Numero 45/2019

5 Novembre 2019

L’Italia della birra artigianale descritta in un Atlante: l’opera a quattro mani di Bertinotti e Camaschella

L’Italia della birra artigianale descritta in un Atlante: l’opera a quattro mani di Bertinotti e Camaschella

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Sono tanti i libri dedicati alla birra ed, in particolare, alla birra artigianale, nazionale e non. Ma pochi, tra questi, nascono dalle emozioni e dalle persone, limitandosi, in genere ad un’analisi quasi scientifica del tema. Ancor più rari sono i testi in grado di descrivere con efficacia, critica positiva e capacità di coinvolgere il lettore circa un settore che, prima ancora che della bevuta, mette al centro l’aspetto umano, culturale e territoriale che si cela dietro ogni birra.

Aspetti che sono stati il vero e proprio filo conduttore  dell’ultimo libro nato in casa Libreria Geografica, editore specializzato nella produzione di atlanti a tema, tra cui quelli di grandissimo successo dedicati ai formaggi ed ai vini italiani, ad opera di Davide Bertinotti ed Andrea Camaschella. Quattro mani celebri tra i più profondi conoscitori e degustatori del panorama birrario nazionale, entrambi docenti al corso ITS Mastro Birrario di Torino ed attivi promotori della cultura della birra artigianale in Italia e non solo.

 

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Per scoprire in anteprima alcuni contenuti del libro e soprattutto scoprire l’intenso lavoro che si cela dietro ogni pagina dell’Atlante dei Birrifici Italiani, ecco gli elementi salienti di una piacevole chiacchiera con Andrea Camaschella – considerata l’amicizia che ci lega, definirla una vera e propria intervista assumerebbe toni fin troppo formali  –.

Andrea, come è nato il progetto dell’Atlante dei Birrifici Italiani?

L’input iniziale è  arrivato dall’editore, che ha creduto nell’idea di costituire un’opera dedicata alle birre, sulla traccia delle precedenti pubblicazioni a tema vino e formaggi. In realtà, a coinvolgermi nel progetto è stato Davide Bertinotti,  amico e collega di lunga data, con cui Libreria Geografica ha mosso il primo passo. L’idea è stata fin dall’inizio di focalizzarsi non tanto sulle birre,  essendo le IGA l’unico stile davvero italiano, bensì sui birrifici. Ognuno rappresenta, infatti, un terroir, in quanto  il legame con il territorio e la cultura locale si manifesta più attraverso l’anima del birrificio che tramite la birra stessa.

 

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Il libro è, quindi, il frutto di un lavoro a quattro mani: sicuramente conciliare i punti di vista e gli stili di scrittura di due autori prevede una concertazione corale per la buona riuscita dell’opera. Come avete agito?

Davide è molto ordinato, quindi ha compensato una mancanza – sicuramente sono più empatico e meno rigoroso e riflessivo del collega. Il filo conduttore nella scrittura è stato quello di riuscire a creare una sintesi rappresentativa e come tale non completa, dei birrifici artigianali italiani, descrivendo quelli  più conosciuti, e più legati al proprio territorio ed alla comunità locale, individuati mediante la nostra percezione diretta in loco,  girando, quindi in lungo ed in largo l’Italia, e cogliendo in prima persona il sentire dei publican e dei bevitori appassionati.

Quanti birrifici avete “recensito”?

Fare una sintesi tra oltre 900 stabilimenti di produzione non è stato facile… nell’opera finita compaiono 242microbirrifici e2 affinatori (Ca’ del Bradoe Klanbarrique), mentre abbiamo escluso in senso assoluto le beer-firm. Siamo stati costretti a limitare il numero dei birrifici per ovvie ragioni di sintesi, ma siamo certi di aver fatto un buon lavoro, nell’ottica di voler rappresentare al meglio le produzioni di ogni regione, o meglio di tutta Italia.

 

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Di certo, lavorare ad un’opera così impegnativa ti ha permesso di maturare una ulteriore e maggiore consapevolezza sul panorama brassicolo nazionale. Quale regione ti ha stupito maggiormente?

Sicuramente il SudItalia e la Sicilia in modo particolare. La Puglia, essendo stata coinvolta molto presto dal movimento culturale, la si può ormai considerare come un vero e proprio caposaldo della produzione artigianale. Viaggiando molto appunto, ho notato la crescita enorme, qualitativa e quantitativa che hanno raggiunto molti birrifici meridionali e presumo che  anche per i prossimi anni assisteremo ad un continuo miglioramento. Una realtà sempre più interessante e da scoprire con attenzione, passione e curiosità.

Andrea, oltre alle tue instancabili corse per i vari festival e manifestazioni italiane, sei un assiduo frequentatore delle più tradizionali e modaiole mete birrarie a livello globale. Quale ruolo ha assunto l’Italia in questo contesto, secondo il tuo punto di osservazione privilegiato?

La crescita italiana della birra artigianale è stata davvero incredibile, sicuramente molto più degli altri, forse la si può collocare seconda solo dopo gli USA, ma a il livello di qualità è top, con punte di eccellenza davvero senza paragone. Si inizia a trovare, anche nei microbirrifici, tecnologia d’avanguardia, elemento davvero fondamentale per permettere ad un’azienda di settore di fare quel salto indispensabile per avere stabilità nella produzione e fornire qualità in un mercato in espansione e sempre più esigente. Oggi è aumentata anche la disponibilità di materie prime, così pure i birrifici agricoli – che all’inizio sembravano una realtà limitata – stanno crescendo con solide basi e potranno rappresentare una fetta importante e distintiva della produzione nazionale.

Quindi come ci vedono gli stranieri? Concorrenti o una realtà da scoprire?

In USA l’interesse è enorme: il mercato e le menti sono molto aperti e anche molti birrai americani sono venuti in Italia per carpire segreti o per collaborazioni. Interesse notevole anche negli UK, così come il Belgio è molto aperto alle nostre produzioni. La Germania, viceversa, mi sembra  più radicata sui propri produttori. Interesse in crescita in Spagna e Francia, paesi in cui il settore della birra artigianale è più giovane ed ancora in pieno sviluppo.

 

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Quale contributo, secondo te, può dare l’Atlante dei Birrifici Italiani in questo scenario?

Penso possa essere un tassello in quel mosaico della comunicazione su cui ancora molto c‘è da lavorare. Un libro come l’Atlante è destinato alle librerie e non solo ad una cerchia di appassionati o specialisti, quindi andrà a stimolare l’attenzione della massa dei consumatori. Sarà, quindi, l’inizio di una passione o di un percorso di attenzione in più verso la bevanda e verso i tanti birrifici locali, capace – lo spero davvero – di avvicinare gente nuova.

Dove si potrà trovare il libro?

Al momento è in vendita solo sul sito web di Libreria Geografica, in quanto la presentazione ufficiale sarà a Novara domani (6 novembre), poi sarà nelle librerie. Seguiranno delle presentazioni in vari eventi e luoghi d’Italia, anche fuori dai birrifici o dai classici locali legati alla birra.

Un ultimo consiglio…

Leggere il libro e… farsi un’idea delle birre che più si avvicinano ai propri gusti ed andare a gustarle. L’atlante è ricco di belle mappe geografiche, quindi è possibile costruire il proprio viaggio per regione o area… e spero che questo possa aiutare a scelte più consapevoli al momento della bevuta.

 

Il libro è già acquistabile al seguente LINK sul sito web di Libreria Geografica.

 

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Massimo Prandi
Info autore

Massimo Prandi

Un Albese cresciuto tra i tini di fermentazione di vino, birra e… non solo! Sono enologo e tecnologo alimentare, più per vocazione che per professione. Amo lavorare nelle cantine e nei birrifici, sperimentare nuove possibilità, insegnare (ad oggi sono docente al corso biennale “Mastro birraio” di Torino e docente di area tecnica presso l’IIS Umberto Primo – la celeberrima Scuola Enologica di Alba) e comunicare con passione e rigore scientifico tutto ciò che riguarda il mio lavoro. Grazie ad un po’ di gavetta e qualche delusione nella divulgazione sul web, ma soprattutto alla comune passione e dedizione di tanti amici che amano la birra, ho gettato le basi per far nascere e crescere questo portale. Non posso descrivere quante soddisfazioni mi dona! Ma non solo, sono impegnato nell’avvio di un birrificio agricolo con produzione delle materie prime (cereali e luppoli) e trasformazione completamente a filiera aziendale (maltazione compresa): presto ne sentirete parlare!