Numero 39/2020

23 Settembre 2020

WillkommenzumOktoberfest

WillkommenzumOktoberfest

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Per tutti quei ‘birrofigliastri’ poco inclini allo“snobbismobrassicolo”, e come me, legati atavicamente ad una cultura di condivisione e convivialità; questa brutta notizia, proprio non ci voleva. Ma purtroppo aggiungiamo, a questo nefasto 2020, l’annullamento di quella che con i suoi 210 anni di vita, rappresenta sia per volumi, sia per notorietà, la sagra di paese più conosciuta e grande al mondo.

La storia dell’Oktoberfest di Monaco di Baviera, nacque venerdì 12 ottobre del 1810, quando una ragazza, poco più che diciottenne cresciuta in Turingia, Therese Charlotte Luise duchessa di Sassonia-Hilburghausen, convogliò a nozze con il giovane principe Ludwig I di Baviera, figlio di Maximilian Joseph I di Wittelsbach, e proprio grazie a questo matrimonio vi furono grandi festeggiamenti per cinque giorni consecutivi, sia a corte, che per le vie cittadine, con tutta la popolazione coinvolta nell’evento. Finite le nozze, alcuni cavalieri capeggiati da un ardito imprenditore, Andrea Michele Dall’Armi nato nell’allora Principato vescovile di Trento, ma bavarese d’adozione;riuscirono abilmente ad ottenere dal re, nonché padre dello sposo, la concessione di organizzare una competizione ippica.

Quindi quel mercoledì, del 17 ottobre 1810, al cospetto di ben 40 mila spettatori, vi fu una sfilata di 16 coppie di bambini rappresentanti dei 9 distretti bavaresi (9 come i figli avuti successivamente dalla Duchessa), con l’esibizione di un coro di canti tipici, e una corsa di ben 30 cavalli su una pista lunga 3270 metri, sulla grande piana cittadina di 42 ettari tra la collina di Sendling e Ludwigsvorstadt-Isarvostradt (Distretto N°2, servito dalla Metro U4-U5), che in onore della giovane sposa, venne chiamato appunto “Theresienwiese” (il prato di Teresa), da cui deriva anche il vezzo gergale dei Monacensi (abitanti residenti a Monaco di Baviera), “Weis’n”, ovvero “andiamo al prato”, riferendosi all’Oktoberfest.

L’anno successivo (1811) si ripeté nello stesso periodo la gara ippica, ma oltre alla corsa di cavalli, iniziò quella che divenne la più grande festa del mondo, infatti fu anche la prima edizione della festa agricola, volta a promuovere l’economia agricola bavarese. Arrivati al 1818 alla “Festa di Maximilian”, come veniva chiamata quella sagra popolare, comparvero alcuni stand gastronomici (alcune bancarelle), caroselli (piccole giostre e qualche altalena), lotterie popolari che attiravano le persone meno facoltose, ma soprattutto iniziarono ad essere venduti vino e birra, portando così quella che era una festa per Nobili e Reali, ad una sagra popolar-popolana.

Nel 1844 Ludwig I, commissionò la costruzione di una grande statua che rappresentasse la secolare patrona della Baviera “Tellus Bavarica” (Madre terra bavarese). Ma fu l’architetto Leo von Klenze a decidere di posizionare la statua davanti alla Ruhmeshalle (da lui costruita), in modo che dai suoi 18 metri di altezza dominasse il Thereseinwiese.

Statua di Rellus Bavarica vista dalla Thereseinweise.

 

Dal 1850 ad oggi rimane con i suoi 18,52 metri, e le sue 87,36 tonnellate una delle sculture in bronzo più grandi al mondo, e con i suoi 66 scalini consente di salire sino alla cima, per ammirare uno stupendo panorama sulla città di Monaco di Baviera.

Durante una caldissima estate del 1872, in molte birrerie di Monaco la birra estiva era pressoché esaurita. Consideriamo che il sig. Carl Linde non aveva ancora ultimato la sua “macchina del freddo”, ed inoltre non si voleva e non si poteva mettere in vendita la birra destinata ai mesi invernali (perché non era sufficientemente stagionata e pronta), ma soprattutto per pura coincidenza, proprio quell’anno la festa di Monaco era stata anticipata a settembre. Quindi si fece di necessità virtù, e nel tendone Schottenhamel fu messa alla spina per la prima volta una birra di stile Vienna, di un colore ambrato scuro con riflessi rossastri, grazie anche ad una lunga stagionatura a freddo nelle cantine della Franziskaner-Leistbrau, ed un grado di fabbricazione di circa 18° Plato.

Il grande problema da parte dei produttori era il prezzo decisamente più alto di quella birra al boccale, ben 12 carantani (centesimi di fiorino austriaco), ma questo non fermò i consumi, visto che fu molto apprezzata da parte degli avventori della festa.

Nel 1874 l’iniziativa dei fratelli Seldlmayer (Gabriel e Joseph), venne ampiamente copiata e presa d’esempio dagli altri birrai, abbassando leggermente il grado Plato e portandolo a 16°, ed il colore stesso si chiarificò andando verso l’ambrato rossastro.

Da precisare il fatto che solo a partire dal 1880 vi fu la concessione da parte delle autorità bavaresi di vendere birra in maniera organizzata; mentre nel 1881 fu inaugurata la prima rosticceria e venduto il primo pollo alla brace.

Grazie anche all’allacciamento della corrente elettrica, nel 1885 fu possibile illuminare ben 400 tra banchi e stand vari.

Come ben sappiamo in Baviera la tradizione dei suoi boccali, ha radici molto lontane e diverse tra loro, con i suoi Siedel oppure i Krug o Stein (Pietra), da 50 cl, 20 e 30 cl, creati inizialmente con i materiali più naturali come legno, ceramica o pietra, per poi arrivare ai primi boccali in argilla smaltata di Dresda, personalizzati con disegni o serigrafie varie, senza dimenticare quelli prodotti nei laboratori artigiani di Creussen. Nel XIV secolo, inoltre con la diffusione della peste bubbonica furono introdotti i primi coperchi in metallo attaccati al bicchiere, che permettevano, soprattutto ai nobili essendo molto costosi, di non trovare all’interno di essi insetti, terra o altre spiacevoli sorprese nella loro birra.

Risale al 1892 il primo uso della definizione “Weis’nBier”, per una birra ambrata di tipo Bock prodotta dalla MunchnerKindl-Brauerei per essere espressamente smerciata all’Oktoberfest. Sempre nel 1892 si passò per la prima volta dal boccale in ceramica a quello in vetro, il tipico Mass (misura).

In verità la misura attuale da litro di birra contenuta nel boccale, fu introdotto dalla CEE seguendo il sistema decimale, poiché il tradizionale contenitore, che veniva chiamato “Rahmerlmass”, misurava solo 0,72 al contenuto del liquido, perché veniva ovviamente colmato con una corposa e doverosa schiuma (piccola nota di colore, ancora oggi nonostante la severa vigilanza, all’interno e all’esterno della festa, ogni anno c’è una media di circa 130,000 boccali rubati….ma come faranno???)

Nel 1896 alcuni ristoratori Monacensi insieme ai produttori delle birrerie cittadine, installarono i primi capannoni organizzati con cucine e botti di birra, soppiantando così le vecchie baracche in legno. Ovviamente neanche a dirlo, il primo capannone a voler essere completamente illuminato da lampadine elettriche fu quello di Schottenhamel, ed un garzone diciasettenne che lavorava nell’azienda dello zio, fu incaricato di installare, una ad una, tutte le luci necessarie. Quel ragazzo qualche anno più tardi diventò uno degli scienziati tra i più famosi al mondo, visto che stiamo parlando di un certo Albert Einstein.

Nel 1904 vennero installati per la prima volta dei telefoni ed alcuni, telegrafi pubblici.

Dal 1910 ad oggi, l’Oktoberfest inizia sempre il penultimo sabato di settembre a mezzogiorno in punto, e proprio in quell’anno dove si festeggiava il centenario, furono venduti ben 12 mila ettolitri, mentre nel 1913 prese vita il primo grandissimo padiglione, chiamato Brauros, che poteva ospitare fino a 12 mila persone. Basti pensare che già nel 1819 l’Oktoberfest era stata anticipata alla prima domenica di ottobre per ovvi motivi climatici e commerciali. Poi nel 1829 venne proposto di anticipare ulteriormente l’inizio alla terza domenica di settembre, ma solo nel 1872 si raggiunse un accordo comune, di fissare l’ultima domenica di settembre come quella centrale per la manifestazione.

 

Disposizione dei capannoni birrai dell’Oktoberfest nel 1910, foto scattata al secondo piano della birreria HB

 

Nel 1933, il prezzo per 1 litro di birra fu fissato a 90 Pfennig. Nello stesso anno a tutti gli ebrei fu negato il permesso di lavorare alla Wiesn

Purtroppo nel marzo del 1938, Hitler con l’annessione forzata dell’Austria alla Germania, cambiò il nome in “Grande Festa Popolare Tedesca”, e fece ridimensionare la tradizionale corsa di cavalli rispetto alla versione integrale, e successivamente nel 1960 venne del tutto annullatala. Oltre ad essere la rappresentazione, più antica della festa, era anche quella più popolare, ma purtroppo cessò di esistere per motivi organizzativi e per far posto ad altri spazi commerciali, mentre la tradizionale “Festa centrale dell’agricoltura” si svolge ancora ogni tre anni durante l’Oktoberfest, nell’area meridionale della Theresienwiese, ed ogni 4 anni al suo interno, viene ancora fatta una competizione sulla bellezza di cavalli e buoi.

Passati gli anni bui dei conflitti mondiali, dal 1946 al 1948 venne festeggiata solo una festa d’autunno, come alla fine della prima guerra.

Nel 1950 il sindaco di Monaco dell’epoca, Thomas Wimmer, introdusse quella che ancora oggi focalizza l’interesse di tutti i visitatori, ovvero lo “O’Zapftis”, cioè “è stappato” riferito al primo fusto da 200 L di birra (Hirsh-Cervo). Da allora ogni anno è tradizione, che il sindaco inizi l’apertura della festa, con il classico martello di legno in mano, e alle 12 in punto del sabato all’interno dello Schottenhamel, gridi la fatidica frase ed apra il primo fusto, cosicché da quel momento tutti possano iniziare a spillare e servire i tantissimi boccali di birra Mass, essendo questo l’unico formato consentito all’Oktoberfest.

 

A partire dal 1965 in primavera, viene organizzata nella stessa area, la “Fruehlingfest” che dura 14 giorni, e vengono montati i due grandi capannoni di Augustiner e Paulaner. Contemporaneamente viene anche installato il Luna Park con la ruota panoramica, la corsa swing, e il gigantesco scivolo alto 23 metri, il famoso MunchnerRutschn.

All’inizio degli anni settanta la tradizionale sagra di paese di Monaco di Baviera, diventa sempre più un festival di fama mondiale, e le associazioni per i diritti omosessuali ebbero la possibilità di svolgere “I giorni Gay”, normalmente organizzati il lunedì in alcuni capannoni della festa.

Nella storia moderna l’Oktoberfest visse una terribile serata, quando alle 22:19 del 26 settembre 1980 un esponente neonazista, GundolfKohler, posizionò in un bidone vicino ai servizi igienici dell’ingresso principale, un ordigno esplosivo composto da 1,39 kg di tritolo, nascosti a loro volta dentro ad un estintore vuoto. L’esplosione provocò ben 13 morti e 201 feriti, tra cui 68 in modo grave.

Nel 1984 i tipici fusti di Legno vennero soppiantati da quelli più moderni in acciaio rivestiti da materiali simile al legno.

Nel 2006 Paris Hilton, entrò all’Oktoberfest con un tipico abito bavarese, dorato e molto succinto, e fino a qui niente di strano se non fosse che l’ingresso alla festa, faceva parte di una campagna pubblicitaria per una nota marca di vino, a questo punto gli organizzatori la cacciarono e la radiarono a vita dalla manifestazione.

Mentre nel 2008, iniziò la discussione sul fumo delle sigarette e sigari, all’interno dei capannoni, risolta con un referendum popolare che sanciva l’assoluto divieto di fumo dal 2010.

Per l’apertura del 200° anniversario, nel 2010 si è tenuta una rappresentazione in costumi storici del 1800, con tanto di corsa di cavalli nella parte sud dell’Oktoberfest, dove si è svolta la “OideWeisn” (Oktoberfest storico), che per l’occasione è stata prodotta anche una particolare birra scura d’anniversario.

L’OideWiesn fu inaugurata venerdì 17 settembre 2010, un giorno prima dell’inizio della vera e propria Oktoberfest dal sindaco Georges Marsan. Sul terreno di cinque ettari della Thereseinweise, cintato furono presentate diverse attrazioni storiche e tradizionali come ad esempio le giostre a catene, rosticcerie a base di pesce e la vendita di zucchero filato. Pagando un biglietto d’ingresso, si potevano visitare il padiglione degli animali e il museo, ma anche la pista delle corse dei cavalli. Il padiglione degli animali includeva, tra l’altro, uno zoo di animali domestici, curato dal TierparkHellabrunn e dalla Bayerischer Bauernverband. Il museo cittadino di Monaco si fece carico dell’organizzazione del padiglione destinato a museo. L’Oktoberfestdel giubileo fu accompagnata a margine da un programma culturale e artistico. Le bande musicali, che si esibivano nel padiglione Herzkasperl – relativamente piccolo con i suoi 850 posti a sedere – non usarono strumenti di amplificazione elettrica. I sei birrifici di Monaco (Augustiner, Hacker-Pschorr, Hofbräu, Löwenbräu, Paulaner e Spaten) presentarono esclusivamente una birra speciale scura prodotta in comune, che si rifaceva ad una ricetta storica dell’inizio del XIX secolo. I boccali per la birra, presenti nei padiglioni, erano contrassegnati con la scritta “birra di Monaco” e non con il logo delle aziende. L’OideWiesn chiudeva già alle ore 20. Invece dei 300.000 ospiti attesi dall’amministrazione cittadina, arrivò oltre mezzo milione di visitatori. L’area dovette essere chiusa diverse volte temporaneamente a causa del sovraffollamento.

Dall’edizione del 2016 sono state introdotte rigide misure di sicurezza, per evitare attentati terroristici, poiché l’Oktoberfest è sicuramente un obiettivo sensibile, con le tantissime persone che vi partecipano da tutte le parti del mondo.

Una cosa che però, mi ha sempreincuriosito sono gli oggetti dimenticati durante l’Oktoberfest, qui di seguito una lista del 2015, ovvero l’anno precedente ai divieti del 2016:

  • 650 capi di abbigliamento
  • 600 passaporti
  • 580 portafogli
  • 320 cellulari
  • 250 chiavi
  • 230 occhiali
  • 220 borse e zaini
  • 45 gioielli e orologi
  • 35 ombrelli e bastoni
  • 18 telecamere
  • 4 biglietti della partita del Bayern Monaco
  • 2 fedi nuziali
  • 2 vestiti tipici bavaresi da donna
  • 2 vestiti tipici bavaresi da uomo
  • Un cane
  • Una pompa ad aria elettrica
  • Una targa di auto
  • Un paio di stampelle
  • Una scatola con un Iphone6 (fu presentato ufficialmente una settimana prima, il 9 settembre 2015)

 

Distribuito su questi dati di presenze e consumi:

  • 7,7 milioni di litri di birra consumati
  • 5,9 milioni di persone
  • 500 mila polli cucinati
  • 100 mila posti a sedere
  • 13 mila persone occupate per l’Oktoberfest

 

Nonostante l’aumentare delle misure restrittive, nel 2019 la situazione degli oggetti smarriti non andò molto meglio, se consideriamo i 4.500 oggetti “dimenticati”. La lista anche qui, è decisamente lunga, la domanda vera è: ci saranno dei recidivi?

Ecco il dettaglio:

  • 1000 capi di abbigliamento
  • 950 carte d’identità e passaporti
  • 570 portafogli
  • 480 telefoni cellulari
  • 400 chiavi
  • 300 paia di occhiali
  • 280 borse
  • 100 orologi
  • 80 macchine fotografiche
  • 45 ombrelli e bastoni
  • 5 computer portatili
  • 2 corni francesi
  • 2 targhe d’auto
  • 2 fedi nuziali
  • Un apparecchio acustico
  • Una racchetta da pingpong
  • Un occhiale da vista con cristalli Swarovski
  • Un cane (poi recuperato dal padrone il giorno dopo)

 

Di seguito i numeri dei consumi, relativi all’edizione 2019:

  • 6,9 milioni di litri (tra cui 169200 di birra analcolica)
  • 94795 litri di vino
  • 42526 litri di spumante
  • 299938 litri di caffè e tè
  • 1130701 litri di acqua e limonata
  • 549899 polli allo spiedo
  • 140225 salsicce di maiale
  • 42320 kg di pesce
  • 75456 stinchi di maiale (Xaxen)
  • 116 buoi
  • 57 vitelli
  • 7,2 milioni di persone
  • 100 mila posti a sedere
  • 14 grandi capannoni
  • 21 piccoli capannoni
  • 83 cabine telefoniche con carte internazionali
  • 110000 furti sventati di boccali di birra

 

Comunque secondo me, il primato assoluto del “Ho perso qualcosa” si raggiunse nell’edizione del 2013, dove un indiscusso vincitore, riuscì a smarrire la somma, di circa 50 mila euro in contanti. E nonostante si abbia tempo sino al primo febbraio dell’anno successivo, per ritirare le proprie cose all’ufficio degli oggetti smarriti, nessuno ne denunciò la perdita. Per gli oggetti che non vengono reclamati per tale data, verranno tutti messi all’asta a favore del comune di Monaco.

Inoltre è bene ricordare, che gli Italiani insieme a svizzeri ed agli statunitensi, sono gli stranieri che maggiormente visitano l’Oktoberfest. Seguono poi inglesi e austriaci, ma sempre tenendo presente, il rapporto di 7 visitatori su 10, che sono comunque bavaresi, chiudono la classifica australiani, canadesi e brasiliani.

 

La Sflilata

Un distinguo da fare nelle sfilate appartenenti alla tradizione di Monaco di Baviera è tra quella del sabato, dedicata ai proprietari delle birrerie cittadine compreso chi lavora durante le due settimane di festeggiamenti e quella domenicale, rivolta al popolo bavarese ed ai milioni di turisti.

La “Trachten und Schutzenzug”, si svolge la prima domenica, ma solo dal 1950 fa parte integrante dell’Oktoberfest, perché in Verità la prima sfilata intesa come la si pensa oggi, fece prima di allora, solo un’apparizione, nel 1835 per festeggiare le nozze d’argento, tra i regnanti dell’epoca, i già citati, Theresa di Sassonia e Ludwig I.

Alle 10:00 precise, in diretta mondiale trasmessa dalla ARD tedesca, partendo da Maximilianstrasse, i circa 9000 partecipanti, vestiti di tutto punto con il loro abito tradizionale, tra canti e danze popolari, accompagnano i 40 carri trainati da imponenti cavalli nordici; immancabili le Musikkapelle (tipiche bande musicali), che suonano festose per tutti i 7 km tra le vie della città, sino ad arrivare alla Thereseinweise.

 

I carri principali allegorici tradizionali sono quelli che raffigurano le 4 stagioni dell’agricoltura, Minerva, la fede, la vita dei campi e quella montanara, ovviamente ci sono anche quelli in rappresentanza delle sei birrerie accreditate di Monaco, in più la fanfara e la cavalleria nazionale accompagnano la sfilata in perfetto assetto militare. I monacensi sono sempre pronti ad applaudire il carro della “Festhalle Fisher-Vroni”, ovvero quello della “Frau” di professione ostessa, che con la sua prorompente simpatia mista a graffiante ironia, divertiva scorticando dialetticamente gli avventori al suo padiglione.

Al sabato prima dell’apertura ufficiale, con partenza da Josephspitalstrasse alle 10:45, i circa 1000 addetti ai lavori della festa ed i proprietari dei birrifici, sfilano per circa un’ora lungo le strade cittadine di Monaco, sino ad arrivare a quello che da lì a poco, diventerà il loro posto di lavoro per i tre weekend, delle due settimanesuccessive.

Dal 1887 la “Weisn-EinzugderFestwirte und Brauereien” indica il vero inizio di questa sagra paesana, che in qualche modo, ha segnato la memoria di chiunque vi abbia mai partecipato.

 

Forse non tutti sanno che:

L’Oktoberfest anche se iniziò nel 1810ad oggi è arrivata alla 186° edizione (Ndr 2020), questo perché durante i due secoli della sua storia vi furono diversi stop, dettati dalle più varie motivazioni. Di seguito troverete l’elenco delle 25 edizioni “saltate” della festa:

  • 1813 guerra contro Napoleone
  • 1854 epidemia di colera
  • 1866 alleanza Bavarese, nella guerra Austriaco-Prussiana
  • 1870 guerra Franco-Tedesca
  • 1873 epidemia di colera
  • 1914-1918 prima guerra mondiale
  • 1919-1920 solo un piccolo festival autunnale dopo la prima guerra
  • 1923-1924 scioperi generali per l’altissima inflazione tedesca
  • 1939-1945 seconda guerra mondiale
  • 1946-1948 festa autunnale per ripresa dopo il conflitto
  • 2020 pandemia mondiale Covid-19

 

Prosit!!!

Un consiglio personale, ma molto utile, per chi volesse andare per la prima volta all’Oktoberfest, è quello di imparare la canzoncina tipica che viene riproposta ad ogni brindisi collettivo (circa ogni tre/quattro minuti). Quando parte il motivetto dell’Oktoberfest, tutti si alzano in piedi, portano in alto il proprio boccale di birra e cantando il ritornello, si beve sempre in compagnia. Qui di seguito troverete il testo in gergo bavarese:

Ein Prosit…Ein prosit…DerGemutlichkeit…Ein prosit Ein prosit…DerGemutlichkeit…Oins, zwoi, drei…Gusuffa!!! 

Zicke, zacke, zicke, zacke …HOI, HOI, HOI!!!Zicke, zacke, zicke, zacke …HOI, HOI, HOI!!!!!

In tutto questo, il concetto più importante da capire è la “Gemütlichkeit”, che non avendo un esatto termine di traduzione in italiano e nelle altre lingue è anche quello più difficile da spiegare. Cercando Gemütlichkeit sui dizionari, si trovano traduzioni come “comodità” o “agio” che non colgono minimamente il vero significato della parola, tantomeno quello connesso all’Oktoberfest. Non esistendo una parola precisa con cui tradurlo possiamo dire che significa “lo stare bene”, nel caso della festa della birra anche con l’accezione dello stare bene con gli altri, amici o sconosciuti, a divertirsi allegramente e spensieratamente. Per un tedesco è molto importante vivere situazioni gemütlich (la Gemütlichkeit è la situazione che deriva dall’aggettivo gemütlich) che possono essere: lo stare sotto una coperta a leggere un libro mentre fuori piove, stare a tavola in compagnia degli amici con delle candele sul tavolo nella tua casa ben arredata con la neve che imbianca il paesaggio bavarese fuori, oppure lo stare all’Oktoberfest vestiti col costume tipico a divertirsi con i tuoi vecchi e nuovi amici.

 

Tra tutto questo, incredibilmente sopravvive da secoli un’attrazione particolare; il circo delle pulci “flohzirkus in tedesco, e quello dell’Oktoberfest è l’ultimo famoso ancora in vita (questi strani baracconi ebbero successo e diffusione fra la metà dell’ottocento e del novecento). Le pulci ammaestrate trainano carretti, giocano a calcio, e altre assurde attività.

 

Un altro classico di tutte le fiere di paese è poi Hauden Lukas, cioè il gioco di picchiare con un martello una pedana per far schizzare più in alto possibile su un binario verticale il carrellino correlato, fino a fargli colpire la campana. E’ un gioco conosciuto da tutti, e visto anche tantissime volte nei film e telefilm americani, ma la differenza con quello dell’Oktoberfest, è il fatto che molti dei suoi partecipanti, siano al momento della “martellata” decisamente ubriachi.

Tra le 600 e le 800 persone vengono ricoverate per,aggravato avvelenamento da alcol, ed ecco perché c’è una tenda fissa della Croce Rossa sul posto, che ogni anno aiuta tra le 7/9 mila persone. Quindi sebbene vi troviate all’Oktoberfest, il mio consiglio è sempre quello di bere con una certa possibile moderazione, ma soprattutto rispettando gli altri avventori della festa, perché se non volete salutare anzitempo i padiglioni con le loro birre, ricordate sempre, che qui il servizio d’ordine è molto efficiente ed intransigente, per chiunque si comporti in maniera poco fraterna verso l’altro.

 

Arrivati alla conclusione di questo piccolo excursus sulla nostra amata sagra Bavarese, vorrei portare la vostra attenzione, sul manifesto storico, in cui è rappresentata, colei che fu la“cameriera”, più famosa dell’Oktoberfest. Con il destino, segnato fin dalla data della sua nascita, Coletta Möritz (19 settembre 1860 – 30 novembre 1953), divenne essenzialmente la prima pin-up bavarese, soprannominata “la bellezza di Monaco”, una cameriera scoperta dal pittore Friedrich August Kaulbach , che la dipinse sulla cima di una botte tenendo nella mani undici boccali di birra, con un vestitino tipico, indossando un berretto in testa.  Inizialmente sembrava un dipinto qualsiasi, mentre invece aveva un obiettivo preciso. Dopo aver fatto uno schizzo dellaMöritz nel 1878, quando aveva appena 18 anni, ebbe una grande idea pubblicitaria, infatti dipinse un grande striscione di circa 9 x 16 metri, e lo appese fuori da una tenda della birra per una competizione organizzata da un’antica associazione nazionale di tiro al bersaglio, che si tenne nel luglio del 1881. La giusta intuizione del pittore per dare notorietà al suo “bersaglio” fu fatta in quel luogo, perché esattamente nello stesso Weisne (prato) di Monaco, due mesi più tardi sarebbe iniziata la festa bavarese all’epoca più conosciuta, macchévelòdicoaffà?……. l’Oktoberfest

Il dipinto originale, si chiamava “Die Schützenliesl”, che significa “la sparatoria Lisetta”, che era un popolare nome tedesco derivato da Elisabetta, o talvolta “Lisa dei tiratori”.Diventò anche un simbolo culturale bavarese, utilizzato su etichette di birra, cartoline e come logo di varie attività. Nel 1905, un’operetta, “Die Schützenliesel”, fu scritta dal compositore austriaco Edmund Eysler , con il libretto di Leo Stein e Carl Lindau.

Inoltre sino all’età di 93 anni la nostra amatissima Coletta, era considerata l’ospite d’onore, in qualsiasi padiglione della festa entrasse.

Per concludere, ricordo che i ragazzi e le ragazze che lavorano tra i tavoli dell’Oktoberfest, non vengono pagati dai proprietari dei capannoni, la loro retribuzione dipende unicamente dalle mance che ricevono durante il servizio, quindi sarebbe buona cosa lasciare sempre un presente, a chi ci porta la birra al tavolo.

PfiatEich!!!

 

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Andrea Ceretti
Info autore

Andrea Ceretti

Sono nato a Biella il primo giorno di primavera, del 1971 (anche se negli anni settanta era ancora l’ultimo d’inverno).
Probabilmente da piccolo (e già qui), in un giorno qualsiasi durante il catechismo, nel momento stesso in cui il prete raccontava di quando Gesù Cristo, seduto accanto al pozzo di Giacobbe, all’ora sesta, appena vide la donna di Samaria gli disse:” Dammi da bere”, lì per lì restai sicuramente colpito da quella citazione, poiché, fin da metà degli anni novanta iniziai a portarla in giro con me per il mondo, modificandola con un bel “Please, give me a Beer”; perché, a meno che voi non siate il nuovo messia, iniziare gentilmente una frase, funziona anche nel più sperduto e malfamato bar di Caracas.
Appassionato di Birra,cavalli, musica ed un’altra cosa che ora mi sfugge, ma capita a volte di averla proprio sulla punta della lingua. Mi piacerebbe poter pensare ad un giorno in cui,questo piccolo “Pianeta Birra”,fosse sempre più libero da mercanti di pillole per la sete, e con più rose felici e contente di farne parte, senza troppi protagonismi o inutili dispute su chi sia la più bella o la più buona.
Inoltre,in questi anni, ho maturato la convinzione che solo una buona cultura birraria, potrà permettere a quel “Piccolo Principe” che c’è in ognuno di noi, di poter realizzare almeno in parte, il proprio sogno. Tutto in quel semplice e fugace battito di ciglia, mentre abbassando gli occhi, ci portiamo alla bocca un buon bicchiere di Birra, riconciliandoci l’anima….Qualsiasi essa sia.

Con il mutare dei tempi, è cambiato anche il modo di “bere” la Birra.
Si va così affermando la tendenza alla degustazione, più che al consumo.
Dal primo libro, su cui inizia a studiare. Michael Jackson Beer – 8 ottobre1998