Numero 36/2019
2 Settembre 2019
Dalla birra Italia fino a Horecare
Tratto da La birra nel mondo, Volume II, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Horecare
Forlì/Italia
La Birra Italia nacque nel 1906 a Milano, in corso Sempione: tra i soci fondatori, c’è da ricordare Pietro Wührer jr. Attingendo acqua limpida e pura da tre pozzi di proprietà all’interno della fabbrica, produceva altrettanti tipi di birra: la classica bionda, una scura e una ad alta gradazione.
Ben presto, con gli affari che andavano a gonfie vele, negli anni Trenta l’azienda poté rilevare, in successione, la Birra Milano, la Birra Seriate (di proprietà della Von Wunster) e la Birreria Ambrosiana.
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Poi arrivò il disastro milanese degli anni Cinquanta: un terremoto, di lieve entità, che non provocò danni in superficie, ma sconvolse il sottosuolo. Quell’acqua così preziosa era diventata dura, sempre meno adatta per fare la birra. E i guai, si sa, sono come le ciliege, uno tira l’altro. Problemi sindacali e cambiamenti societari determinarono, nel 1972, la chiusura dell’azienda.
Solo nel 2007 il marchio tornò alla ribalta, grazie al suo acquisto da parte di Horecare di Forlì (società controllata dal Gruppo Caviro di Faenza). Con la chiusura poi dello stabilimento Triscele di Messina, la birra viene adesso prodotta da Birra Castello.
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Birra Italia 1906, premium lager di colore biondo e dall’aspetto limpido (g.a. 4,8%). Prodotta in esclusiva per il canale della ristorazione, è disponibile anche in versione light (g.a. 3,5%). Con una morbida carbonazione, la schiuma fuoriesce ricca, fine e persistente. L’olfatto sprigiona delicati profumi di malto, grano, frutta dolce. Il corpo, abbastanza snello, presenta una consistenza decisamente acquosa. Il gusto è sottilmente marcato dal luppolo, con una sensazione di asciuttezza che rimane in sottofondo per emergere nel discreto retrolfatto, dopo un morbido finale moderatamente acido e rinfrescante.