Numero 18/2017

6 Maggio 2017

I Contrabbandieri di Birra: Capitolo 29

I Contrabbandieri di Birra: Capitolo 29

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Il trattore sul quale viaggiavano Giuseppe e Pietro andava a passo uniforme, lento ed instancabile.

Il borbottio del motore in accelerazione era un suono quasi rilassante.

I due erano lì, in viaggio per Maddalene, per effettuare l’ultima consegna dell’anno.

Dieci botti di birra al bar del paese.

Era passata più di una settimana, era un lunedì; i giovani avevano lasciato all’oste il tempo per riorganizzare il proprio magazzino per nascondere le botti.

Un prodotto di contrabbando non poteva certo essere in bella mostra e dieci botti erano un numero importante, difficile da occultare.

Il viaggio stava procedendo tranquillamente, i due erano in silenzio e da Giuseppe si espandeva una sorta di aura di tensione.

Non una tensione legata al loro lavoro, no!

C’era altro…

E Pietro lo sapeva.

Lo intuiva.

Stufo di essere lì, in silenzio, in balia dell’imbarazzo, decise di tagliare le testa al toro e di affrontare l’argomento scottante di petto:

«Non sei più andato da lei, vero?»

«Non capisco di che cosa stai parlando…»

«Fratello… ti prego, non insultare la mia intelligenza!»

«Che cosa intendi? Non ti capisco…»

Giuseppe avrebbe voluto rispondere con voce meno roca e più sicura.

«Andiamo, Giuseppe! Lo abbiamo notato tutti in casa… ti va di parlarne?»

«Cosa avreste notato?»

«Ogni sera tu uscivi di casa per andare dalla tua bella. Eri sempre raggiante e contento. Poi, ad un tratto, hai cominciato a non uscire più e sei  diventato cupo. Avete litigato?»

«No, sono solo teso per questa consegna… è l’ultima e poi…»

«Vediamo se indovino: le hai detto che cosa fai realmente per vivere e lei non l’ha presa bene… oppure le hai chiesto di sposarti e lei ha rifiutato…»

«Perché non ti fai gli affaracci tuoi?» sbottò il giovane.

«Sono affari miei! Il benessere di mio fratello è affar mio! Avanti, sono qui per aiutarti!»

Giuseppe sosperò, e decise di cedere alle pressioni.

Parlare, forse, lo avrebbe aiutato.

Dicevano tutti così: parlare con le persone care dei propri problemi è un modo per affrontarli, per esorcizzarli.

E poi…

E poi lui ne sentiva il bisogno…

Era dura portarsi dietro quel pesante fardello…

«Beh, diciamo che non sei distante dalla verità…»

«Com’è andata?»

«Quando sono andato a Maddalene, quando ho proposto a Renzo l’acquisto in blocco delle ultime botti, non mi sono accorto che non eravamo soli nel locale».

«C’era anche lei?»

«Già… non so come mai Renzo non abbia ritenuto opportuno evitare di parlare di affari di fronte ad altri… Boh, forse non considera una donna una minaccia, in fondo sappiamo tutti quanto poco siano considerate anche dai carabinieri stessi!»

«E quindi… cos’ha sentito?»

«Tutto, direi… ha sentito che sono uno che contrabbanda alcolici vietati, ha sentito che se ci scoprissero finirei in galera, ha sentito tutto!»

«E non l’ha presa bene, immagino…»

«Mi ha detto che l’ho tradita, ho tradito la sua fiducia e che quindi lei non può, non vuole più avere fiducia in me!»

Il silenzio calò nuovamente, Pietro stava cercando le parole adatte.

Avrebbe voluto dare conforto al fratello ma, purtroppo per lui, le uni che parole che fuoriuscirono dalla sua bocca furono:

«Bella situazione… ed ora, oltretutto, sa anche il nostro segreto!»

«Che vorresti dire?» Giuseppe si infervorò.

«Secondo te possiamo fidarci di lei?»

«Pensi che mi tradirebbe sputtanandomi in giro?»

«Penso che potrebbe denunciarci!»

«Oh, andiamo! È ridicolo!»

«Ne sei sicuro?»

«Noi ci amiamo… e presto risolverò tutto! Stasera andrò da lei e…»

«E cosa? È una donna tradita! Vorrà vendicarsi! E non parlo di corna, parlo del fatto che noi siamo dei delinquenti!»

«Non esagerare, andiamo!»

«Sono realista! Avrà anche paura di essere messa in mezzo, magari in un processo, se dovessero scoprirci!»

«Bah!»

«Ascolta: devi risolvere la situazione nel minor tempo possibile! Non possiamo rischiare!»

«Tranquillo, tranq…» Giuseppe si interruppe, lo sguardo sbarrato fisso dinnanzi a lui.

«Che diavolo c’è Gius… oh, merda! Un posto di blocco! Diavolo!»

«Sta calmo! Il carro ha il doppio fondo. E noi stiamo trasportando sacchi di farina…»

«Speriamo che non ci fermino…»

«Dubito che non ci fermino… speriamo che non ci scoprano.»

I Carabinieri fermarono, come da copione, il trattore:

«Buongiorno!»

«Buongiorno! Ha bisogno?» chiese Giuseppe educatamente.

«Scendete dal mezzo, per favore. Lentamente, le mani bene in vista».

Il giovane contò sei militari armi in pugno. Scappare sarebbe stato impossibile ed aggredirli… pessima scelta.

«Non capisco, cosa volete da noi?»

«Scendete dal trattore, non fatemelo ripetere».

I due scesero e tre militari iniziarono ad ispezionare il carro rimorchiato.

Svuotarono il cassone di tutta la farina in sacchi ma non trovarono niente di sospetto.

«Soddisfatti? Possiamo andare?» chiese Giuseppe, facendo trasparire la stizza che provava in quel momento.

«Dove la tenete?» chiese lo stesso carabiniere che li aveva fermati.

«Cosa? Non capisco di cosa stia parlando! Se ci state accusando di qualcosa, ditelo apertamente!»

«Siete Giuseppe e Pietro Vinaj, dico bene?»

«Sì! Lei come fa a saperlo?»

«Vogliamo la birra, datecela ed andrà tutto bene!»

«B-birra? Che birra?» Pietro mostrò tutta la sua ansia, in quelle parole.

Uno dei carabinieri salì sul cassone, alla ricerca di qualche indizio.

Camminò avanti ed indietro, senza trovare nulla.

Ma il suono delle sue scarpe, dei tacchi bassi sul legno, insospettì il capo pattuglia, quello che si stava rivolgendo ai giovani.

«Aspetta, aspetta! Salta!» Ordinò al carabiniere.

«Maresciallo, non credo che…»

«Hai ricevuto il tuo ordine, eseguilo!»

Imbarazzato, il carabiniere saltò a piedi uniti sul cassone. Un tonfo sordo, quasi un rimbombo.

«Come sospettavo…. C’è un doppiofondo! Smontate tutto il cassone, avanti!»

Non passarono più di cinque minuti, il segreto fu svelato.

«Ottimo, la segnalazione era giusta! Bene, Giuseppe e Pietro Vinaj, in nome del Re vi dichiaro in arresto per contrabbando!»

I due ragazzi erano attoniti.

Mentre gli venivano messe le manette, a Giuseppe venne in mente solo una cosa: qualcuno li aveva traditi!

Ma chi era stato?

Giuseppe non volva credere che fosse stata proprio la sua bella… ma come dubitarne, ora?

La macchina dei carabinieri li accolse fredda e tetra.

 

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Alessio Lilliu
Info autore

Alessio Lilliu

Sono nato a Cuneo, ridente capoluogo di provincia piemontese.
Ho sempre amato la Natura e, seguendo questo amore, ho frequentato l’Istituto Tecnico Agrario ed ho proseguito i miei studi conseguendo, nel 2012, la Laurea Magistrale in Scienze e Tecnologie Alimentari a pieni voti.
Ho sempre adorato la cultura in ogni sua forma, ma ho sempre odiato gli stereotipi.
In particolare lo stereotipo che ho sempre rigettato è quello che riguarda la relazione tra “persone studiose” e “persone fisicamente poco attraenti”. Per ovviare a tale bruttissimo stereotipo all’età di 11 anni cominciai a praticare Judo e ad oggi sono cintura nera ed allenatore di questa disciplina marziale.

Dal 2010 gestisco un’attività commerciale, l’Edicola della Stazione Ferroviaria di Cuneo.
Ho ricoperto nel 2011 anche il ruolo di Vice-Responsabile della qualità all’ingresso in un macello del cuneese e, una volta terminato il mio percorso di studi, nel 2012 per l’appunto, ho deciso di rendere il settore alimentare parte ancor più integrante della mia vita. Creai la Kwattzero, azienda di cui sono socio e che si occupa di prodotti disidratati a freddo e di produzione di confetture ipocaloriche, ricavate tramite un processo brevettato di mia invenzione e di mia esclusiva proprietà. Obiettivo finale della ditta è quello di arrivare a produrre i propri prodotti con un consumo energetico pari a zero tramite l’installazione di fonti di energia rinnovabile, per esempio pannelli fotovoltaici.

Per quanto riguarda la mia passione per la scrittura, nacque in tenera età ed in particolare attorno ai sette anni, quando rubavo di nascosto la macchina da scrivere di mio padre, una vecchia Olivetti, per potermi sbizzarrire a sognare e fantasticare su terre lontane e fantastici eroi.

La mia passione per la scrittura venne ricompensata nel 2010 quando pubblicai il mio primo romanzo, “Le cronache dell’Ingaan”. La mia produzione letteraria prosegue a tutt’oggi con nuovi romanzi.

Dal 2012 sono Presidente di Tecno.Food, associazione che riunisce i Laureati e gli Studenti delle Scienze alimentari in seno all’Università degli Studi di Torino.

La nuova ed affascinante sfida che sto cominciando ad affrontare con enciclopediadellabirra.it mi permette di unire due mie grandi passioni: la scrittura e la birra!

Adoro sperimentare sempre nuove cose e nuovi gusti e questa è un’occasione davvero unica.