Numero 06/2024

6 Febbraio 2024

Santa Brigida d’Irlanda e il miracolo della birra

Santa Brigida d’Irlanda e il miracolo della birra

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Nata attorno al V secolo, commemorata il 1 febbraio dal Martyrologium Romanum, santa Brigida d’Irlanda, conosciuta come la “Maria dei Gaelici”, è veneratissima nelle tradizioni e nel culto dell’isola verde, affiancata a santi più noti come il patrono nazionale san Patrizio e san Colombano. Con Colombano condivide il legame ai primi anni di evangelizzazione delle isole britanniche a alla transizione da paganesimo a cristianità, ed è una di quelle figure dall’agiografia ricca e fantasiosa, dove, anche se è indubbia la realtà storica del personaggio, verità e folklore si intrecciano inestricabilmente. Già emblematico il fatto che condivida il nome, Brigida, con la divinità celtica Brigid (anche nota come Bríg o Brig), dea delle fonti, del fuoco, della primavera e della fertilità.

Brigida nacque probabilmente intorno al 451 d.C. in Fochairt, nei pressi di Dundalk, Contea di Louth. Secondo le datazioni tradizionali aveva sei anni alla morte di san Patrizio, la figura a cui più spesso viene accostata e di cui avrebbe raccolto in continuità la missione di evangelizzare l’Irlanda, e si sarebbe consacrata giovanissima. Secondo una suggestiva e significativa leggenda sarebbe stata la figlia di un capo pagano o di un druido, Dubhthach, e a una schiava, rappresentazione in forma di racconto del passaggio dai culti pagani a cristianesimo.

Dei primi anni della santa i racconti tramandano la sua generosità esemplare. Di lei si dice infatti che veniva spesso rimproverata dal padre perché troppo ai poveri ed i bisognosi, a cui portava latte, burro e farina senza porsi limiti. Esasperato dalle abitudini della figlia Dubhthach pensò di venderla al re di Leinster. Ma quando quest’ultimo la vide donare la spada ingioiellata del padre a un lebbroso per sfamare la sua famiglia, il sovrano ne comprese la santità, e convinse il padre a lasciarla libera di dedicarsi alla vita spirituale. Un racconto che simboleggia la vittoria delle virtù di carità e misericordia, vera fonte di autorità, sul potere punitivo e temporale.

A lei viene attribuita la fondazione del monastero di Kildare, località a sessanta chilometri da Dublino, di cui fu anche badessa. Pare che il monastero accogliesse in origine una comunità uomini e donne, secondo pratiche non inusuali nella chiesa celtica dell’epoca. Il nome del monastero deriva dall’irlandese Cill Dara, cella della quercia, con riferimento ad un altare posto su una trave di legno massiccio, a cui furono attribuiti poteri miracolosi.

Riflesso della forza e del ruolo amministrativo svolto nella regione dalle badesse di Kildare e mantenuto fino al Sinodo di Kells del 1152 è la leggenda che tramanda di come santa Brigida avrebbe ricevuto il “pallium”, segno distintivo di un arcivescovo metropolita, a causa di un errore durante la formula di ordinazione da parte dell’anziano vescovo Denni. Distrutto l’edificio religioso nel 12° secolo, nel luogo dove sorgeva il monastero oggi si erge la protestante Saint Brigid’s Cathedral.

 

Da interpretare come un calco ricavato dai racconti evangelici della vita di Gesù sono numerosi miracoli ed episodi edificanti narrati della vita di santa Brigida, tra cui il più famoso è quello della trasmutazione dell’acqua in birra, di cui esistono diverse varianti. La versione più diffusa è modellata sulle Nozze di Cana, e così rappresentato anche nell’affresco della Cappella Suardi di Lorenzo Lotto, del XVI secolo (immagine in alto, fonte: Wikimedia Commons).

L’episodio narra che verso la fine della Quaresima, nel Meath, la comunità si trovò d’improvviso senza sufficiente birra per il banchetto pasquale. Brigida, allora, benedisse un barile e, ordinò, dopo averlo benedetto, di attingere birra: la bevanda non si esaurì prima di soddisfare la necessità di diciotto chiese, dal giovedì santo fino a Pasqua: è il messaggio di gioia e sacralità che si vive alla mensa di Cristo contenuto nell’eucaristia. Siamo tutti invitati a partecipare con cuore lieto alla festa, nell’abbondanza del Suo amore.

In Irlanda la festa di santa Brigida è celebrata anche con la tradizione della croce di Brigida, a cui è legato un altro racconto sulla vita della santa.

Invitata al capezzale di un capo pagano locale, forse proprio suo padre Dubhtach, ormai delirante sul letto di morte, cominciò a consolarlo e prese dal pavimento dei giunchi (o della paglia) che intreccò per formare una croce. Il capo moribondo si incuriosì all’attività, e diede modo a Brigida di spiegare il significato della croce cristiana e di come Gesù fosse morto sul Calvario per la salvezza di tutti, compreso lui. Quando finì di intrecciare la croce, la conversione dell’uomo era ormai compiuta, e venne battezzato prima della morte.

Il 1° febbraio, lá Fhéile Bríde (che coincide, tra le altre cose, con una più antica festa di primavera, l’Imbolc), i suoi devoti intrecciano croci di paglia e giunchi per la Messa. Le croci vengono anche esposte sui tetti o sulle porte delle proprie case per benedire gli ospiti, e rimpiazzano quelle preparate l’anno precedente, che vengono bruciate: il folklore vuole che grazie a quest’anno le case, soprattutto quelle di legno, siano protette dal fuoco.

Secondo la tradizione la santa morì nel 525 nella sua abbazia a Kildare.
Il suo culto si è diffuso in Europa dai missionari irlandesi, come Foillan, nei secoli dopo la sua morte. In Belgio c’è una cappella (del VII-X secolo) a lei dedicata a Fosses-La-Ville, in Italia ci sono edifici di culto a lei dedicati soprattutto nel nord Italia, a Piacenza, in alta Valle Brembana e in Valsassina.

Al più famoso episodio della vita di santa Brigida si accompagna una preghiera che celebra con gioioso trasporto l’esperienza della fede.

Vorrei un lago di birra per il Re dei Re
Vorrei che la famiglia celeste fosse qui a berne per l’eternità […]
Vorrei che ci fosse allegria nel berne
Vorrei anche Gesù qui.

 

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