Numero 18/2019

29 Aprile 2019

Accise sulla birra: come fare la comunicazione della cotta

Accise sulla birra: come fare la comunicazione della cotta

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Nell’ambito della gestione di un microbirrifcio, l’aggravio burocratico è molto pesante: si stima che ogni giorno, per ciascuna impresa artigiana, venga dedicata tra la mezz’ora ed un’ora di lavoro per l’espletamento di pratiche di varia natura. Tra queste, molto pesante è la gestione delle comunicazioni fiscali inerenti l’accisa, che ogni birrificio è tenuto a versare in relazione alla produzione di alcol.

Per i birrifici con produzione annua inferiore ai 10.000 ettolitri, tra i quali afferiscono appunto i “microbirrifici”, l’art. 35 del Testo Unico, prevede uno specifico regime di accertamento del prodotto finito che mira a semplificare gli adempimenti tributari a carico degli operatori. Con Determinazione Direttoriale n. 140839/RU del 4 dicembre 2013 e con la relativa Circolare 5/D del 6 maggio 2014 dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, entrambe reperibili dal sito web dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (www.agenziadoganemonopoli.gov.it), sono stati definiti gli adempimenti specifici per la comunicazione all’ufficio competente.

 

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Vediamo, più in dettaglio, quali sono gli aspetti previsti dalle norme. Si sotto intende, peraltro, che il microbirrificio sia già un “depositario autorizzato”, quindi dotato di apposita licenza da parte dell’Agenzia delle Dogane. Ai fini della determinazione dell’accisa, è previsto che il microbirrificio,  almeno un giorno prima dell’inizio della produzione del mosto, sia tenuto a inviare all’Ufficio delle Dogane, esclusivamente tramite Posta Elettronica Certificata, apposita comunicazione di lavoro. La comunicazione ha  validità non superiore ai trenta giorni, e deve contenere  tutte le indicazioni  necessarie all’individuazione di ciascuna cotta, sia temporalmente che fisicamente, ai fini di consentirne la tracciabilità all’interno del deposito fiscale.
I dati da comunicare sono i seguenti:

  • numerazione progressiva annua;
  • data in cui sarà effettuata ciascuna cotta;
  • tipologia di birra prodotta;
  • tini di fermentazione in cui avverrà la maturazione del prodotto;
  • il volume di mosto che si presume produrre;
  • la lettura del contatore fiscale al momento della comunicazione.

 

Inoltre, la norma specifica la modalità di registrazione della lavorazione avvenuta, secondo il dettaglio di seguito riportato e che varia in funzione della modalità di determinazione indiretta predefinita in fase di avvio attività.

In caso di impiego del contatore del mosto, per ciascuna cotta, il depositario contabilizza, in formato elettronico:

  • la data di lavorazione;
  • gli estremi della comunicazione preventiva;
  • la lettura iniziale e finale del contatore;
  • il tipo di birra prodotto;
  • il grado Plato dichiarato;
  • la conseguente liquidazione di imposta, tenendo conto delle aliquote vigenti
  • per ogni ciclo di sanificazione delle caldaie, successivo alla cotta,  la lettura iniziale e finale del contatore del mosto, a seguito del passaggio dell’acqua di lavaggio.

 

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In caso di impiego del contatore energetico, per ciascuna cotta, il depositario contabilizza, in formato cartaceo o, preferibilmente, in formato elettronico:

  • la data di lavorazione;
  • gli estremi della comunicazione preventiva;
  • la lettura iniziale e finale del contatore;
  • il tipo di birra prodotto;
  • il relativo coefficiente di resa riconosciuto dall’Amministrazione finanziaria;
  • il grado Plato dichiarato;
  • la conseguente liquidazione di imposta, tenendo conto delle aliquote vigenti.

 

Come si può evincere dalla lettura dell’articolo, e ancor più dalla disamina diretta dei documenti ufficiali sopra indicati, la gestione di quanto concerne le accise a livello di dichiarazioni e registrazioni è un aspetto ostico e rilevante per un birrificio, anche di piccole dimensioni. Ulteriori complicazioni sono dettate dalla frequente necessità di comunicare variazioni in merito al grado Plato, nonché alla necessità di provvedere ad idonea conservazione della documentazione. Purtroppo, ad oggi, nonostante i tentativi di semplificazione da parte del legislatore, la difficoltà insita nella burocrazia è un macigno che penalizza le piccola imprese artigiane ed agricole del settore brassicolo nazionale e per il quale è auspicabile una revisione sostanziale  in termini di snellimento e riduzione dei costi.

 

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Massimo Prandi
Info autore

Massimo Prandi

Un Albese cresciuto tra i tini di fermentazione di vino, birra e… non solo! Sono enologo e tecnologo alimentare, più per vocazione che per professione. Amo lavorare nelle cantine e nei birrifici, sperimentare nuove possibilità, insegnare (ad oggi sono docente al corso biennale “Mastro birraio” di Torino e docente di area tecnica presso l’IIS Umberto Primo – la celeberrima Scuola Enologica di Alba) e comunicare con passione e rigore scientifico tutto ciò che riguarda il mio lavoro. Grazie ad un po’ di gavetta e qualche delusione nella divulgazione sul web, ma soprattutto alla comune passione e dedizione di tanti amici che amano la birra, ho gettato le basi per far nascere e crescere questo portale. Non posso descrivere quante soddisfazioni mi dona! Ma non solo, sono impegnato nell’avvio di un birrificio agricolo con produzione delle materie prime (cereali e luppoli) e trasformazione completamente a filiera aziendale (maltazione compresa): presto ne sentirete parlare!