Numero 45/2023

6 Novembre 2023

Il giro del mondo in… tante birre: Bielorussia

Il giro del mondo in… tante birre: Bielorussia

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Per la prima volta il Giro del Mondo in Tante Birre ci porta in Europa Orientale, dove andremo alla scoperta del mondo brassicolo della Bielorussia.

Come spesso accade, l’origine del nome del Paese è sconosciuta. Bielorussia significa “Russia Bianca”. L’aggettivo può derivare dal colore tipico degli abiti tradizionali, da quello molto chiaro dei capelli oppure da una storpiatura del lituano dove “Balt” significa “bianco”. Esisterebbe, persino, una corrispondenza tra colori e punti cardinali. Il bianco indica l’ovest, quindi, Bielorussia significa “Russia occidentale”.

Questa Stato senza sbocco sul mare, circondato da Polonia, Lituania, Estonia, Russia e Ucraina, è chiamato “il polmone d’Europa”. Infatti, foreste secolari e zone umide ricoprono quasi la metà del territorio, attraversato, anche, da circa 20.000 fiumi (v. foto Lago Svitjaz’).

 

Un Paese dalle radici millenarie. Le prime tracce dell’uomo risalgono addirittura al Paleolitico. Dal 1200 fino alla fine del 1500, è stato il fulcro del Granducato di Lituania. Poi, la Russia lo ingloba scatenando profonde crisi economiche e demografiche. Tra il XVIII e XIX sec. si susseguono numerosi tentativi di rivolta dall’esito negativo. Tra i due conflitti mondiali, il territorio bielorusso viene diviso tra Polonia e Russia. Teatro di lotta fra nazisti e sovietici, il paese viene letteralmente dilaniato durante la Seconda Guerra Mondiale. La capitale Minsk è rasa al suolo per la diciottesima volta in meno di mille anni.

Nonostante tutta questa storia, noi italiani abbiamo conosciuto la Bielorussia solo nel 1986 a seguito del disastro nucleare di Chernobyl. Infatti, ancora oggi, mi ricordo dell’annuncio in TV e del divieto di bere latte, di mangiare verdure a foglia larga e di andare ai giardinetti. Avevo 13 anni.

Dopo la caduta del Muro di Berlino, nel 1991, il paese ottiene l’indipendenza e nel 1994 viene eletto come primo presidente, Aleksandr Lukashenko, attualmente in carica. Sulla carta, la Bielorussia è una Repubblica Presidenziale, ma di fatto, a causa di una politica molto discutibile, è una vera e propria dittatura. L’ultima in terra europea.

LA STORIA DELLA BIRRA IN BIELORUSSIA

Secondo fonti documentali, in Bielorussia, le birre venivano preparate all’interno dei monasteri, già intorno al X sec. Durante il 1500, la birra fatta in casa, non solo soddisfaceva il fabbisogno domestico, ma iniziò ad essere venduta anche nelle taverne. Per questo motivo, nel 1577 la produzione casalinga venne molto limitata e piano piano questa crescente attività divenne appannaggio dello Stato per fare cassa. Nel 1588 lo “Statuto del Granducato di Lituania”, una costituzione ante-litteram, prevedeva addirittura sanzioni per chi danneggiava i campi di luppolo e determinava le quantità di birra da produrre.

Dalla fine del XVIII sec. i birrifici, chiamati “Brovars”, si trasformarono in vere e proprie industrie. Purtroppo le rivolte sociali e i disordini politici dell’Ottocento li fecero sparire quasi del tutto. In poco tempo le birre tedesche e i birrifici imperiali russi invasero il mercato della Bielorussia. Solo alla fine del secolo, i birrai locali ripresero l’attività.

Una menzione speciale merita la birra tradizionale locale: il Kvass.

E’ una bevanda antica a basso contenuto alcolico, tipica dell’Est Europa. Si ottiene grazie alla fermentazione naturale del pane nero raffermo ammollato in acqua, A questo impasto si possono aggiungere, anche, altri ingredienti come barbabietole o miele. Si utilizza una tecnica a tino aperto che fa interagire batteri lattici e lieviti Saccharomyces, per ritrovarsi nel bicchiere una bevanda dal sapore dolce-acidulo e lievemente carbonata.

Ma per scaldarsi durante i lunghi inverni, cos’altro si beve in Bielorussia? Logicamente la Vodka o Garelka, ma anche la Nastoika, una vodka aromatizzata con erbe, frutti di bosco o spezie oppure la Nalivka, un liquore a base di frutta (es: ciliegie), bacche o miele. Infine, non può mancare un goccetto di Samogon, la vodka fatta in casa, usata in passato anche come moneta di scambio. E per gli astemi non esiste nulla? Ma certo! C’è lo Sbiten, bevanda tradizionale russa risalente al 1100. Si serve calda ed è base di acqua, miele e spezie.

Una particolarità del mercato delle birre in Bielorussia è l’uso di bottiglie di PET che interessa circa il 76% del packaging utilizzato (dati 2019 – Upakovano.ru) e che sta diventando un argomento di scontro tra Governo centrale ed associazioni di categoria. Il primo sta promuovendo il passaggio al vetro per adeguarsi alle politiche ambientali internazionali, le seconde, invece, difendono l’uso della plastica perché prodotta internamente e quindi più economica. Chi la spunterà?

I 5 BIRRIFICI DELLA BIELORUSSIA CON QUALCOSA IN PIU’

Il movimento delle birre artigianali sta crescendo anche in Bielorussia. Nel 2020, infatti, il numero di micro-birrifici ha superato quota 50. Ma quelli industriali, nazionali ed internazionali, siano ancora i veri protagonisti del mercato.

– Il birrificio bielorusso più antico: ALIVARIA BREWERY

Fu Fondato dall’imprenditrice Rohlya Frumkinova nel 1864 a Minsk. Trent’anni dopo, Karol Jan Czapski, futuro sindaco di Minks, compra il birrificio, lo chiama “Boemia” e costruisce lo stabilimento ancora in uso. Nel 1899 la proprietà passa alla famiglia Lekert, leader nel settore birrario ma nel 1917 il birrificio diventa statale e cambia il nome in “Belarus”. Con l’arrivo dell’indipendenza, nel 1994 si trasforma in una società privata. Dal 2008 fa parte del gruppo Carlsberg e detiene circa il 30% del mercato interno. Il complesso del birrificio ospita anche il Museo della Birra.

 

DESIATKA: birra chiara a bassa fermentazione in stile Pils. Il nome significa “dieci”. Leggera, facile da bere con un piacevole amaro sul finale e un lieve aroma fruttato. Gradazione alcolica: 4%

PORTER: birra scura ispirata alle Porter anglosassoni, dai tipici sentori di caramello, caffè e frutta secca. Il birraio consiglia: in inverno, da servire calda. Gradazione alcolica: 6,5%

KAROL JAN RUBY: birra alla frutta dal colore rubino con aggiunta di succo di ciliegie. Dedicata al fondatore Czapski.  Oltre alle note fruttate, un richiamo di mandorla. Gradazione alcolica: 4,6%

– Il birrificio statale più grande della Bielorussia: KRYNITSA

Fondato nel 1973 nella capitale Minsk con il nome di “Minsk Brewery n°2”. A metà degli anni ’80 lo cambia nell’attuale “Krinitsa” e nel 2003 diventa di proprietà dello Stato. Ad oggi, è il maggior produttore statale (150 milioni di litri annui) e controlla circa il 38% del mercato delle birre in Bielorussia. La gamma comprende diverse linee: birre crafty, Lager ceche, birre di frumento e Kvass.

 

 

KRYNITSA CLASSIC: la birra iconica, chiara e a bassa fermentazione. Una Lager leggera con note di malto bilanciate dall’amaro delicato dei luppoli. Gradazione alcolica: 4,8%

KULT WEISSBIER: Birra di frumento di ispirazione tedesca. Acidula, fruttata e speziata. Gradazione alcolica: 5%

MINSKI HLEBNY: bevanda analcolica in stile Kvass. Il nome significa “il pane di Minsk” ed ha un gusto tendenzialmente dolce.

– Il primo brewpub della capitale bielorussa: RAKOVSKY BROVAR

Aperto nel 1997, il nome deriva da quello di uno dei più antichi sobborghi di Minsk. L’edificio, dove ha sede il birrificio, ha ospitato diverse attività dalla sua costruzione nel 1882: sinagoga del quartiere ebraico, sala da ballo e anche ritrovo per i rivoluzionari. Oggi il brewpub è composto da saloni a tema specifico (caccia, sport, storia,…) dove gustare anche piatti tipici tradizionali.

 

 

IPA: birra ambrata ad alta fermentazione che si ispira alle IPA anglosassoni. Protagonisti gli aromi dei luppoli con sentori fruttati, agrumati e tropicali. Gradazione alcolica: 6,5%

STAROVILENSKOE: birra scura a bassa fermentazione che riprende le Dunkel tedesche. Gli aromi del malto sono i protagonisti con note di pane nero, caramello e frutti rossi. Gradazione alcolica: 5,2%

FRUTBIR: birra alla frutta con aggiunta di succo di lampone, fragola e mirtillo. Gli aromi dolci e aciduli sono rinfrescati dalle note più amare del luppolo. Gradazione alcolica: 6,2%

– Il birrificio con la location “più green” della Bielorussia: DUDAR BREWERY

Birrificio aperto nel 2022 all’interno dell’Ecopark Akvarel, fondato dall’ingegnere Anatoly Yunitsky a 60 Km da Minsk. Un’area verde protetta di 168 ettari con laghi, allevamenti ittici, agricoltura biologica e alloggi, tutto all’insegna dell’eco-compatibilità.

“Dudar” significa “suonatore di duda”, una cornamusa tradizionale della Bielorussia e della Lituania. La scelta del nome è un omaggio alla storia e all’artigianalità del Paese. Questi musicisti, infatti, si costruivano i propri strumenti.

 

 

 

BALLSY: birra chiara ad alta fermentazione ispirata alle Session IPA. Al naso e al gusto, aromi fruttati, agrumati ed erbacei. Gradazione alcolica: 5,6%

BEND THE ELBOW: birra chiara ad alta fermentazione che riprende le New England IPA. I protagonisti sono i luppoli con i tipici sentori tropicali, agrumati e un lieve balsamico. Gradazione alcolica: 6%

TASTE OF NATURE: birra sour con banana e ananas. Le classiche note acidule sono equilibrate dai toni “più dolci” della frutta aggiunta. Gradazione alcolica: 5,6%

– Il birrificio bielorusso “più sperimentale”: MALANKA

Fondato da tre amici homebrewer (Jury, Vlacaslau e Andrej) nel 2019 a Minsk. Il termine Malanka significa “fulmine” ma etimologicamente è anche collegato alle parole “mulino” e “farina” e al concetto di “macinatura del grano”. Il nome ideale per un birrificio e facile da pronunciare in altre lingue. Inoltre, il fulmine appare anche nel logo che rappresenta uno spillatore stilizzato. I tre fondatori amano sperimentare così tanto che ormai la gamma comprende decine e decine di birre.

 

 

POPIEL SAAZ: birra scura a bassa fermentazione, ispirata alle Dark Lager mitteleuropee. Prodotta con luppolo Zatec e malto affumicato di frumento. Note tostate e legnose accompagnate da sentori di caffè e un lievissimo erbaceo. Gradazione alcolica: 5,5%

POKLIČ HLOH I HRUŠA: birra chiara ad alta fermentazione ispirata alle Saison belghe. Invecchiata in botte di vino rosso per sei mesi con aggiunta di pere e bacche di biancospino. Note fruttate e floreali con un pizzico di note wild. Gradazione alcolica: 6,3%

IMŽA ČARNICY, BRUSNICY I LAVANDA: birra chiara a fermentazione mista. Una Berliner Weisse con aggiunta di lavanda, succo di mirtillo nero e rosso. Fruttata, acidula e profumata. Gradazione alcolica: 3,7%

 

L’onda lunga della Craft Revolution arriva da tutte le parti, in tempi diversi ma arriva. È un po’ come il rumore cosmico, residuo del Big Bang, che continua a propagarsi nell’Universo.

E gli effetti si sentono anche in Bielorussia, soprattutto nella capitale, che attrae sempre più turisti stranieri, capace di offrire un’ampia varietà di birre artigianali.

Alla prossima pinta.

 

Siti internet e pagine social di riferimento:

Le foto delle etichette sono gentilmente concesse dal collezionista Mario Bughetti:

www.facebook.com/mario.bughetti (email: booghy55@gmail.com)

www.alivaria.by/eng/about-us

https://krinitsa.by/en

https://brovar.by

https://aquarellepark.by/food/dudar

https://malanka.beer

 

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Federica Russo
Info autore

Federica Russo

Sono nata a Genova nel lontano…ma che lontano…nel “vicinissimo” 1976 da una famiglia chiacchierona e rumorosa, ecco perché mi piace parlare, comunicare e condividere.
Chi nasce in una città di mare sa che si porta dentro una curiosità tutta speciale come quella dei marinai e navigatori che tutti i giorni salpano verso nuove mete, terre e avventure. Curiosità che rimane per sempre e che caratterizza ogni aspetto della vita arricchendola giorno per giorno. La famiglia, le passioni, i traguardi, il lavoro vengono così conditi con quel “quid” che rende tutto più sfizioso.
La curiosità infatti mi ha portato a studiare 3 lingue (inglese, spagnolo e francese) per non sentirmi fuori luogo ovunque volessi andare e mi ha fatto laureare in Geografia per avere ben chiara in testa la mappa del mondo ed evitare di perdermi.
La curiosità mi ha fatto lavorare in ambiti molto diversi tra loro: commercio al dettaglio, operatore GIS nel settore dei sistemi informativi territoriali, progettista di impianti di depurazione acque reflue.
La curiosità, infine, è stata anche la spinta che mi ha fatto passare da semplice amante della birra a Sommelier. Ho completato il percorso formativo con la Scuola Italiana Sommelier (S.I.S.) e sono diventata Sommelier Professionale 3° livello. Essere sommelier della birra non lo considero un traguardo ma solo l’inizio di un lungo percorso di formazione, di conoscenza che non finirà mai, infatti ho cominciato lo stesso percorso formativo anche con l’Associazione Italiana Sommelier (A.I.S.), seguo i corsi e le monografie di UB Academy, per non parlare dei libri che “bevo” tutto d’un fiato!!! Alcuni autori della mia libreria: Michael Jackson, Lorenzo “Kuaska” Dabove, Randy Mosher…tanto per citare qualche pilastro.
La possibilità di poter scrivere per il Giornale della Birra mi dà modo di condividere con voi la mia passione birraria attraverso interviste, curiosità, abbinamenti birra-cibo e tanto altro, il tutto impreziosito da un sorriso e da un punto di vista diverso….quello femminile!