Numero 20/2022

21 Maggio 2022

Privatbrauerei Wittingen: uno dei più antichi birrifici privati tedeschi!

Privatbrauerei Wittingen: uno dei più antichi birrifici privati tedeschi!

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Tratto da La birra nel mondo, Volume V, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Wittingen/Germania
Uno dei più antichi birrifici privati tedeschi, si trova nella Bassa Sassonia. La sua esistenza è documentata fin dal 1429. L’appartenenza invece alla famiglia Stackmann cessò nel 1938 quando, con la morte di Ernst, tramite la nipote adottiva Ursula subentrò la famiglia Schulz-Hausbrand di Waddelath, che ne detiene tuttora la proprietà, con Christian.
Intanto, tra il 1908 e il 1909, per potersi espandere, l’azienda si era spostata dal centro cittadino.
Fin agli anni ’60 furono prodotte principalmente birre da esportazione, in linea con il gusto dell’epoca. Poi prese piede la pilsner che continua a farsi la parte del leone nella regione.
Dal 2004 il birrificio è sponsor premium di Grizzly Adams Wolfsburg.
Il 20 ottobre del 2010 rilevò la Privatbrauerei Herrenhausen di Hannover, fondata nel 1868 e finita in procedura giudiziaria d’insolvenza.
Oggi la produzione, tipicamente tedesca, rasenta i 450 mila ettolitri di birra all’anno. La distribuzione avviene nel Nord del Paese, in un raggio di 150 chilometri; mentre un’apposita sezione provvede alla spedizione in tutta la Germania.

Wittinger 1429 – Das Original, premium lager di un limpido colore dorato chiaro (g.a. 5,6%). Birra molto popolare, è stata sviluppata sulla vecchia ricetta del 1429. Con una media effervescenza, la grande schiuma bianca si alza fine, cremosa, compatta, di buona stabilità e allacciatura. L’aroma mostra una certa dolcezza nella sua granulosità maltata e caramellata, con insufflazioni di pane, sciroppo, cereali; mentre dal sottofondo esala qualche spunto di tostature, fieno, luppolo erbaceo, anche di cartone. Il corpo medio cerca di rendersi più leggero tramite una consistenza decisamente acquosa. La delicatezza del gusto è una piacevole espressione di note erbacee e floreali che rilasciano un amarore quasi neutro per combinare adeguatamente con quelle di paglia, caramello, sciroppo, grano. Il percorso, di media durata, si esaurisce in buona asciuttezza ripulente; e agevola l’entrata di gradevolissime sensazioni amarognole proveniente dal miele d’acacia.

Wittinger Premium, pilsner di un brillante colore dorato chiaro (g.a. 4,9%). La carbonazione è piuttosto decisa; la schiuma bianca, grande, soffice, cremosa, di notevole stabilità e aderenza. L’aroma si libera alquanto granuloso, anche dolciastro, e con qualche spunto burroso e speziato: una miscellanea organica di malto, frutta, paglia, grano, pasta per biscotti e, appena più in là, fieno, erbe di campo, luppolo polveroso, acredine da tostature. Il corpo medio può tranquillamente affidarsi a una buona consistenza acquosa. Anche il gusto inizia con un maltato granuloso; si intrattiene poi abbastanza in una moderata secchezza con amaro neutro; sfocia infine in una chiusura resinosa ai limiti dell’astringenza. Da parte sua, il corto retrolfatto si rivela gessoso e piacevolmente luppolizzato alle erbe.

Wittinger Doppelbock, doppelbock di color rame chiaro e dall’aspetto lievemente offuscato (g.a. 8%). Con una media effervescenza, la schiuma biancastra, fine, cremosa, non ha lunga durata. L’aroma sa essere gradevole, addirittura coinvolgente, pur con pochi ma decisi elementi: malti delicatamente arrostiti, caramello, frutti di bosco, fieno, zucchero candito; mentre il fondo erbaceo, vinoso e di luppolo floreale sembra rimanere alla finestra. Il corpo medio si propone in una consistenza abbastanza oleosa. Con un sottotono etilico asciutto, e il supporto di esteri, terrosità, luppolo speziato, chiodi di garofano, il gusto può esprimersi a proprio agio: l’inizio granuloso di malto scivola pian piano tra note di banana, caramello, sciroppo, lievito, pane, liquirizia. La corsa, tra media e lunga, si chiude con una secchezza leggermednte amara. Soltanto nell’articolato retrolfatto si avverte un discreto bruciore alcolico, che infervora sensazioni erbacee di luppolo e di cioccolato amaro, ma anche di malto tostato e di uno scalpitante caramello bruciato.

 

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Antonio Mennella
Info autore

Antonio Mennella

Sono nato il primo gennaio 1943 a Lauro (AV) e oggi risiedo a Livorno.
Laureato in giurisprudenza, sono stato Direttore Tributario delle Dogane di Fortezza, Livorno, Pisa, Prato.
 
La scrittura è sempre stata una delle mie passioni, che è sfociata in numerose pubblicazioni di vario genere, alcune specificatamente dedicate alla birra. Gli articoli riportati sul Giornale della Birra sono tratti da La birra nel mondo, in quattro volumi, edita da Meligrana.

Pubblicazioni: 
Confessioni di un figlio dell’uomo – romanzo – 1975
San Valentino – poemetto classico – 1975
Gea – romanzo – 1980
Il fratello del ministro – commedia – 1980
Don Fabrizio Gerbino – dramma – 1980
Umane inquietudini – poesie classiche e moderne – 1982
Gigi il Testone – romanzo per ragazzi – 1982
Il figlioccio – commedia – 1982
Memoriale di uno psicopatico sessuale – romanzo per adulti – 1983
La famiglia Limone, commedia – 1983
Gli anemoni di primavera – dramma – 1983
Giocatore d’azzardo – commedia – 1984
Fiordaliso – dramma – 1984
Dizionario di ortografia e pronunzia della lingua italiana – 1989
L’Italia oggi – pronunzia corretta dei Comuni italiani e nomi dei loro abitanti – 2012
Manuale di ortografia e pronunzia della lingua italiana – in due volumi – 2014
I termini tecnico-scientifici derivati da nomi propri – 2014
I nomi comuni derivati da nomi propri – 2015
 
Pubblicazioni dedicate alla BIRRA:
La birra, 2010
Guida alla birra, 2011
Conoscere la birra, 2013
Il mondo della birra, 2016
 
La birra nel mondo, Volume I, A-B – 2016
La birra nel mondo, Volume II, C-K -2018
La birra nel mondo, Volume III, L-Q – 2019
La birra nel mondo, Volume IV, R-T – 2020
 La birra nel mondo, Volume V, U-Z– 2021
Ho collaborato, inoltre, a lungo con le riviste Degusta e Industrie delle Bevande sull’origine e la produzione della birra nel mondo.