Numero 20/2024

13 Maggio 2024

Il giro del mondo in… tante birre: Capo Verde

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Aver intrapreso questo Giro del Mondo in Tante birre permette di visitare paesi sconfinati ma anche piccole gemme dalla storia esotica, proprio come Capo Verde.

È un arcipelago di dieci isole vulcaniche, posto al largo delle coste del Senegal. Costituisce l’estremità più a ovest del continente africano e prende il nome dall’omonima penisola su cui sorge Dakar. Un promontorio dalla natura rigogliosa ed invitante rispetto ai dintorni brulli e spogli, come lo descrive l’esploratore portoghese Dinis Dias, a metà del Quattrocento.

 

Citato, addirittura, da Plinio il Vecchio nella sua “Historia Naturalis”, come dimora delle mitiche Gorgoni, viene ufficialmente scoperto nel 1456 dal navigatore ligure Antonio de Noli, al servizio della corona portoghese. Anche Cristoforo Colombo fece scalo, qui, alla fine del Quattrocento, annotando sul diario di bordo la sua delusione nel vedere terre alquanto aride e per niente floride.

Capo Verde, per la sua posizione strategica lungo la rotta verso le Americhe, ha rappresentato per molto tempo la base perfetta per il commercio degli schiavi africani. Ottiene l’indipendenza dal Portogallo solo nel 1975, oggi è una repubblica semipresidenziale. Durante il periodo coloniale si sono susseguite pesanti carestie dovute alla siccità, risultato di una deforestazione massiccia del territorio.

Il turismo, oggi, costituisce un’importante fonte di entrate per il Paese. Non solo mare ma numerose attrattive naturalistiche richiamano turisti da tutto il mondo, come il trekking sulle pendici dell’unico vulcano attivo il “Pico de Fogo” sull’omonima isola (v. foto seguente).

E anche le infrastrutture si sono adeguate, l’arcipelago conta ben 4 aeroporti internazionali!

 

Curiosa la suddivisione amministrativa basata sulla direzione dei venti alisei: a nord le “Isole di Sopravento” e a sud le “Isole di Sottovento” che comprendono quella di Santiago dove sorge Praia, la capitale capoverdiana dal 1770. La città più popolosa, sede delle istituzioni politiche e principale polo commerciale e logistico. Lo sviluppo urbanistico segue un andamento particolare, è distribuito su piccoli altipiani, quello storicamente più importante è chiamato “Plateau”.

LA STORIA DELLA BIRRA A CAPO VERDE

A Capo Verde, fino all’apertura del primo birrificio verso la fine degli anni ’80 del Novecento, le birre sono sempre state importate, soprattutto, dal Portogallo e dalla vicina Africa.

La cultura birraria locale è stata influenzata dagli europei che storicamente hanno abitato l’arcipelago, facendo sì che la birra diventasse, nel tempo, una delle bevande alcoliche preferite. Quelle a bassa fermentazione, Lager leggere e dissetanti, sono le più consumate.

La bevanda nazionale, invece, è il “grogue”, un distillato ottenuto dalla canna da zucchero simile al rum (ABV 40%). Si dice che il migliore venga preparato sull’isola di Santo Antão. Il nome deriva da “grog”, il mix di rum e acqua in voga sulle navi della Marina Inglese dalla fine del 1700 fino al 1970. Se al Grogue si aggiungono melassa e lime si ottiene il Ponche.

I BIRRIFICI PIU’ IMPORTANTI DI CAPO VERDE

Ad oggi sul territorio sono presenti tre birrifici: uno storico che produce birre di stampo industriale e due microbirrifici artigianali con taproom per offrire una vera esperienza gustativa tipica di Capo Verde.

– Il primo birrificio di Capo Verde: CERIS

CERIS (Sociedade Caboverdiana de Cerveja e Refrigerantes) è stato fondato nel 1988 a Praia, la capitale. Dal 2005, Ceris e Cavibel, società di distribuzione, sono di proprietà di ECCBC (Equatorial Coca-Cola Bottling Company). La produzione di birra è partita nel 2006, in sostituzione della birra Coral, un marchio dell’ex proprietario portoghese “Madeira Brewery”. In gamma anche acqua e bibite.

 

STRELA CLASSIC: birra chiara a bassa fermentazione, la più bevuta del Paese. La Lager iconica facile da bere, maltata con un delicato amaro. Strela in creolo significa “stella”. Gradazione alcolica: 5,6%

STRELA KRIOLA: birra chiara a bassa fermentazione, con un tocco più luppolato rispetto alla precedente. Gradazione alcolica: 5%

STRELA EGO: birra ambrata a bassa fermentazione ispirata alle Bock tedesche. Note maltate di caramello e biscotto in primo piano. Gradazione alcolica: 8%

– Il primo birrificio artigianale di Capo Verde: CERVEJARIA AFREECANA

Keven Gonçalves, ingegnere chimico, ha trasformato la passione della birra in lavoro. Fonda il birrificio nel 2018, il primo esempio di microbirrificio artigianale dell’arcipelago, e dopo quattro anni inaugura il brewpub sull’isola di Santiago. È talmente legato al suo territorio che utilizza ingredienti locali e tradizionali per personalizzare le sue creazioni.

 

BIDJOGO: birra ad alta fermentazione che richiama le IPA ma con l’aggiunta di polpa di mango che dona un dissetante tocco tropicale. La birra è un omaggio alle isole “Bijagós”, al largo della Guinea-Bissau. Gradazione alcolica: 6%.

BADIA: birra ambrata ad alta fermentazione. Una Witbier belga aromatizzata con fiori di ibisco che ben si sposano con i classici sentori agrumati di arancia amara e speziati di coriandolo. Il colore rosato è molto invitante. Gradazione alcolica: 4,6%

PAIXON: birra chiara ad alata fermentazione che si rifà alle New England IPA con in più l’aggiunta di frutto della passione. Un mix dissetante di note agrumate ed esotiche Gradazione alcolica: 6,4%

– Il birrificio capoverdiano “più scatenato”: BLIMUND LDA

Nato nel 2021 a Santa Maria sull’Ilha do Sal (Isola del Sale) dalle ceneri del birrificio “Tubarão Beer”. La taproom “Bodeguinha” serve anche le birre di Cervejaria Afreecana per promuovere ancora di più la cultura brassicola artigianale dell’arcipelago. Il nome deriva da una leggenda locale che narra la storia del toro Blimundo, un simbolo di giustizia e libertà.

 

 

PANCADA: birra ambrata ad alta fermentazione ispirata alle English Strong Ale con aggiunta di scorza d’arancia e spezie. Sentori maltati di frutta secca e caramello alleggeriti da note speziate ed agrumate. Gradazione alcolica: 7%

SALGADINHA: birra chiara ad alta fermentazione. Una Gose prodotta con il sale delle saline di Capo Verde. Il tocco di acido e le note agrumate rifrescano la bevuta. Finale piacevolmente secco. Gradazione alcolica: 5%

PARODIA: birra chiara ad alta fermentazione che si rifà alle Weizen tedesche. Acidula e fresca dalle note fruttate e speziate tipiche dello stile. Gradazione alcolica: 5%

 

Sembra che qui a Capo Verde, il modo di dire “pochi ma buoni” sia diventato realtà, pochi birrifici ma di qualità, soprattutto quelli che producono birre artigianali dagli stili più variegati. Un’offerta sempre più variegata per soddisfare i palati dei numerosi turisti stranieri che si godono le isole durante tutto l’anno.

Alla prossima pinta!

Siti internet e pagine social di riferimento:

Le foto delle etichette sono gentilmente concesse dal collezionista Mario Bughetti:

www.facebook.com/mario.bughetti (email: booghy55@gmail.com)

www.facebook.com/StrelaFidjudiTera

www.facebook.com/cervejariaafreecana

www.facebook.com/BodeguinhaCaboVerde

 

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Federica Russo
Info autore

Federica Russo

Sono nata a Genova nel lontano…ma che lontano…nel “vicinissimo” 1976 da una famiglia chiacchierona e rumorosa, ecco perché mi piace parlare, comunicare e condividere.
Chi nasce in una città di mare sa che si porta dentro una curiosità tutta speciale come quella dei marinai e navigatori che tutti i giorni salpano verso nuove mete, terre e avventure. Curiosità che rimane per sempre e che caratterizza ogni aspetto della vita arricchendola giorno per giorno. La famiglia, le passioni, i traguardi, il lavoro vengono così conditi con quel “quid” che rende tutto più sfizioso.
La curiosità infatti mi ha portato a studiare 3 lingue (inglese, spagnolo e francese) per non sentirmi fuori luogo ovunque volessi andare e mi ha fatto laureare in Geografia per avere ben chiara in testa la mappa del mondo ed evitare di perdermi.
La curiosità mi ha fatto lavorare in ambiti molto diversi tra loro: commercio al dettaglio, operatore GIS nel settore dei sistemi informativi territoriali, progettista di impianti di depurazione acque reflue.
La curiosità, infine, è stata anche la spinta che mi ha fatto passare da semplice amante della birra a Sommelier. Ho completato il percorso formativo con la Scuola Italiana Sommelier (S.I.S.) e sono diventata Sommelier Professionale 3° livello. Essere sommelier della birra non lo considero un traguardo ma solo l’inizio di un lungo percorso di formazione, di conoscenza che non finirà mai, infatti ho cominciato lo stesso percorso formativo anche con l’Associazione Italiana Sommelier (A.I.S.), seguo i corsi e le monografie di UB Academy, per non parlare dei libri che “bevo” tutto d’un fiato!!! Alcuni autori della mia libreria: Michael Jackson, Lorenzo “Kuaska” Dabove, Randy Mosher…tanto per citare qualche pilastro.
La possibilità di poter scrivere per il Giornale della Birra mi dà modo di condividere con voi la mia passione birraria attraverso interviste, curiosità, abbinamenti birra-cibo e tanto altro, il tutto impreziosito da un sorriso e da un punto di vista diverso….quello femminile!