Numero 25/2019

17 Giugno 2019

Birra Castello il maggior produttore di birra italiana

Birra Castello il maggior produttore di birra italiana

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Tratto da La birra nel mondo, Volume I, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Birra Castello a San Giorgio di Nogaro, Italia

Società creata, come Castello di Udine, nel 1997 da una cordata di imprenditori regionali comprando dalla Heineken Italia lo stabilimento della ex Moretti a San Giorgio di Nogaro, presso Udine. Oltre a possedere una delle più moderne fabbriche italiane (peraltro costruita nel 1993), può avvalersi di una tradizione birraria locale affinata da oltre un secolo di attività nonché delle tecniche di gestione e di controllo lasciate in eredità dalle multinazionali (Labatt, Interbrew, Heineken) succedutesi a capo dell’ex azienda friulana.

Con la potenzialità di un milione di ettolitri, la neo impresa si lanciò subito alla conquista del mercato nazionale tramite nuove marche, e fabbricando perfino birre a marchio privato della GDO (Eurospin Italia, Tesori dell’Arca, LIDL Italia).

Buona parte del merito nella crescita produttiva e redditizia va però all’esperienza del gruppo di distributori grossisti nato nel 1998 con sede a Bergamo (BSE – Beverage Service Europe) il quale nel 2003, attraverso la propria finanziaria In.Pa., aveva infine aumentato la partecipazione nell’azienda diventandone socio di larga maggioranza. Come pure non è da sottovalutare il contributo dato alla diffusione dei prodotti dall’attività di sponsorizzazione dei locali Blupavone, di tipo ristorante-pub.

Lo stesso gruppo bergamasco (oggi Beverage Network, con 27 soci e 11 affiliati) nel 2006 rilevò, ancora dalla Heineken Italia, la Pedavena, ottenendo il relativo marchio in concessione per 30 anni.

Con il successivo completamento della fusione, la sede amministrativa e commerciale della nuova società fu fissata presso la Castello di Udine, che recentemente ha cambiato la ragione sociale in Birra Castello.

La produzione complessiva dei due stabilimenti, solo di bassa fermentazione, nel corso del 2010 superò quella della Carlsberg Italia. Così la Birra Castello si piazzò al terzo posto nella graduatoria italiana produttori. Oggi la produzione complessiva è di 1 milione 356 mila ettolitri annui. Pertanto il gruppo Castello, anche se alle spalle dei tre marchi delle multinazionali, è il maggior produttore di birra italiana.

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.C’è poi da precisare che, mentre il marchio Birra Castello fornisce la GDO, quello della Pedavena viene indirizzato anche al canale Horeca; mentre ai due si affianca il marchio “premium” di Birra Dolomiti.

Nei primi mesi del 2010, contestualmente all’originale claim pubblicitario del sito ufficiale “La birra senza una storia” (per la nascita recente del birrificio), l’immagine fu completamente rinnovata, con il logo ridisegnato, una grafica semplice e d’impatto, il collarino di ogni bottiglia recante un messaggio scritto.

Nel 2015 Birra Castello diventò sponsor dell’Udinese per tre anni.

Birra Castello Premium, premium lager di tradizione italiana (g.a. 5%); con ampia diffusione nel Nord del Paese. Di colore giallo paglierino vivace con riflessi dorati, presenta una spuma sottile piuttosto aderente e con distinti odori di luppolo. Non da meno nell’aroma, l’amaricante si mette subito in evidenza, relegando il malto in secondo piano. Il corpo appare leggero, fluido. Il gusto, sapientemente improntato al malto, scorre intenso, soffice e fresco, con una nota appena percettibile di amaro. Il finale arriva secco e cremoso: e la bevanda assume una sorprendente piacevolezza.

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Birra Castello Rossa, strong lager di colore ambrato carico con riflessi rubino (g.a. 6,5%). La spuma cremosa dimostra buona tenuta. L’aroma di luppolo si effonde con estrema delicatezza. Dal corpo di pregevole tessitura, supportata dal contenuto alcolico medioalto, prende subito quota un gusto piacevolmente segnato dal malto, con orientamento alla secchezza e una misurata venatura amaricante.

La gamma, denominata “Le Speciali”, comprende tre birre e una bevanda alcolica che si ispirano alla tradizione friulana.

La bottiglia, progettata dallo studio Giugiaro Design, rappresenta l’eleganza e l’inconfondibile gusto dell’italianità. Le etichette, progettate da AUGE Headquarter, raffigurano ciascuna una diversa illustrazione stilizzata che racconta in maniera iconica gli elementi distintivi di Birra Castello.

La Decisa, premium lager di colore biondo con riflessi dorati (g.a. 4,8%). La spuma mostra ottima aderenza. L’aroma è piuttosto dominato dal malto. In un corpo pieno ma leggero, il gusto con lieve tendenza al dolce assume, verso la fine della corsa, una consistenza secca di luppolo stemperata da un’opportuna punta di asprezza. Discreta la persistenza del retrolfatto con una labile impressione amaricante.

La Forte, strong lager di colore dorato luminoso (g.a. 6,7%). La schiuma, di grana molto minuta, sgorga durevole e aderente. L’aroma emana, tra eleganti toni caldi, sentori erbacei e di cereale. Il corpo non sembra eccessivamente pieno, nonostante la struttura da doppio malto: ma a tutto vantaggio della fluidità. Il sapore è marcato dalla dolcezza del malto, nel giusto equilibrio con l’amaro asciutto insufflato da un ottimo luppolo. L’alcol si fa sentire, eccome, al palato, scomparendo infine con discrezione tra le articolate impressioni del retrolfatto.

L’Intensa, una specie di dunkel bock di colore ambrato carico con venature rossastre (g.a. 6,7%). La spuma ocra sgorga cremosa e persistente. L’aroma si sprigiona con un malto fine e duraturo, non senza accenni di luppolo, fruttati, erbacei. L’alcol rimane ben nascosto nel corpo pieno e armonioso. Il gusto può scorrere in assoluta disinvoltura, tra note di malto e amarognole di luppolo. Le suggestioni di malto del retrolfatto hanno la secchezza sufficiente per lasciare la bocca piacevolmente pulita.

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La Radler, bevanda alcolica a basso contenuto calorico (g.a. 2%). Viene prodotta con birra di tradizione italiana e succo di limoni siciliani. Di colore chiaro, presenta l’aroma di malto inizialmente segnato dal mosto. In bocca si rivela mediamente corposa, con un gusto pieno e rinfrescante. Dal retrolfatto invece, molto equilibrato e gradevole, si levano decise note di luppolo ad asciugare perfettamente la bocca.

Inoltre Birra Castello detiene i marchi Kiefer, Alpen, Argus, tra cui segnaliamo:

Alpen Birra, light lager di colore giallo oro slavato (g.a. 3,5%). La schiuma, a grana grossa, si rivela piuttosto solida e aderente. L’olfatto propone con delicatezza profumi di luppolo e di cereali. In un corpo scarno, il gusto scorre secco e gradevolmente amarognolo grazie alle note di malto appena tostato. Possiamo insomma definire questa birra una standard fresca, leggera e frizzante, che si propone come piacevole bevanda in grado di dissetare ma senza appesantire;

Kiefer Bräu, lager tipo pilsner di colore giallo oro (g.a. 4,6%). Data la moderata effervescenza, la schiuma, di grana minuta, fuoriesce densa e persistente. L’olfatto libera un profumo di malto pulito e pieno, infervorato da eleganti sentori di luppolo. Il corpo appare leggero, nella sua armoniosa effervescenza. Il gusto neutro compie un percorso regolare che scivola in una chiusura asciutta, lasciando nel corto retrolfatto una sensazione amarognola.

Altro marchio del gruppo Castello è Birra Dolomiti. La prima birra a km vero. Sono birre prodotte con orzo coltivato dalla locale Cooperativa La Fiorita nel territorio del Parco Nazionale delle Dolomiti, in base al progetto “Birra da orzo proveniente dal territorio limitrofo alla fabbrica di birra Pedavena” nato nel 2006 dalla collaborazione degli enti Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, Provincia di Belluno e Comunità Montana Feltrino. Sul mercato dal 2012, in veste del tutto originale, queste referenze sono appannaggio del canale Horeca.

Birra Dolomiti Pils, lager in stile pils di colore paglierino carico (g.a. 4,9%). Al naso spirano tenui sentori dolci di malto. Con un corpo esile, il gusto può esprimersi in tutta la sua potenzialità gradevole e di facile beva, peraltro soffice e tipicamente amara nel breve finale.

Birra Dolomiti Doppio Malto, doppio malto di colore dorato con riflessi ambrati (g.a. 6,7%). La spuma fuoriesce sottile, copiosa, aderente. All’elevata intensità olfattiva fa da pendant, nel corpo robusto ed esuberante, un complesso gusto di frutta in cui armonizzano tra loro note di mela, vaniglia e mandorla. Nel retrolfatto si leva uno stuzzicante sentore di luppolo fiorito.

Birra Dolomiti Rossa Doppio Malto, doppio malto di colore ambrato dai riflessi rossastri (g.a. 6,7%); per le festività e le grandi occasioni. La schiuma, fine e compatta, rivela buona persistenza. Al naso, spirano delicatamente profumi di caramello e di malto torrefatto. Il caramello segna anche il sapore con la sua intensa deliziosità. Dal retrolfatto spirano sensazioni di morbido amarore.

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Birra Dolomiti Speciale, speciale, a lenta fermentazione, di colore biondo dai riflessi intensamente dorati (g.a. 5,9%). Al naso esplodono freschi e nitidi profumi di luppolo, subito seguiti da sottili ma insistenti sentori di cereale. Il corpo si rivela leggero, nonostante la sua pienezza. Senz’altro notevole è l’equilibrio gustativo: una morbida, delicata trama amara scivola su fondo di malto dolce, solido e pulito.

Birra Dolomiti Non Filtrata, doppio malto per le occasioni speciali (g.a. 6,2%); di bassa fermentazione con rifermentazione in bottiglia. Ha colore dorato dai riflessi ambrati e il caratteristico aspetto torbido per mancanza di filtraggio. Con una media effervescenza, la schiuma cremosa mostra sufficiente aderenza. L’elevata intensità olfattiva regala gradevoli profumi di vaniglia, mandorla e frutti rossi. Il corpo rotondo sostiene un piacevole gusto dall’amaro delicato quanto pervicace. Anche la discreta persistenza del retrolfatto elargisce suggestioni piacevoli benché amaricanti.

 

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Antonio Mennella
Info autore

Antonio Mennella

Sono nato il primo gennaio 1943 a Lauro (AV) e oggi risiedo a Livorno.
Laureato in giurisprudenza, sono stato Direttore Tributario delle Dogane di Fortezza, Livorno, Pisa, Prato.
 
La scrittura è sempre stata una delle mie passioni, che è sfociata in numerose pubblicazioni di vario genere, alcune specificatamente dedicate alla birra. Gli articoli riportati sul Giornale della Birra sono tratti da La birra nel mondo, in quattro volumi, edita da Meligrana.

Pubblicazioni: 
Confessioni di un figlio dell’uomo – romanzo – 1975
San Valentino – poemetto classico – 1975
Gea – romanzo – 1980
Il fratello del ministro – commedia – 1980
Don Fabrizio Gerbino – dramma – 1980
Umane inquietudini – poesie classiche e moderne – 1982
Gigi il Testone – romanzo per ragazzi – 1982
Il figlioccio – commedia – 1982
Memoriale di uno psicopatico sessuale – romanzo per adulti – 1983
La famiglia Limone, commedia – 1983
Gli anemoni di primavera – dramma – 1983
Giocatore d’azzardo – commedia – 1984
Fiordaliso – dramma – 1984
Dizionario di ortografia e pronunzia della lingua italiana – 1989
L’Italia oggi – pronunzia corretta dei Comuni italiani e nomi dei loro abitanti – 2012
Manuale di ortografia e pronunzia della lingua italiana – in due volumi – 2014
I termini tecnico-scientifici derivati da nomi propri – 2014
I nomi comuni derivati da nomi propri – 2015
 
Pubblicazioni dedicate alla BIRRA:
La birra, 2010
Guida alla birra, 2011
Conoscere la birra, 2013
Il mondo della birra, 2016
 
La birra nel mondo, Volume I, A-B – 2016
La birra nel mondo, Volume II, C-K -2018
La birra nel mondo, Volume III, L-Q – 2019
La birra nel mondo, Volume IV, R-T – 2020
 La birra nel mondo, Volume V, U-Z– 2021
Ho collaborato, inoltre, a lungo con le riviste Degusta e Industrie delle Bevande sull’origine e la produzione della birra nel mondo.