Numero 04/2019

23 Gennaio 2019

Birra Galassia: da Beer-firm a indipendente in quel di Pordenone!

Birra Galassia: da Beer-firm a indipendente in quel di Pordenone!

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L’annuncio ufficiale è stato la sera dell’11 gennaio all’Urban Farmhouse di Pordenone: Birra Galassia, beerfirm attivo dal 2015 che si è appoggiato nel tempo a diversi birrifici veneti e friulani per la produzione, aprirà in primavera il suo stabilimento in città. La notizia non sta tanto nel fatto che un beerfirm faccia il grande passo – cosa che, in questi ultimi anni, si è vista più volte; quanto il fatto che la città sul Noncello veda di nuovo la produzione di birra sul proprio territorio, dato che è dagli anni Venti del Novecento – quando vennero chiusi gli stabilimenti di Birra Momi e Birra Pordenone, attivi dalla fine del secolo precedente – che questa è cessata. Un segnale di buon auspicio, quindi, per quanto riguarda la vivacizzazione del panorama birrario pordenonese – che già vede diversi altri birrifici ben avviati in provincia.

 

 

Va precisato, per dovere di cronaca, che stiamo parlando unicamente della produzione di birra propriamente intesa: chi conosce la zona sicuramente potrà citare come birra pordenonese, oltre a Galassia, Birra di Naon – che già nel nome sancisce la sua origine e utilizza materie prime locali dall’orzo, al grano saraceno, al luppolo, al cumino. Si tratta però anche in questo caso di un beerfirm – all’opera dal 2014, e anch’esso prossimo all’avvio del proprio impianto nei pressi della città. Galassia sarà quindi il primo a riportare la produzione di birra fisicamente in città, mantenendo come punto di degustazione privilegiato Urban Farmhouse – “osteria della birra” nata su iniziativa di Christian Gusso, uno dei tre soci nonché cuoco per formazione, e già al suo terzo anno di attività in centro a Pordenone. A lui si aggiungono Tommaso Fracassi, tecnologo alimentare, e Davide Bernardini, sviluppatore software: accomunati dalla passione per l’homebrewing, i tre hanno alla fine trasformato il loro hobby in una professione.

 

L’avvio della produzione è appunto previsto per la prossima primavera, ma i tre soci hanno deciso di dare l’annuncio sin d’ora. La motivazione è «rendere partecipi tutti di ciò che stiamo facendo, in quanto conseguenza diretta del percorso fatto fin qui: stiamo costruendo qualcosa che è strettamente legato alla città e a chi la abita, e quindi volevamo condividerlo perché riguarda tutti. Più che un lancio commerciale, si tratta di tenere aggiornato chi ci segue, nell’ottica di quella crescita graduale e di rapporto diretto ed informale che abbiamo sempre perseguito». Al di là delle dichiarazioni, si coglie l’intento di mantenere fidelizzato il proprio pubblico anche attraverso notizie non di grande portata, ma di maggiore frequenza: approccio congeniale ai piccoli birrifici che probabilmente non avranno mai notizie “mirabolanti” da dare, ma tengono a coltivare il contatto diretto con il pubblico locale.

 

 

I ragazzi di Galassia, nel diventare autonomi, non hanno posto come primo obiettivo l’aumento della produzione; ma, lavorando su un impianto più piccolo rispetto a quelli dei birrifici a cui si sono appoggiati sinora – 3 hl – privilegiare la sperimentazione. Che, in effetti, è loro caratteristica distintiva: basti pensare che buona parte delle loro birre fisse non rientra nei canoni tradizionali degli stili – come la “saison ipa” Galassia e la “belgian stout” Maan, curiosi (e a onor del vero ben riusciti) ibridi tra gli stili in questione. Non a caso queste due birre si sono guadagnate il titolo di “Grande birra” nella guida Slow Food, qualificando Galassia come unico beerfirm a fare il bis di questo titolo nell’edizione 2019. «Per quanto amiamo sperimentare, in particolare con i luppoli – spiegano – non intendiamo inseguire le mode, ma piuttosto cercare birre che abbiano una loro unicità». Anche grazie all’interesse specifico di Christian per le fermentazioni spontanee e miste: alcune creazioni – come la bitter Colony invecchiata in botti di castagno, la versione sour della Galassia, e la pale ale brettata Pioneer hanno già fatto la loro comparsa all’Urban Farmhouse e a manifestazioni prestigiose come La Notte della Botti a Torino.

 

Se il fatto di conoscere meglio l’impianto e muoversi su quantità più limitate favorirà sperimentazioni ben riuscite, è dunque lecito aspettarsi birre originali e interessanti; tenendo comunque presente che, pur essendo quelle di Galassia birre sui generis, non intendono mai cercare lo stupore a tutti i costi.

 

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Chiara Andreola
Info autore

Chiara Andreola

Veneta di nascita e friulana d’adozione, dopo la scuola di giornalismo a Milano ho lavorato a Roma – dove nel 2009 ho conseguito il titolo di giornalista professionista – e a Bruxelles al DG Comunicazione della Commissione Europea. Lì sono iniziati i miei primi timidi approcci con la birra, tra cui la storica Bush de Noel che ha finito per mettere il sigillo definitivo alla storia d’amore tra me e il mio futuro marito – e già da lì si era capito che una storia d’amore era nata anche tra me e la birra. Approdata a Udine per seguire appunto il marito, qui ho iniziato ad approfondire la mia passione per la birra artigianale grazie al rapporto in prima persona con i birrai – sia della regione che più al largo – e i corsi di degustazione tenuti dal prof. Buiatti all’Università di Udine; così dal 2013 il mio blog è interamente dedicato a questo tema con recensioni delle birre e resoconti delle miei visite a birrifici, partecipazioni ad eventi e degustazioni. Le mie collaborazioni con pubblicazioni di settore come Il Mondo della Birra e Nonsolobirra.net, con eventi come la Fiera della Birra Artigianale di Santa Lucia di Piave e il Cucinare di Pordenone, e la conduzione di degustazioni mi hanno portata a girare l’Italia, la Repubblica Ceca, il Belgio e la Svezia. Ora sono approdata anche al Giornale della Birra, un altro passo in questo mio continuare a coltivare la mia passione per il settore e la volontà di darvi il mio contributo tramite la mia professione.