Numero 04/2017

24 Gennaio 2017

Spagna birraria: una nazione in pieno fermento!

Spagna birraria: una nazione in pieno fermento!

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Nel 2014 all’Università Pablo de Olavide a Carmona (Siviglia) durante il congresso “Analisi sensoriale degli alimenti come misura per la qualità e neuromarketing” il membro della Fondazione Cruzcampo, del Gruppo Heineken e della Scuola alberghiera Gambrinus, Juan Ramón Cortés, ha affermato: “Noi spagnoli non abbiamo una cultura birraria, abbiamo bisogno di formazione per valorizzare al meglio questo prodotto. Quando beviamo una birra al bancone siamo all’oscuro del suo potenziale”.
Con queste parole Cortés sostiene che, nonostante la crisi del paese, le difficoltà economiche non abbiano particolarmente colpito il consumo di birra, ma solo rallentato cambiando il modo di berla: “Prima si faceva per strada e ora di più in casa”.
Sembra pensarla allo stesso modo anche Jacobo Olalla Marañón, Direttore Generale della “Asociación de Cerveceros de España”. L’Associazione dei Birrai di Spagna, nata nel 1922, fu fondata dalle compagnie birrarie che producono in Spagna le principali marche: MAHOU SAN MIGUEL, HEINEKEN ESPAÑA, DAMM, HIJOS DE RIVERA, COMPAÑIA CERVECERA DE CANARIAS e LA ZARAGOZANA.

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Marañón afferma: “Nel 2015 il settore birrario è cresciuto in vendite e in produzione e, allo stesso tempo, è aumentato il consumo di birra. L’esportazione è in continuo aumento, sinonimo di qualità del nostro prodotto”.
A favorire i risultati è sicuramente il record di turismo e il buon clima mediterraneo di cui gode la Spagna, così come il buon andamento della ristorazione, che rappresenta il principale canale di consumo di birra. Birrerie e ristoranti in Spagna vanno di pari passo, difatti nel 2015 si è registrato un incremento del consumo di birra pari al 4,5%.
Inoltre Marañón afferma: “Guardiamo al futuro con ottimismo, coscienti che se si genera un clima di fiducia nell’economia nazionale che permetta di riattivare il consumo e tenere un quadro fiscale stabile, senza variazioni di tasse speciali, ne il tipo di IVA, questo settore continuerà a contribuire al recupero economico del nostro paese”.

Certo sarebbe bello se si potesse dire la stessa cosa per le birre artigianali: in Spagna, infatti, come in Italia c’è una “esplosione” di microbirrifici, una vera e propria “rivoluzione birraria”, però più giovane di una decina di anni rispetto a quella italiana e che deve ancora maturare. È un continuo aprire di nuovi locali e nuovi birrifici in tutte le regioni del paese. Così come sono in costante crescita i numerosi festival, associazioni culturali brassicole, corsi per degustazione e produzione per principianti, scuole per futuri mastri birrai e eventi di ogni genere a tema birrario.

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Un avvenimento importante nella scena brassicola spagnola è avvenuto lo scorso 17 dicembre 2016, data in cui è stato pubblicato nel Bollettino Ufficiale dello Stato spagnolo il “Real Decreto 678/2016” relativo all’approvazione della norma di qualità della birra e delle bevande al malto.
Gli articoli 3 e 7 della citata norma descrivono specificatamente i processi di elaborazione artigianale della birra.
L’articolo 3 definisce la “Produzione artigianale”: l’elaborazione secondo quanto previsto nella presente norma di qualità (riferito all’articolo 2 sui processi di produzione e qualità delle materie prime), mediante un processo che si sviluppi completamente nello stesso impianto di produzione nel quale l’intervento personale costituisce il fattore predominante, sotto la direzione di un mastro birraio o artigiano con esperienza dimostrabile e privilegiando nella produzione il fattore umano rispetto a quello meccanico, ottenendo un risultato finale personalizzato, che non si produca in grandi quantitativi, se si vuole essere considerati artigiani.
D’altra parte, l’articolo 7 segnala che le birre prodotte conforme al metodo di produzione artigianale potranno includere l’espressione “di produzione artigianale”, come informazione alimentare nell’etichetta.

Approfondiamo di seguito, a grandi linee, qual è la situazione dei birrifici artigianali in Spagna, secondo una tabella riportata dalla “Agenzia Spagnola della Sicurezza Alimentare”:

  • nel 2010 hanno aperto 16 nuovi microbirrifici;
  • nel 2011 hanno aperto 21 nuovi microbirrifici;
  • nel 2012 hanno aperto 41 nuovi microbirrifici;
  • nel 2013 hanno aperto 81 nuovi microbirrifici;
  • nel 2014 hanno aperto 118 nuovi microbirrifici;
  • nel 2015 hanno aperto 105 nuovi microbirrifici;

 

Attualmente in Spagna si contano 715 microbirrifici, la maggior pdei quali è concentrata nel territorio catalano.

Nonostante il numero di birrifici presenti sul territorio spagnolo, la quantità di birre prodotte, rispetto a quelle industriali, è pari al 1%.
La tendenza dei birrai spagnoli è quella di creare birre con le più svariate aromatizzazioni, usando spezie, frutta, piante e fiori e sembra quasi che non vogliano seguire una linea tradizionale degli stili classici, bensì vogliono creare una propria impronta, dando un certo carattere nazionale alle loro birre, come se durante un viaggio in un altro paese, chissà Regno Unito o Germania o dovunque sia, ci si trovi a degustare una birra spagnola e si possa riconoscerne la provenienza già da una prima analisi organolettica.
La maggior parte dei birrifici sono piccole realtà che fanno solo vendita locale. Molte volte i birrai sono costretti a viaggiare per partecipare a eventi e presentazioni commerciali e riescono a sopravvivere presentando il loro prodotto tra le numerose fiere ed i mercatini delle città. Dall’altra parte poi ci sono anche numerosi birrifici che si distinguono per la loro qualità e che si sono fatti un nome anche fuori dal territorio spagnolo, come ad esempio il famoso birrificio catalano “Guineu”.

 

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Sono poi sempre più numerosi quelli che decidono di offrire anche una gamma gastronomica, come i brew-pub, dove si può accompagnare un ottimo piatto con una freschissima birra. Qualcuno di questi propone delle ricette curiose come ad esempio uno stufato di manzo lasciato marinare in una Quadrupel, tartare di salmone marinato sotto sale e luppolo con avocado, deliziose salse fatte ognuna con una birra diversa per accompagnare le “Bravas” (cubi di patate fritte secondo tradizione), marmellate di birra da accompagnare ai buonissimi formaggi o il famoso “Birramisù” fatto con una Imperial Stout e chi più ne ha più ne metta. Ovviamente non possono mancare gli Hamburger!
Tra le grandi notizie non si può sottovalutare l’imminente apertura del primo birrificio trappista spagnolo. Era solo questione di tempo che anche la Spagna si unisse al movimento birrario trappista, dopo l’inserimento di Francia, Austria, Stati Uniti, Olanda e Italia negli ultimi anni.
Attualmente la Spagna dispone di vari monasteri dell’Ordine cistercense (un ordine monastico di diritto pontificio) assegnati all’associazione trappista. Uno di questi cura particolari attenzioni alla produzione birraria: si tratta del Monastero Trappista di San Pedro de Cardeña a Burgos, un comune situato nella comunità autonoma di Castiglia e León. L’autore di questa idea è l’abate Padre Roberto Iglesias, sviluppata poi da Padre José Luis e dal mastro birraio Bob Maltman.
La birra si chiama Cardeña, una Tripel con 7% di alc. e sino a quando non verrà costruito il birrificio dentro le mura del monastero, perché possa ottenere il logo esagonale che la identifica come prodotto autentico trappista, verrà ancora prodotta in un birrificio di Madrid.

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Lo scopo della produzione di birra dentro il monastero è quello di poter avere i fondi necessari al mantenimento della congregazione e degli edifici del monastero stesso oltre che per aiutare i bisognosi, come stabilito dall’Ordine.
La birra sarà un prodotto aggiunto ad altri già esistenti ed elaborati dai monaci di Cerdaña, come vari tipi di vini e formaggi.

Per concludere ecco una piccola lista con le birre e i birrifici reputati migliori per ciascuna:

1- Madrid:

  • Mad Brewing: “Mad Red” American Red Ale, 7%
  • La Quince: “Hop Fiction” APA, 5,4%

2- Cantabria:

  • Dougall’s: “942 IPA” IPA, 7%

3- Navarra:

  • Naparbier: “Pumpkin Tzar” Pumpkin Imperial Stout (con Habanero chili) 11,6%

4- Cataluña:

  • Guineu: “Wipa” Wheat IPA, 6,8%.
    Ratpenat: “Imperial Stout” 11,3%
    Barcelona Beer Company: “Big Bear” Pale Ale, 5%
    Barna-Brew: “Moreneta Bruna” Brown Ale, 5,5%
    Nomada: “Tu Jardín” Saison, 7,2%

5- Galicia:

  • Santo Cristo: “Castaña asada” Ale con castagne arrosto, 7,1%.

6- Valladolid:

  • Milana: “Black Feet” Black Ipa, 6,4%.

7- Extremadura:

  • Sevebrau: “Abril” Lager, 6%.

8- Toledo:

  • Cervezas Medina: “Vendimia” Saison con mosto d’uva, 7,4%
  • Domus: “Aurea” IPA, 5,4%

9- Guadalajara:

  • Arriaca: “Vikingathor” Doppel Bock, 8,2%

10- Euskadi:

  • Laugar: “Aupa Tovarisch”Imperial Stout, 11,3%
  • Bidassoa Basque Brewery: “Mugalari” APA, 5,6%

 

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Matteo Busia
Info autore

Matteo Busia

Nato e cresciuto in un piccolo paesino della provincia di Oristano, in Sardegna, mi sono poi trasferito per alcuni anni a Bologna in cerca di lavoro. Dopo cinque anni passati in terra emiliana tra tortelloni e tigelle sono rientrato in Sardegna, era il 2009, anno in cui ho fatto la mia prima cotta come homebrewer con i kit per poi passare al sistema All Grain. Da qui si è aperto un nuovo mondo per me, ho cominciato a studiare birrificazione sui libri, fare ricerche su internet e partecipare ai vari corsi di produzione e degustazione di birre, eventi birrari e concorsi organizzati dalle associazioni culturali locali. Dopo pochissimo tempo mi sono trasferito a Milano, città che pullula di birrifici e di locali dove si possono degustare buonissime birre. Anche qui non mi sono fatto scappare i corsi di degustazione, laboratori e i numerosi eventi a tema birrario, senza mai smettere di dedicarmi all’homebrewing. Da poco più di un anno vivo a Barcellona dove lavoro come cuoco e dove la cultura birraria si sta diffondendo molto velocemente. Ho lavorato nella cucina di un brew-pub dove quasi tutte le ricette hanno la birra da loro prodotta come ingrediente. Anche qui come in Italia nascono uno o due nuovi birrifici alla settimana e si possono trovare delle birre veramente interessanti e Barcellona è una città che non sta mai ferma, vengono organizzati numerosi eventi e festival durante tutto l’anno, cercherò di presentarveli e descriverli nel miglior modo possibile. ¡Salud!