10 Marzo 2014

La storia dei due nuovi birrifici trappisti

La storia dei due nuovi birrifici trappisti

Condividi, stampa o traduci: X

Tag: , , , , , , ,

 

Da poco due nuove abbazie cistercensi della Stretta Osservanza hanno ricevuto l’autorizzazione a produrre birra trappista. Si tratta dell’abbazia di Maria Toevlucht di Klein-Zundert in Olanda e dell’abbazia di St. Joseph di Spencer in Massachussets (U.S.A.).
L’abbazia di Maria Toevlucht sorge vicino a Breda in Olanda, vicino al confine belga. Due frati dell’abbazia di Koningshoeven nel 1899 trovarono un rifugio temporaneo nella fattoria De Kievit, dove iniziarono la costruzione di una piccola cappella , che l’Abate di Tilburg consacrò il 24 Maggio 1900. Da quel momento 12 monaci inziarono a vivere stabilmente in questi luoghi e il monastero fu chiamato Maria Toelvucht, che significa letteralmente “il rifugio di Maria”. Nonostante le difficoltà iniziali,  intorno al 1950 i monaci costantemente presenti all’interno delle strutture erano circa 80.

 

L’abbazia di Maria Toevlucht di Klein-Zundert.

L’economia del monastero era soprattutto basata sull’allevamento di bestiame, in particolare mucche da latte, e sulla coltivazione di un orto. Dalla fine degli anni ’60 si è deciso di ospitare, a pagamento, persone per ritiri di preghiera. Questa ultima attività è una delle principali fonti di reddito ed ha reso famosa l’abbazia. Tra le proprietà dell’abbazia ci sono ben 68 ettari di prati e boschi che vengono gestiti in collaborazione con Natuurmonument, società olandese che si occupa di preservare siti naturalistici.
L’abbazia produce una sola birra: la Zundert, commercializzata con il marchio De Kievit, è disponibile per i consumatori dalla fine del 2013. Ovviamente, siccome la produzione è recentissima, è quasi impossibile reperirla  in Italia. Ma se fate un viaggio dalle parti di Breda potrete acquistarla direttamente al negozio dell’abbazia. Se avrete occasione di trovarla sappiate che è una tripel di 8 gradi alcolici.

L’abbazia di Spencer, nello stato del Massachussets, è l’ultimo complesso trappista autorizzato a fregiarsi del logo esagonale sulle birre prodotte in convento. La storia dell’abbazia è molto travagliata e ricca di spostamenti da uno stato all’altro degli Stati Uniti d’America. Nel 1803 venti monaci del monastero svizzero di La Val Sainte furono inviati in America per cercare terre più sicure dell’Europa per fondare un nuovo monastero. I monaci restarono in America per undici anni, ma dopo la sconfitta di Napoleone decisero di tornare in Europa. Il caso, o la volontà di Dio, volle che padre Vincent de Paul Merle, al momento della partenza dal porto di Halifax, in Nuova Scozia, rimase attardato nel centro della cittadina a comprare viveri e la nave salpò senza di lui. Il monaco decise così di restare in America e di provare a fondare il primo monastero trappista in questo continente; grazie alla sua determinazione, dopo essersi messo al servizio del Vescovo del Quebec, nel 1819 trovo un terreno adatto alla fondazione di un monastero, precisamente a Tracadie in Nuova Scozia. Avute le necessarie autorizzazioni dall’Europa, riuscì a fondare in queste terre il monastero di Petit Clairvaux. Inizialmente la comunità contava solamente cinque monaci: le vocazioni erano scarse a causa delle Regole che erano interpretate in modo ferreo.

L’abbazia trappista di St. Joseph di Spencer.

Tra il 1857 e il 1862 furono inviati dal monastero belga di Westvleteren diciotto nuovi monaci a rinvigorire il numero dei fratelli presenti nel monastero. Nel 1869 il monastero divenne membro della congregazione trappista e affiliato all’abbazia di Getsemani in Kentucky. Il 4 Ottobre 1892 la Chiesa e tutto il complesso abbaziale vennero distrutti da un incendio. I monaci iniziarono la ricostruzione due anni più tardi, ma nel 1896 un nuovo incendio distrusse tutto il lavoro di ricostruzione.  I monaci furono, così, costretti  a rientrare in Europa od a disperdersi in altre abbazie dell’America. Solo 12 monaci rimasero a Petit Clairvaux. Considerate le vicissitudini, nel 1900, grazie all’intercessione di altre abbazie, si decise di trasferire l’abbazia nel New England e fu fondato il monastero di Nostra Signora della Valle. Inizialmente la vita non fu facile, ma i monaci non si persero d’animo e costruirono tutte le strutture necessarie. Purtroppo un nuovo incendio nel 1950 distrusse tutti gli edifici; fu così deciso di spostare nuovamente l’insediamento monastico in alcuni terreni nei pressi di Spencer in Massachussets. Le vocazioni erano così numerose che nel 1958 fu possibile fondare nuove abbazie nel Sud America.  Visto che l’autorizzazione alla produzione di birra trappista è recentissima, le bevande prodotte da questa abbazia non sono ancora in commercio e purtroppo per i consumatori europei, sembra che almeno inizialmente verranno commercializzate solo nel continente americano. Ad oggi non è ancora dato sapere quali e quante tipologie di birre verranno prodotte.

 

Condividi, stampa o traduci: X

Andrea Gattini
Info autore

Andrea Gattini

Sono nato il 23 Novembre 1979 a Carrara (MS) e vivo da sempre ad Avenza una frazione di Carrara. Ho conseguito il diploma di maturità scientifica.

La mia passione per la birra è nata parecchi anni fa. Inizialmente con una collezione di sottobicchieri di ogni marca di birra (ad oggi ne ho più di trecento), ma per motivi di spazio sto rallentando la raccolta. Grazie al gemellaggio pluritrentennale della mia città natale con Ingolstadt in Baviera, visto che ogni fine estate viene organizzata una festa della birra in stile Oktoberfest, questa mia passione non poteva che aumentare. Negli ultimi tempi sto inziando a collezionare bottiglie vuote di birra artigianale e bicchieri da birra. Ho pinte nonic, masskrug sia in vetro che in ceramica, weizenglass, teku, coppe trappiste, tulipani e calici a chiudere.

Con il tempo ho imparato a conoscere ed apprezzare meglio questa antichissima bevanda grazie ad un corso di degustazione a cui ho partecipato. Quando mi è possibile insieme alla mia compagna di vita Francesca partecipo ad eventi Slow Food e mi diletto, ove possibile, a visitare birrifici artigianali sparsi un po’ in tutta Italia. Cerco sempre di inserire nei miei viaggi qualche meta a sfondo birrario.

Non sono un esperto che può esibire certificati, sono semplicemente uno dei tanti consumatori pieno di passione per la birra che non smette mai di imparare e scoprire nuove notizie in ambito birrario e quando può cerca di divulgare il buon bere. Amo molto la cucina e mi piace sperimentare nuovi abbinamenti gastronomici con la birra.

Non sono un homebrewer, la birra preferisco berla!

Mi piace molto leggere libri gialli o thriller, tra i miei autori preferiti ci sono Camilleri, Follet e Malvaldi. Altra vera passione è il calcio, sono tifosissimo della squadra più bella che ci sia al mondo: ovvero la Fiorentina (vi avviso, in questo campo non riesco ad essere molto sportivo). Tra gli sport mi piacciono anche il ciclismo e il basket.

Spero che possiate appassionarvi ai contributi che ho pubblicato e produrrò su giornaledellabirra.it!

Aspetto i vostri suggerimenti e anche le vostre critiche e se avete dei dubbi o curiosità su qualcosa che ho scritto non esitate a contattarti tramite mail!

Prosit!