Numero 26/2025

23 Giugno 2025

Il giro del mondo in… tante birre: Filippine

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Il Giro del Mondo in Tante Birre si fa cullare dall’Oceano Pacifico per fare la conoscenza di un altro paese affascinante ed esotico: le Filippine.

Più 7600 isole compongono questo puzzle naturale unico, fatto di grande biodiversità ed innumerevoli specie endemiche.

È un arcipelago di origine vulcanica sorto in prossimità della “Cintura di fuoco”. Anello che si estende dal Perù alla Nuova Zelanda, teatro di frequenti terremoti ed eruzioni violente. Da ricordare il risveglio del vulcano Pinatubo nel 1991 che l’efficace sistema di evacuazione non trasforma in catastrofe.

La scoperta delle Filippine, ad opera del portoghese Magellano (1521), dà inizio alla colonizzazione spagnola e all’unità politica del Paese. Prima, infatti, governano per secoli, regni e sultanati influenzati dalle culture limitrofe (Tailandia, Malesia, ecc…). La capitale Manila nasce nel XIII secolo per volontà, proprio, di un Raja musulmano.

 

Il periodo coloniale porta tante migliorie (infrastrutture, ospedali, scuole), ma fa nascere un sentimento sempre più crescente di indipendenza. La rivoluzione filippina (1896-1898) sembra l’inizio di una nuova libertà e, invece, il territorio cade sotto il controllo americano fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale che vede anche una parentesi di occupazione giapponese.

L’indipendenza del 1946, però, fa emergere nuove tensioni sociali e guerriglie. Corruzione e forti disuguaglianze economiche scatenano, agli inizi degli anni ’70, duri scontri e manifestazioni contro la dittatura del famigerato Marcos. La “Rivoluzione del Rosario” (1986) liquida il regime e prepara la strada verso la democrazia.

Vita dura quella dei filippini, eppure sembrano un popolo così pacifico, in passato cacciavano, addirittura, con lo yo-yo! Nel 1928, poi, Pedro Flores, con la sua fabbrica in California, trasforma un’arma in un passatempo iconico. Sarà per questo che i filippini sono conosciuti come “Funny Little Island People”, gli abitanti divertenti delle piccole isole?!?

LA STORIA DELLA BIRRA NELLE FILIPPINE

L’arrivo delle birre nelle Filippine risale alla fine dell’Ottocento ed è figlio della corsa ai ripari dell’economia coloniale spagnola. Già da diversi decenni, infatti, la corona comincia a perdere molti territori nelle Americhe; occorrono, quindi, nuovi metodi per rimpinguare le casse.

Pone fine, quindi, a diversi monopoli facendo entrare investitori privati. La produzione di alcolici sembra la soluzione vincente, anche perché il loro consumo è ben radicato nelle tradizioni locali. Da tempo immemore, infatti, si producono queste bevande:

 

  • Tuba: vino di palma consumato durante i rituali religiosi. Lattiginoso e dal sapore dolce-acidulo
  • Basi: fermentato di canna da zucchero, legato a celebrazioni e festività. Esiste in due versioni: dolce per le donne e secco per gli uomini
  • Tapuy: vino di riso dall’aspetto pulito, con gradazione alcolica di circa 14% ABV. Molto popolare durante le feste dedicate al raccolto
  • Lambanog: distillato di linfa fermentata della palma da cocco

 

Le prime aziende ad aprire sono le distillerie con i loro gin, rum e liquori alle erbe. Poi, nel 1890, si affaccia sul mercato delle Filippine anche il primo produttore di birre: “San Miguel”. So già che questo nome vi dice qualcosa!

Filippine e Spagna hanno, infatti, un birrificio in comune. La birra San Miguel che campeggia sugli scaffali dei nostri supermercati deriva da una filiale inaugurata in Spagna dall’omonima azienda filippina. L’”Accordo di Manila” (1953) sancisce l’apertura dello stabilimento che quattro anni dopo diventa “San Miguel Fabricas de Cerveza y Malta” (v. foto seguente).

Nelle Filippine, le birre “San Miguel” restano protagoniste assolute fino agli anni ’80. L’industria birraria regna sovrana ma il 2010 è l’anno della svolta craft. In pochi anni si assiste ad un grande sviluppo dei birrifici artigianali, oggi se ne contano circa un centinaio.

5 BIRRIFICI DELLE FILIPPINE CON QUALCOSA…IN PIU’!

Nelle Filippine, il mercato delle birre è dominato da due big industriali che insieme controllano quasi il 97% del panorama brassicolo. L’import rappresenta meno dell’1% e ciò che resta è nelle mani delle realtà artigianali.

– Il primo birrificio delle Filippine: SAN MIGUEL BREWERY

Non solo il primo delle Filippine ma di tutto il Sudest asiatico. L’imprenditore Enrique María Barreto apre “La Fábrica de Cerveza San Miguel” nel 1890 nel quartiere San Miguel a Manila. Diventa talmente popolare che, intorno al 1910, esporta verso Hong Kong, Shanghai e Honolulu. Negli anni ’20 la gamma si amplia con bibite e acqua frizzante, gli impianti di modernizzano e, nel 1938, si passa dalla brocca in ceramica alla bottiglia di vetro.

La produzione crolla con l’occupazione giapponese. Ma rinasce ancora più fiorente nel secondo dopoguerra, sfidando la sorte anche in Europa, ma di questa avventura sapete già tutto. Nasce, così, un gruppo industriale presente in diversi settori (infrastrutture, telecomunicazioni, ecc…). Oggi il birrificio fa parte della “San Miguel Corporation” e controlla più del 90% del mercato delle birre nelle Filippine.

 

 

 

SAN MIGUEL PALE PILSEN: birra chiara a bassa fermentazione. La birra simbolo del Paese. Pilsner di stampo industriale, più maltata che luppolata. Facile da bere. Gradazione alcolica: 5%

RED HORSE: birra chiara a bassa fermentazione. Versione più muscolosa della precedente. Per i mercati esteri è prevista la variante ancora più forte (8% ABV). Gradazione alcolica: 6,9%

SAN MIGUEL CHOCOLATE LAGER: birra scura a bassa fermentazione. Edizione limitata dalle note di cioccolato e caramello. Gradazione alcolica: 4%

– Il birrificio filippino “più citato: ASIA BREWERY

Fondato nel 1982 a Cabuyao, città affacciata sul lago Laguna de Bay, dal miliardario locale Lucio Tan. Nasce, così, il primo concorrente del leader San Miguel, spezzando un monopolio quasi centenario. “Hausen” è la prima etichetta ma è la “Beer Pale Pilsen” del 1988 che crea più clamore. I due big arrivano a confrontarsi, addirittura, in tribunale. San Miguel, infatti, cita in giudizio Asia Brewery per violazione del marchio e concorrenza sleale.

Gli anni ’90 portano ad un ampliamento dell’offerta: tè freddo, bibite gassate, sport drink, yogurt. Dal 2016, invece, è distributore dei marchi della multinazionale Heineken. La nuova linea crafty “Paraiso” del 2023 crea altro scompiglio. I birrai artigianali si scagliano contro la sua comunicazione fuorviante che associa il termine “craft” alle birre industriali.

 

 

BEER NA BEER: birra chiara a bassa fermentazione. Nome aggiornato della “Beer Pale Pilsner”. Classica Lager industriale, molto scorrevole, il gusto vira più sul malto che sul luppolo. Gradazione alcolica: 5%

BREW KETTLE: birra chiara a bassa fermentazione, ma l’etichetta riporta “Belgian Witbier Style”. Praticamente una Lager dai toni agrumati e speziati che ricordano lo stile belga. Gradazione alcolica: 5,3%

LAKAS: birra chiara a bassa fermentazione che rientra nella gamma “Paraiso”. Strong Lager maltata, con note speziate e fruttate. Gradazione alcolica: 6,9%

– Il birrificio artigianale “più rosa” delle Filippine: PALAWEÑO BREWERY

Il primo birrificio tutto al femminile dell’arcipelago nasce nel 2012 grazie ad Ayah e Malu, appassionate di birra e homebrewing. Il nome è un omaggio all’isola Palawan, dove le ragazze hanno scelto il capoluogo Puerto Princesa come sede del birrificio. Toponimo perfetto (Porto della Principessa) per due donne determinate e nobili d’animo. Il loro obiettivo è portare avanti lo spirito “Hayahay” tipico dell’arcipelago, cioè relax e serenità e la loro taproom è fatta apposta per questo.

 

 

 

PRINCESA: birra chiara ad alta fermentazione di ispirazione belga. Blonde Ale dai toni agrumati che la rendono molto dissetante e facile. Gradazione alcolica: 4,5%

HUNTER: birra ambrata ad alta fermentazione con aggiunta di miele locale. Un piacevole mix di note che ricordano il cioccolato e il caramello a quelle più fresche e floreali. Gradazione alcolica: 4,8%

SUMAN: birra chiara ad alta fermentazione prodotta con riso glutinoso e foglie di pandano, che ricordano l’aroma di vaniglia. Praticamente il dolce tradizionale filippino in un bicchiere. Gradazione alcolica: 5,6%

– Il birrificio artigianale filippino “più abbinato”: THE PERFECT PINT

Il primo birrificio craft a portare sui tavoli delle Filippine il concetto di abbinamento tra birre e cibo. Nato dall’idea dei tre fratelli Tempongko, apre le porte nel 2014 per offrire una nuova esperienza di ristorazione, grazie alle creazioni dello Chef Gene Gonzalez. Negli anni, il business cresce e vengono aperti anche due brewpub ad Alabang e Makati. Per i curiosi, sul sito del birrificio sono elencati alcuni abbinamenti proposti.

 

 

WORKING MAN BLUES: birra chiara ad alta fermentazione di ispirazione britannica. Una Pale Ale maltata ma rinfrescata dalle note agrumate dei luppoli. Facile e scorrevole. Gradazione alcolica: 6%

EQUINOX: birra ambrata ad alta fermentazione. Amber Ale speziata con note di cannella e noce moscata e una spalla maltata decisa che vira verso sfumature legnose. Gradazione alcolica: 6,2%

HOLY GRAIL: birra chiara ad alta fermentazione. Una Double IPA con note agrumate e resinose in primo piano, l’alcol è proprio dietro l’angolo. Gradazione alcolica: 8%

– Il birrificio artigianale “più mitico” delle Filippine: ENGKANTO BREWERY

Fondato nel 2017 nella città di Makati, nell’area metropolitana di Manila, dall’imprenditore locale Ian Paradies e il birraio statunitense Josh Karten.

Ian, legato fortemente alla cultura locale, trasporta questo suo sentimento di appartenenza anche nel birrificio. Il nome, infatti, si riferisce a mitici spiriti della foresta, creature magiche e bellissime che rappresentano gli antenati. “Engkanto” deriva dallo spagnolo “encanto” che significa, appunto, “fascino”. Le radici si ritrovano anche negli ingredienti tipici usati come mango, lime filippino e frutto della passione.

 

 

 

 

 

SUNBATHING ALE: birra chiara ad alta fermentazione. Golden Ale nata dalla collaborazione con il birrificio giapponese Kyuchi Brewery. Prevede l’uso di lime filippino, pepe sansyo, malti e luppoli sempre del Sol Levante. Agrumata, speziata e dissetante. Gradazione alcolica: 5,2%

SUMMER FLING: birra chiara ad alta fermentazione. Birra acida al frutto della passione che enfatizza l’aspetto rinfrescante di questa bevuta tipicamente estiva. Gradazione alcolica: 4,7%

NUTTY & NICE: birra scura ad alta fermentazione di ispirazione anglosassone. Stout dai toni maltati che ricordano il cioccolato e la nocciola. Tendenzialmente dolce e dalle sensazioni cremose. Gradazione alcolica: 6,3%

 

Analisi di settore dichiarano che, dal 2010, il comparto delle birre artigianali nelle Filippine ha conosciuto un tasso di crescita del 200%! (fonte: Southeast Asian Brew convention). Un boom senza precedenti che ricalca anche un trend positivo dell’economia del Paese.

Alla prossima pinta!

 

Siti internet e pagine social di riferimento:

Le foto delle etichette sono gentilmente concesse dal collezionista Mario Bughetti:

www.facebook.com/mario.bughetti (email: booghy55@gmail.com)

www.sanmiguelbrewery.com.ph

https://asiabrewery.com

www.palawenobrewery.com

https://theperfectpint.ph

https://engkanto.com.ph

 

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Federica Russo
Info autore

Federica Russo

Sono nata a Genova nel lontano…ma che lontano…nel “vicinissimo” 1976 da una famiglia chiacchierona e rumorosa, ecco perché mi piace parlare, comunicare e condividere.
Chi nasce in una città di mare sa che si porta dentro una curiosità tutta speciale come quella dei marinai e navigatori che tutti i giorni salpano verso nuove mete, terre e avventure. Curiosità che rimane per sempre e che caratterizza ogni aspetto della vita arricchendola giorno per giorno. La famiglia, le passioni, i traguardi, il lavoro vengono così conditi con quel “quid” che rende tutto più sfizioso.
La curiosità infatti mi ha portato a studiare 3 lingue (inglese, spagnolo e francese) per non sentirmi fuori luogo ovunque volessi andare e mi ha fatto laureare in Geografia per avere ben chiara in testa la mappa del mondo ed evitare di perdermi.
La curiosità mi ha fatto lavorare in ambiti molto diversi tra loro: commercio al dettaglio, operatore GIS nel settore dei sistemi informativi territoriali, progettista di impianti di depurazione acque reflue.
La curiosità, infine, è stata anche la spinta che mi ha fatto passare da semplice amante della birra a Sommelier. Ho completato il percorso formativo con la Scuola Italiana Sommelier (S.I.S.) e sono diventata Sommelier Professionale 3° livello. Essere sommelier della birra non lo considero un traguardo ma solo l’inizio di un lungo percorso di formazione, di conoscenza che non finirà mai, infatti ho cominciato lo stesso percorso formativo anche con l’Associazione Italiana Sommelier (A.I.S.), seguo i corsi e le monografie di UB Academy, per non parlare dei libri che “bevo” tutto d’un fiato!!! Alcuni autori della mia libreria: Michael Jackson, Lorenzo “Kuaska” Dabove, Randy Mosher…tanto per citare qualche pilastro.
La possibilità di poter scrivere per il Giornale della Birra mi dà modo di condividere con voi la mia passione birraria attraverso interviste, curiosità, abbinamenti birra-cibo e tanto altro, il tutto impreziosito da un sorriso e da un punto di vista diverso….quello femminile!