Numero 36/2021

10 Settembre 2021

La birra fa latte? Falsi miti e leggende sull’alcol in gravidanza

La birra fa latte? Falsi miti e leggende sull’alcol in gravidanza

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Un mito che si tramanda di generazione in generazione: bere birra durante l’allattamento fa aumentare la produzione di latte materno. Ma è davvero così? O addirittura è negativo per la saluta di mamma e neonato?

La risposta è netta: non esistono evidenze scientifiche che dimostrino un effetto della birra o dell’alcol in generale sulla quantità di latte prodotto dalle ghiandole mammarie. Al contrario, questa abitudine causa una riduzione della produzione di latte e può avere delle conseguenze negative per la salute dei neonati allattati al seno.

Secondo i risultati di una ricerca in cui sono stati messi assieme i dati di otto studi sull’argomento, l’assunzione di alcol durante l’allattamento non determina un aumento della produzione di latte materno, bensì una riduzione . Inoltre, è stato dimostrato che i neonati tendono ad assumere meno latte se vengono nutriti nelle ore immediatamente successive a un’assunzione acuta di alcol da parte della madre: l ‘allattamento dopo uno o due drink (compresa la birra) può ridurre l’assunzione di latte del bambino dal 20 al 23%, oltre a causare nel lattante agitazione e alterazioni del sonno.

 

Gli effetti dell’ingestione di alcol durante l’allattamento sono complessi e dipendono dalla quantità e dalla frequenza con cui la madre lo assume. L’alcol passa nel latte alle stesse concentrazioni del sangue materno, e i livelli più elevati si osservano circa 30-60 minuti dopo l’assunzione. Tuttavia, a causa di meccanismi fisiologici legati all’allattamento, fortunatamente l’infante è esposto solo a una parte di questa concentrazione. Allo stesso tempo, però, l’assunzione di bevande alcoliche inibisce l’ossitocina – l’ormone che stimola la contrazione delle cellule muscolari del seno, favorendo la fuoriuscita del latte – e può determinare quindi una riduzione della quantità di latte che il neonato riesce a prendere. Inoltre, il consumo di alcol altera in modo consistente l’odore del latte materno, un effetto ulteriore che potrebbe contribuire a una minore assunzione di latte.

Non c’è molta chiarezza sugli effetti sulla salute dei neonati associati al consumo di alcol da parte della madre che allatta. Alcuni esperti sostengono che questo sia pericoloso solo in dosi elevate, mentre altri consigliano di astenersi completamente. Oltre ai possibili rischi associati a una ridotta assunzione di latte materno da parte degli infanti sono stati infatti documentati effetti negativi sul sonno, con alcuni studi che hanno messo in evidenza fasi REM più brevi e una maggiore frammentazione.

 

Gli effetti a lungo termine del consumo di latte materno contenente alcol sono invece in buona parte sconosciuti. Nel 1978 venne descritto il caso di un bambino che, allattato al seno da una madre forte bevitrice, aveva sviluppato dei sintomi che mimavano quelli della sindrome di Cushing: aspetto gonfio, eccessivo guadagno di peso e altezza ridotta rispetto agli standard. Uno studio successivo ha invece individuato un’associazione con un ridotto sviluppo psicomotorio, anche se tale evidenza potrebbe essere stata determinata dalla maggiore età delle madri che assumevano più alcol.

Il consiglio da dare a una mamma che allatta è di evitare il consumo di alcol, affidandosi al buon senso.

 

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Lorena Ortega
Info autore

Lorena Ortega

Mi chiamo Lorena Carolina Ortega, sono nata a Rosario, in Argentina. Nel 2013 ho deciso trasferirme in Perù, dove sono diventata Beersommlier e giudice BJCP.
Ho lavorato per 5 anni per birrificio Nuevo Mundo nella mansione di Responsabile di eventi, dove ho conquistato alcuni dei miei obiettivi: incentivare gli studenti universitari alla passione per il fenomeno della birra artigianale con tours per il birrificio; riunire la birra e la musica con l’organizzazione di un festival ad edizione bimensile chiamato Rica Chela, sostituire la vendita di birra industriale con la birra artigianale nel festival Selvamonos, un evento musicale con piú di 11°edizioni; iniziare la diffusione di birre artigianali in ristoranti gourmet e collaborare nell’organizzazione del primo franchising di bar di birra artigianale a Lima e nella formazione dei camerieri. Adesso in Italia, da febbraio 2019 vivo nella città Terracina, cercando di portare avanti la mia passione per la birra nel territorio mediterraneo.