Numero 36/2023

5 Settembre 2023

Acido Acida 2023: una edizione memorabile per la decima!

Acido Acida 2023: una edizione memorabile per la decima!

Condividi, stampa o traduci: X

 

Si è appena conclusa l’edizione 2023 di Acido Acida, a cui chi scrive ha avuto il piacere di partecipare. Un’edizione peraltro significativa, la decima: con oltre 200 birre a listino (di cui diverse esclusive per il festival e debutti al di là dei confini nazionali) tra Inghilterra e ospiti italiani, una cinquantina di birrifici, per un panorama di produzioni selezionate tra le creazioni di punta di ciascuno dei partecipanti – con un occhio di riguardo per fermentazioni spontanee e barricate. Una descrizione andrebbe dunque ben al di là dei confini di un singolo articolo (vi rimando eventualmente al mio blog per la recensione di alcune di queste); perciò, dato che il valore aggiunto in un caso come questo è il fatto di poter incontrare i birrai o i loro collaboratori, è per l’appunto su questo che mi soffermerò.

 

Li ho interpellati in particolare sul tema del crescente interesse del pubblico britannico per le fermentazioni spontanee. Vedendo la lista dei presenti alle ultime edizioni del festival, infatti, è facile notare come ci siano numerosi birrifici che operano in questo campo, di cui diversi più giovani del festival stesso – e si potrebbe quindi dire che l’ideatore, Davide Franchini, ci ha visto lungo a questo proposito.

 

Ho iniziato da quella che è stata la principale novità di quest’anno, Balance Brewing&Blending, giovane (ha aperto nel 2021) nonché unico birrificio di Manchester ad occuparsi esclusivamente di affinamento, appoggiandosi ad altre aziende locali per brassare. Mentre sorseggiavo la loro Saison de Maison Blend #3 (un blend di tre diverse botti di rovere di ex vino rosso, risalenti al periodo tra dicembre 2021 e marzo 2022, classificato come farmhouse ale) ho fatto una chiacchierata con James e Will, i fondatori, a questo proposito. A loro detta, si tratterebbe principalmente di un fattore di curiosità: “Certo l’Inghilterra ha una tradizione birraria secolare e ben solida, però giocata principalmente su stili definibili come classici e codificati – hanno osservato –. Per cui presentare qualcosa di più complesso, come appunto le fermentazioni spontanee, suscita un interesse ed una curiosità che sono sì ancora di nicchia ma in forte crescita”.

 

Una visione simile è stata confermata da Pastore: un birrificio che tratta esclusivamente fermentazioni spontanee gestito da padre e figlio, Chris e Ben rispettivamente, nel Cambridgeshire, e il cui nome italiano rende omaggio alle origini della nonna. Davanti alla loro Zuppa Inglese (una pastry sour a base avena con vaniglia e frutti rossi, che sour è e sour rimane giocando sui contrasti tra dolce e acido in un encomiabile equilibrio) hanno fatto notare come persino le tanto vituperate Ipa “sopra le righe”, da più parti accusate di aver fatto per certi versi degenerare il fenomeno della birra artigianale, hanno in qualche modo contribuito alla causa: “Dopo aver assaggiato una birra di quel tipo e aver urlato Wow! – ha ironizzato Chris – molti si sono chiesti che cosa ci fosse oltre, e sono andati alla ricerca di sapori e aromi sempre più complessi: e la risposta è stata la fermentazione spontanea e mista”. Ho chiesto un commento anche sul fenomeno delle pastry, avendo osservato che le loro sono molto equilibrate: su quello invece, a loro avviso, c’è ancora la ricerca del “famolo strano”, cosa che in Italia invece si è un po’ sgonfiata.

 

E che il “famolo strano” abbia ancora il suo peso, per quanto sia forse in declino, è stato Jack del birrificio Tartarus, partito nel 2020 con una gamma di birre di tipo Imperial ed europee, e che poi si è dato a sperimentazioni di ogni genere su tutti i fronti – compreso quello del nero di seppia per le birre scure: Jack mi ha riferito come ad esempio questo esperimento nello specifico, che alla fine però non è arrivato in produzione, fosse nato appunto da un assaggio “bizzarro” che lui aveva fatto da un altro birrificio. E parlando di birre non convenzionali è da segnalare in particolare la loro Valkyrie, una Black Ipa con lievito kweik – oggi in realtà abbastanza noto, ma appannaggio solo degli intenditori fino a pochi anni fa, almeno al di là della Scandinavia e dintorni. E in quanto a sperimentazioni poco distante c’era la Everything’s just swell di Rooster’s, una Pils con luppoli della West Coast: provare per credere alla maniera in cui aromi fruttato-resinosi passano la mano al riconoscibilissimo corpo da Pils e all’amaro erbaceo finale, in un insieme che – per quanto possa piacere o meno, per carità – presenta un peculiare equilibrio della costruzione complessiva. Andreas, commerciale del birrificio, mi ha confermato dal canto suo – con Jordan di Tartarus che gli faceva eco – come anche Oltremanica ci sia stata una sorta di corsa a chi fa la birra più strana; e come la tendenza si stia smorzando ma sia ancora viva, per quanto si stia dirigendo verso prodotti che possano alla fine comunque dirsi equilibrati – se non altro per amor di vendite.

 

Condividi, stampa o traduci: X

Chiara Andreola
Info autore

Chiara Andreola

Veneta di nascita e friulana d’adozione, dopo la scuola di giornalismo a Milano ho lavorato a Roma – dove nel 2009 ho conseguito il titolo di giornalista professionista – e a Bruxelles al DG Comunicazione della Commissione Europea. Lì sono iniziati i miei primi timidi approcci con la birra, tra cui la storica Bush de Noel che ha finito per mettere il sigillo definitivo alla storia d’amore tra me e il mio futuro marito – e già da lì si era capito che una storia d’amore era nata anche tra me e la birra. Approdata a Udine per seguire appunto il marito, qui ho iniziato ad approfondire la mia passione per la birra artigianale grazie al rapporto in prima persona con i birrai – sia della regione che più al largo – e i corsi di degustazione tenuti dal prof. Buiatti all’Università di Udine; così dal 2013 il mio blog è interamente dedicato a questo tema con recensioni delle birre e resoconti delle miei visite a birrifici, partecipazioni ad eventi e degustazioni. Le mie collaborazioni con pubblicazioni di settore come Il Mondo della Birra e Nonsolobirra.net, con eventi come la Fiera della Birra Artigianale di Santa Lucia di Piave e il Cucinare di Pordenone, e la conduzione di degustazioni mi hanno portata a girare l’Italia, la Repubblica Ceca, il Belgio e la Svezia. Ora sono approdata anche al Giornale della Birra, un altro passo in questo mio continuare a coltivare la mia passione per il settore e la volontà di darvi il mio contributo tramite la mia professione.