Numero 36/2021

10 Settembre 2021

Ecco la fioritura del luppolo!

Ecco la fioritura del luppolo!

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Con l’inizio di settembre i coni del luppolo, cioè i fiori femminili, sono in pieno rigoglio. Il luppolo è, in termine tecnico, una pianta dioica, cioè i fiori femminili e maschili sono portati da piante diverse. L’aspetto di queste è simile, e la differenza si po’ evidenziare appunto solo a livello dei fiori. Vi rimandiamo a questo bell’articolo di Massimo Prandi uscito sul Giornale della Birra, che approfondisce esaurientemente la questione.

Se avete acquistato le piantine da una ditta specializzata, vi saranno state inviate naturalmente piante femmine, perché è l’infiorescenza femminile, il cono appunto, quella che interessa l’homebrewer. Se provate a prendere qualche cono e lo sezionate longitudinalmente, come si vede nella foto, noterete del materiale di colore giallo a livello dell’inserzione delle brattee sul peduncolo centrale. Si tratta della “luppolina”, cioè del secreto di ghiandole resinose responsabile delle caratteristiche aromatiche ed amaricanti del luppolo. Provando a toccarlo, vi accorgerete che è piuttosto appiccicoso e profumatissimo.

 

A questo punto non resta che aspettare che il cono sia giunto al giusto grado di maturazione e procedere alla sua raccolta. A livello amatoriale questo può essere fatto soltanto “ad occhio”. Un po’ come per ogni altra coltivazione in un orto domestico, vi accorgerete che con l’esperienza riuscirete a capire quando è giunto il momento di raccogliere.

Il metodo più semplice, anche se chiaramente empirico, è toccare i coni. Il momento giusto per la raccolta è quando il cono avrà raggiunto una consistenza “cartacea”. In questo periodo, ad esempio, vi accorgerete che i coni possiedono ancora molta umidità, per cui risultano morbidi al tatto. Quando inizierà a calare la percentuale di umidità ed al tocco si sentirà una consistenza più secca ( i coni “scrocchiano” al tocco), quello sarà il momento giusto.

In un prossimo articolo concluderemo l’argomento parlando della conservazione post-raccolta.

 

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Enrico Garda
Info autore

Enrico Garda

Sono nato a Torino nel 1961 (ormai viaggio per i 60!), ma mi considero lombardo di adozione, perché abito in provincia di Lecco da ben 45 anni, dove mi sono sposato con Patrizia e ho avuto 3 figli (ho già anche 2 nipotine). Sono stati proprio i miei figli, conoscendo la mia passione per la birra, che un Natale di due anni fa mi hanno regalato un kit per fare la birra in casa. La scintilla devo dire che non è scoccata subito. Il kit è rimasto in cantina per qualche mese. In questo tempo ho meditato, mi sono informato, ho letto e poi…mi sono lanciato nel vuoto. E dico proprio nel vuoto perché “Nessuna esperienza precedente può averti preparato per assistere alla carneficina a cui assisterai fra poco”, come dice Dan Aykroyd a Eddie Murphy in Una poltrona per due. Naturalmente esagero, però i problemi che si devono affrontare durante la preparazione della nostra bevanda preferita sono tanti e a volte difficili da risolvere. Ho pensato allora di mettere a disposizione la mia piccola esperienza (ho fatto fino ad ora una decina di birre diverse, provando tecniche e stili vari) di homebrewer molto casalingo a chi vuole entrare in questo mondo veramente affascinante. Ho una predilezione per le birre tedesche, che sono, come loro, intendo i tedeschi, asciutte e di poche parole. Pochi fronzoli, niente gusti strani, il malto ed il luppolo che dominano su tutto. Ma mi piace anche sperimentare. Se qualcuno vorrà poi condividere con me le sue esperienze ben venga. Ho poco da insegnare e tanto da imparare.