Numero 36/2020

5 Settembre 2020

Dalla Svizzera: Calanda Bräu

Dalla Svizzera: Calanda Bräu

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Tratto da La birra nel mondo, Volume II, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Calanda

(Calanda Bräu) Coira/Svizzera

Nel 1780 Rageth Mathis aprì, a Coira (in tedesco, Chur), un piccolo birrificio artigianale. Ma, in quel periodo in Svizzera esistevano più di 260 fabbriche di birra, quindi la concorrenza era spietata. Mathis pensò bene di unirsi alla Aktienbrauerei Chur, e poco dopo nacque la Rhätische Aktienbrauerei, con diversi stabilimenti disseminati nel Cantone dei Grigioni.

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Dopo la seconda guerra mondiale, la società ebbe una costante espansione, sino alla fusione, nel 1970, con la Engadiner Aktienbrauerei, da cui ebbe origine la Calanda Bräu. Nel 1990 infine, dalla fusione della Calanda Bräu con la Brauerei Haldengut (fondata nel 1843 a Winterthur, nel Canton Zurigo, da Ferdinand Ernst), sorse la Brauerei Calanda Haldengut, che divenne subito il terzo produttore di birra svizzero. Ovviamente, non si fece attendere più di tanto il solito “falco”: nel 1993 la Calanda Bräu era della Heineken, che creava così, nel 2001, la Heineken Switzerland (con una produzione annua di 500 mila ettolitri).

Nel 2008 la Heineken rilevò anche la Eichhof e, l’anno successivo, trasferì la propria sede svizzera a Lucerna. La produzione dell’ex Calanda Haldengut rimase a Coira, il cui stabilimento era stato ristrutturato anche per fabbricare localmente la birra Heineken. Pertanto non venivano più realizzate a Winterthur le birre lievemente affumicate della vecchia Haldengut.

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Calanda Edelbräu, pilsner di colore giallo paglierino (g.a. 5,2%). Con una carbonazione piuttosto bassa, la spuma emerge soffice, alta, di sufficiente tenuta. Se il malto si esalta poco, sia all’olfatto che al palato; non da meno, il luppolo accusa la propria labile tessitura. Il corpo medio presenta una consistenza acquosa. La corsa termina secca, aromatica, lasciando nel corto retrolfatto un’impressione fruttata. Si tratta comunque di un prodotto pieno e pastoso, ma dal gusto morbido, leggero.

Calanda Dunkel Brau, dunkel di colore marrone scuro (g.a. 4,8%). L’effervescenza è buona, piacevole; la schiuma beige, abbondante, cremosa, tenace. L’aroma si diffonde in maniera piuttosto forte, e vagamente dolce, a base di malto e cereali tostati, legno bruciato. Il corpo medio tende al leggero, in una consistenza parecchio acquosa. Il gusto, dal lieve carattere di tostature, appare alquanto pungente, benché smussato da sottili note caramellate. La corsa ha una durata regolare, in un’asciuttezza pulita che lascia nel discreto retrolfatto una sensazione amarognola, impreziosita da una fresca punta di acidità fruttata.

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Haldenkrone, pilsener di colore dorato chiaro (g.a. 5,2%). Costituiva il prodotto di punta dell’ex Haldengut. L’effervescenza ha una media intensità: la schiuma si presenta in un’attraente corona bianca, densa e compatta. L’aroma è caratterizzato da un tenue luppolo erbaceo, con qualche accenno fruttato, di pane e malto tostato. Nel corpo medio, dalla trama leggermente oleosa, il gusto mette in bella mostra il notevole equilibrio tra la fluidità del malto e le delicate note dell’amaricante. Il finale è breve, secco, amarognolo; e introduce un sufficiente retrolfatto dalle sensazioni fruttate e di luppolo fiorito.

Halden Gut Lager, lager di colore giallo dorato (g.a. 4,8%). L’effervescenza media genera una schiuma bianca non abbondante tanto meno stabile. L’aroma si sprigiona all’insegna del malto, concedendo poco spazio a sentori di luppolo, grano, caramello, zucchero a velo. Il corpo medio mostra una consistenza piuttosto grassa. Il gusto richiama il cereale ma, nel retrolfatto, cede il campo all’amaricante, che lascia il palato avvolto in un piacevole alone agrodolce.

 

 

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Antonio Mennella
Info autore

Antonio Mennella

Sono nato il primo gennaio 1943 a Lauro (AV) e oggi risiedo a Livorno.
Laureato in giurisprudenza, sono stato Direttore Tributario delle Dogane di Fortezza, Livorno, Pisa, Prato.
 
La scrittura è sempre stata una delle mie passioni, che è sfociata in numerose pubblicazioni di vario genere, alcune specificatamente dedicate alla birra. Gli articoli riportati sul Giornale della Birra sono tratti da La birra nel mondo, in quattro volumi, edita da Meligrana.

Pubblicazioni: 
Confessioni di un figlio dell’uomo – romanzo – 1975
San Valentino – poemetto classico – 1975
Gea – romanzo – 1980
Il fratello del ministro – commedia – 1980
Don Fabrizio Gerbino – dramma – 1980
Umane inquietudini – poesie classiche e moderne – 1982
Gigi il Testone – romanzo per ragazzi – 1982
Il figlioccio – commedia – 1982
Memoriale di uno psicopatico sessuale – romanzo per adulti – 1983
La famiglia Limone, commedia – 1983
Gli anemoni di primavera – dramma – 1983
Giocatore d’azzardo – commedia – 1984
Fiordaliso – dramma – 1984
Dizionario di ortografia e pronunzia della lingua italiana – 1989
L’Italia oggi – pronunzia corretta dei Comuni italiani e nomi dei loro abitanti – 2012
Manuale di ortografia e pronunzia della lingua italiana – in due volumi – 2014
I termini tecnico-scientifici derivati da nomi propri – 2014
I nomi comuni derivati da nomi propri – 2015
 
Pubblicazioni dedicate alla BIRRA:
La birra, 2010
Guida alla birra, 2011
Conoscere la birra, 2013
Il mondo della birra, 2016
 
La birra nel mondo, Volume I, A-B – 2016
La birra nel mondo, Volume II, C-K -2018
La birra nel mondo, Volume III, L-Q – 2019
La birra nel mondo, Volume IV, R-T – 2020
 La birra nel mondo, Volume V, U-Z– 2021
Ho collaborato, inoltre, a lungo con le riviste Degusta e Industrie delle Bevande sull’origine e la produzione della birra nel mondo.