata; e non senza un acuto sottofondo di pino, erbe, agrumi, luppolo verde. Il corpo medio ha una consistenza piuttosto grassa e appiccicosa. Malto tostato, caffè, liquirizia, cacao in polvere, segale, succosa frutta tropicale, in sinergia con pino, cuoio, erbe, agrumi, terrosità, luppolo speziato, allestiscono l’ottimo equilibrio gustativo. Un’opportuna punta di acidità precede il finale leggermente amaro e secco, ai limiti dell’astringenza.Fumo, liquirizia e cioccolato fondente caratterizzano le lunghe sensazioni retrolfattive.
Collaborazione
North Brewing Co/Track/Wylam LMN (LDS MCR NCL), double NEIPA di colore arancio e dall’aspetto torbido (g.a. 8,7%); in collaborazione con North Brewing Co. di Leeds e Track Brewing Co. di Manchester. La frizzantezza è abbastanza contenuta; la schiuma biancastra, di medie dimensioni, fine, compatta, cremosa, di notevole tenuta e aderenza. L’aroma si libera intenso, succoso, e molto gradevole, a base di agrumi (pompelmo, lime, cedro, limone), frutta tropicale acerba (ananas, mango, frutto della passione), pino verde, erba, paglia bagnata, luppolo leggermente resinoso. Il corpo, da medio a pieno, ha una tessitura decisamente oleosa. Con una solida spina dorsale maltata, il gusto può distendersi morbido e semisecco, moderatamente dolce e amaro, tra note minerali, di pino, lievito, agrumi, resina, luppolo erbaceo, scorza di arancia e di limone. Da parte sua, l’alcol proprio non riesce a rimanere tra le righe e, a tratti, rallenta la scorrevolezza della bevuta. Il finale ha, per fortuna, breve durata, con una dolcezza piuttosto pesante di frutta tropicale matura. Rimette le cose a posto il retrolfatto, ricco di scorza di pompelmo con lievi sensazioni di resina.