Numero 39/2019

23 Settembre 2019

La storia di Theresianer: antica birreria di Trieste

La storia di Theresianer: antica birreria di Trieste

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Tratto da La birra nel mondo, Volume IV, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

(Theresianer-Antica Birreria di Trieste) Nervesa della Battaglia/Italia

Maria Teresa d’Asburgo fu la promotrice di una Trieste moderna e cosmopolita, da quella che era un piccolo borgo di pescatori. E, quando la città si arricchì di un nuovo, importante, quartiere, esso fu battezzato Borgo Teresiano, in suo onore appunto.

Presto, incoraggiati dalle lusinghiere prospettive economiche di una città tutelata da franchigie, arrivarono commercianti e impresari austriaci, con le proprie abitudini, con i propri gusti, e con la predilezione della propria terra… una buona birra. Friedrick Lenz, uno di essi, pensò bene di aprire una birreria, e non incontrò la minima difficoltà a ottenere la licenza dall’amministrazione di Maria Teresa. Nacque così nel 1766 la prima fabbrica di birra a Trieste, nel Borgo Teresiano, da cui prese il nome. Potendo contare sull’abilità e sull’esperienza di maestranze quasi tutte austriache, l’impresa fece presto a imporsi in città, e non solo.

Purtroppo, di questa birreria, non si ebbero più notizie. Non si sa nemmeno se la sua l’attività sia continuata o meno.

Solo dopo più di 200 anni, precisamente nel 2000, venne recuperata la tradizione della Theresianer. Fu opera della Hausbrandt Trieste 1892, fondata nel 1892, a Trieste appunto, da Hermann Hausbrandt, un ex comandante della marina mercantile austriaca

Martino Zanetti, intraprendente e lungimirante proprietario e presidente del gruppo, e per di più legato alla birra da forti condizionamenti affettivi e culturali, aveva notato che in Italia mancava per questa bevanda un’artigianalità qualitativamente elevata e con un background di preciso riferimento. In un primo momento ebbe l’idea di ricorrere all’importazione. Ma, si sa, la birra artigianale di qualità ha una vera idiosincrasia per i lunghi trasporti. Maturò quindi la decisione di produrla direttamente.

Diversificando il settore birrario, Zanetti creò la Divisione Theresianer-Antica Birreria di Trieste a Nervesa della Battaglia, sede peraltro della Hasusbrandt Trieste 1892. E, in omaggio alla città che aveva ospitato la Theresianer, scelse come marchio la lanterna del porto.

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Il più grande birrificio artigianale italiano e il più piccolo industriale, Theresianer si pone a metà strada tra le due categorie. E, anche se opera a livello regionale, può ormai contare su una miriade di estimatori, e non soltanto in patria, addirittura in paesi del Nord e del Centro Europa a forte vocazione birraria. Merito soprattutto della perfetta sinergia tra una metodologia artigianale di tradizione austriaca presente a Trieste già più di due secoli fa e le più  moderne soluzioni tecnologiche.

Attualmente la produzione annua non va tanto lontano dai 40 mila ettolitri; ma con una potenzialità di 100 mila, l’azienda intende operare organicamente su tutto il territorio del Nord-Est, dove ha già attivato più di 200 impianti alla spina.

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Le birre, che si attengono rigorosamente al Reinheitsgebot, utilizzano l’acqua particolarmente dolce delle sorgenti dolomitiche vicinissime allo stabilimento. Sono denominate in base agli stili di riferimento e risultano loro apprezzabili interpretazioni, spaziando dalla bassa all’alta fermentazione, e garantendo la migliore tradizione mitteleuropea di alta qualità nel bere.

Qualche perplessità nasce invece circa la pastorizzazione dei prodotti. Perché l’azienda, che dichiara di non ricorrere al filtraggio, tace circa il procedimento di pastorizzazione? Che le birre non siano filtrate, si vede dall’aspetto. Sarebbe invece stato più opportuno assicurare la mancanza di pastorizzazione.

Comunque sia, dal 2005 al timone della Theresianer, c’è il figlio di Martino Zanetti, Fabrizio, intenzionato a creare un grande gruppo “Made in Veneto”. A lui si deve infatti il salvataggio della Melegatti nel 2018.

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Theresianer Premium Lager, premium lager di colore giallo paglierino e dall’aspetto alquanto confuso (g.a. 4,8%); ottenuta da orzo distico primaverile. In occasione del  raduno mondiale Vespa, organizzato nel 2008 dal Vespa Club di Treviso e sponsorizzato dalla Theresianer, si presentò con la smagliante etichetta World Vespa Week. L’effervescenza moderata genera un’abbondante spuma bianca fine, compatta, cremosa, aderente. L’aroma è abbastanza intenso, pulito, e gradevole: alla fragranza dei cereali, fanno da spalla malto, agrumi, miele, caramello, lievito, paglia; mentre dal fondo spira un fresco luppolo erbaceo che si tira dietro un accenno di fiori bianchi. Il corpo, da leggero a medio, ha una consistenza abbastanza acquosa. Durante l’intero percorso gustativo, note di miele e di erba appena tagliata si alternano, si mescolano, si fondono armonicamente, creando l’equilibrio indispensabile per una bevuta scorrevole e appagante. La discreta secchezza del finale richiama decisamente il luppolo. Il breve retrolfatto invece regala blande impressioni biscottate.

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Theresianer Premium Pils, pilsener di colore giallo paglierino con riflessi dorati e dall’aspetto velato (g.a. 5%); prodotta secondo la più rigorosa tradizione di Pilsen. Elaborata infatti con malto Pilsen e luppoli Saaz e Tettnang, matura per due mesi. La carbonazione non è proprio quella decisa della tipologia; la schiuma bianca, abbastanza minuta, fitta, cremosa, di buona durata e lieve allacciatura. Il luppolo marca decisamente l’olfatto con il caratteristico aroma floreale, supportato da gradevoli sentori di miele d’acacia, cereali, fieno, mollica di pane, e con un’aspra sfumatura di agrumi. Il corpo, medio-leggero, ha una consistenza molto scorrevole ma non così acquosa. Nel gusto, improntato alla massima pulizia, ritroviamo le note maltate del miele, del pane, dei cereali, in perfetto equilibrio con quelle secche e amare del rampicante. E, mentre si appresta alla chiusura, la corsa non sa fare a meno di regalare una rinfrescante punta di acidità. Nel finale, secco e amarognolo, compare una certa suggestione di frutta acerba. Perentorio e sfuggente, il retrolfatto si rivela luppolizzato e speziato quanto basta.

Theresianer Pale Ale, english pale ale di colore giallo oro con riflessi ramati e dall’aspetto alquanto limpido (g.a. 6,5%); ultima nata in casa Theresianer. La carbonazione è appena percettibile; la schiuma bianchiccia, fine, compatta, cremosa, sufficientemente stabile e aderente. L’olfatto, dagli intensi sentori fruttati di luppolo, porta i segni di una blanda speziatura che dà l’impressione di voler rinvigorire il sonnolento fondo di miele, lievito, fiori bianchi, agrumi. Il corpo medio si presenta in una consistenza pressoché appiccicosa, che oscilla tra la grassa e l’oleosa, a parte l’effervescenza piana che non favorisce certo una spiccata fluidità. Il gusto, pieno ma delicato, attacca con vigorose note maltate; passa a quelle fruttate verso il centro della corsa; si esibisce quindi in un amarore deciso sino al finale, che fa piazza pulita di qualsiasi residuo. L’alcol, che ha agito con discrezione per l’intera degustazione, si fa sentire, eccome, durante la lunga persistenza retrolfattiva, prima, sminuendo l’emergente acidità, poi, dando voce a un succoso amarognolo con insufflazioni di malto.

Theresianer Strong Ale, english strong ale di colore ambrato carico con riflessi fulvi e dall’aspetto nebuloso (g.a. 8,5%). Fu premiata con medaglia d’oro nel 2005 dalla DLG (Deutsche Landwirtschaftliche Geselleschaft), l’ente tedesco che si occupa della promozione dei prodotti agricoli per conto del Ministero dell’Agricoltura. La carbonazione è moderata; la spuma beige, di consistenza minuta, soffice, cremosa, ha buona tenuta e aderenza. L’olfatto, nella sua intensità molto elevata, libera caldi e attraenti aromi di cereale, miele, caramello, tostature, vaniglia, frutta matura; e con qualche spiffero dal fondo di zenzero e luppolo speziato. Il corpo medio tende al pieno, in una trama quasi oleosa. Il gusto si propone di una certa dolcezza iniziale di malto; prende poi note di liquirizia, caffè, frutta secca; si avvia al traguardo tra l’amarore asciutto del luppolo e la rinfrescante acidità delle tostature. Il vero calore etilico viene allo scoperto solo nel lungo finale, ma non infastidisce minimamente, anzi. Di notevole interesse sembra la concitata persistenza retrolfattiva, in cui alitano, si mescolano, si fondono, impressioni di luppolo, caffè torrefatto, liquirizia, frutta secca (in particolare, mandorle).

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Theresianer Vienna, amber lager/vienna di colore ambrato tendente al rossiccio e dall’aspetto abbastanza limpido (g.a. 5,3%). E’ una riproposta moderna della wiener lager, creata nel 1841 da Anton Dreher nella capitale asburgica e poi prodotta, all’inizio del secolo successivo, anche nella fabbrica di Trieste del terzo Anton. La carbonazione moderata genera una spuma biancastra fine e spessa, di pregevole tenuta e aderenza. L’olfatto è attraente, con un’elevata intensità che si estrinseca principalmente tra i toni caldi del caramello, del tostato, del floreale e dello speziato; mentre, in secondo piano, risaltano gradevoli profumi di frutta rossa matura. Il corpo medio ha una consistenza cremosa un po’ appiccicosa. Il gusto, con sorprendente abilità e, soprattutto, delicatezza, riesce a inserire, nell’ambito del perfetto equilibrio tra cereale e rampicante, note di frutti rossi e di frutta secca nella dolcezza del caramello. Il finale è avvolto nella secchezza del luppolo, che si tira dietro una fresca e leggera acidità da tostature. Un amarognolo erbaceo dà piacevolezza alle discrete impressioni retrolfattive.

Theresianer Wit, hefe weizen di colore giallo paglierino pallido e dall’aspetto opalescente (g.a. 5,1%). Abbiamo subito precisato che non si tratta di una wit. Utilizza infatti malto d’orzo e di frumento proveniente dalla Baviera; luppolo, sempre tedesco, Spalt Spalter; ma nessuna spezia. La carbonazione è alta; la schiuma bianca, fine, densa, cremosa, durevole e aderente. All’olfatto, la perfetta pulizia sopperisce alla scarsa intensità dei sentori di malto, grano, fiori bianchi, pane, frutta (banana, pera, arancia, limone); mentre tutta la speziatura è opera del lievito utilizzato. Il corpo si presenta molto leggero, in una spiccata consistenza acquosa. Nel gusto, emergono, si fondono armonicamente note dolci, citriche, acide e speziate; intanto che l’amarore rimane permalosamente alla finestra, una volta resosi conto che non è proprio quella la sua tipologia. Il finale, corto, quasi sfuggente, reca forti esteri di banana matura. A loro volta, le impressioni del retrolfatto richiamano la buccia di arancia amara, peraltro non compresa negli ingredienti.

Theresianer India Pale Ale, india pale ale di colore ambrato carico con riflessi aranciati e dall’aspetto velato (g.a. 5,8%). La carbonazione è piuttosto bassa; la schiuma ocra, fine, cremosa, di buona durata e allacciatura. L’aroma sembra spirare sottotono; comunque si fanno ben distinguere, nella massima pulizia, sentori fruttati (pesca e frutta tropicale), biscottati, caramellati; mentre si limitano a rimanere in fondo liquirizia, orzo bruciacchiato, luppolo agrumato, anche una lieve terrosità. Il corpo medio tende al leggero, in una consistenza relativamente grassa. Nel gusto, la solida base di malto biscotto, caramello e frutta crea qualche problema all’amarore del luppolo che, per l’intera corsa, non riesce a smaltire del tutto la dolcezza, col rischio che un suo residuo rovini, a lungo andare, la festa. La chiusura è brusca, ma intrigante: né molto secca né troppo amara, sa tanto di lievito fruttato. L’amaro, deciso, eppure delicato, impronta invece le lunghe suggestioni del retrolfatto.

Theresianer Coffee Stout, coffee stout di un nero intenso con riflessi rubino  e dall’aspetto opaco (g.a. 5,7%); con utilizzo del caffè Hausbrandt. Dopo due anni di sperimentazione e due mesi di maturazione, fu presentata in anteprima mondiale a Verona nel corso di Agrifood 2011 e resa subito disponibile nel canale Horeca. Con una carbonazione  abbastanza contenuta, la schiuma nocciola si leva soffice, cremosa, di sufficiente stabilità e aderenza. L’olfatto è caldo, morbido, conturbante, con intensi profumi di caffè tostato che lasciano liberalmente spirare sentori di malto scuro, cacao, nocciola, cappuccino, sospinti da una delicatissima speziatura. Il corpo medio tende al leggero, in una consistenza oleosa a malapena untuosa. Il gusto compie la sua corsa lunga e concitata all’insegna di un vigoroso e asciutto sapore di malto tostato insufflato di caffè torrefatto: una vera sinfonia di note dolci e acidule, aspre e amarognole. Nel finale una blanda cremosità precorre le concitate sensazioni di caffè espresso della discreta persistenza retrolfattiva.

 

Theresianer Birra d’Inverno, belgian strong dark ale di colore ambrato carico con riflessi ramati e dall’aspetto a malapena velato (g.a. 8,5%). E’ una birra invernale o natalizia, offerta in un’elegante bottiglia serigrafata diversa di anno in anno, con tappo di sughero e contenuta in una scatola di cartone. Con una carbonazione molto delicata, la schiuma beige chiaro si alza minuta, cremosa, tenace e aderente. L’olfatto non è esplosivo: ma sanno farsi apprezzare, nella loro maniacale pulizia, i soavi  profumi di liquirizia, frutta secca, toffee, prugna, biscotti, marasca, caffè tostato, amaretto; mentre dal sottofondo spira un caldo, intrigante, pot-pourri composto da erbe e fiori secchi, pepe, cannella, lievito speziato. Il corpo medio si presenta in una consistenza relativamente grassa e un po’ untuosa. Nel gusto, può esaltarsi, al calore dell’etilico estremamente discreto, un morbido e dolcemente gradevole sapore complesso: note ancora di frutta secca, caffè torrefatto, cannella, liquirizia, che si fondono e si mettono in evidenza singolarmente in un alternarsi armonico senza soluzione di continuità. Il finale si limita a giocare tra tostature e frutta secca senza minimamente preoccuparsi dei loro accenni amaricanti. Dal retrolfatto si levano lunghe, amabili, cordiali, suggestioni di frutta sotto spirito.o

L’azienda propone infine un non meno interessante distillato di birra, Bierbrand, definito “dal carattere nordico e dal cuore mediterraneo”. E’ ottenuto dalla distillazione a bagnomaria in alambicchi di rame di una birra speciale, e con imbottigliamento dopo almeno due anni di maturazione. Incolore, e di aspetto brillante, si propone a 41 gradi alcolici; mentre dalla lunga stagionatura deriva una raffinata gasatura. I caldi, eleganti, profumi di malto e di luppolo armonizzano a meraviglia con attraenti sentori floreali (fiori di glicine e di primavera) e di frutta secca e fresca (albicocca, banana, lampone). Con un corpo rotondo che accarezza sensualmente il palato, il gusto, ricco e intenso, secco e leggermente speziato, propone piacevoli note dolci seguite a ruota da uno straordinario bilanciamento amaro. Nella morbidezza del finale si esaltano reminiscenze di luppolo e banana. Delicate suggestioni retrolfattive sanno rendersi deliziosamente amarognole.

 

 

 

 

 

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Antonio Mennella
Info autore

Antonio Mennella

Sono nato il primo gennaio 1943 a Lauro (AV) e oggi risiedo a Livorno.
Laureato in giurisprudenza, sono stato Direttore Tributario delle Dogane di Fortezza, Livorno, Pisa, Prato.
 
La scrittura è sempre stata una delle mie passioni, che è sfociata in numerose pubblicazioni di vario genere, alcune specificatamente dedicate alla birra. Gli articoli riportati sul Giornale della Birra sono tratti da La birra nel mondo, in quattro volumi, edita da Meligrana.

Pubblicazioni: 
Confessioni di un figlio dell’uomo – romanzo – 1975
San Valentino – poemetto classico – 1975
Gea – romanzo – 1980
Il fratello del ministro – commedia – 1980
Don Fabrizio Gerbino – dramma – 1980
Umane inquietudini – poesie classiche e moderne – 1982
Gigi il Testone – romanzo per ragazzi – 1982
Il figlioccio – commedia – 1982
Memoriale di uno psicopatico sessuale – romanzo per adulti – 1983
La famiglia Limone, commedia – 1983
Gli anemoni di primavera – dramma – 1983
Giocatore d’azzardo – commedia – 1984
Fiordaliso – dramma – 1984
Dizionario di ortografia e pronunzia della lingua italiana – 1989
L’Italia oggi – pronunzia corretta dei Comuni italiani e nomi dei loro abitanti – 2012
Manuale di ortografia e pronunzia della lingua italiana – in due volumi – 2014
I termini tecnico-scientifici derivati da nomi propri – 2014
I nomi comuni derivati da nomi propri – 2015
 
Pubblicazioni dedicate alla BIRRA:
La birra, 2010
Guida alla birra, 2011
Conoscere la birra, 2013
Il mondo della birra, 2016
 
La birra nel mondo, Volume I, A-B – 2016
La birra nel mondo, Volume II, C-K -2018
La birra nel mondo, Volume III, L-Q – 2019
La birra nel mondo, Volume IV, R-T – 2020
 La birra nel mondo, Volume V, U-Z– 2021
Ho collaborato, inoltre, a lungo con le riviste Degusta e Industrie delle Bevande sull’origine e la produzione della birra nel mondo.