Numero 37/2022

14 Settembre 2022

Birrificio Magna Grecia: la Calabria in un boccale

Birrificio Magna Grecia: la Calabria in un boccale

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La scoperta dei birrifici artigianali italiani oggi ci porta a Cirò Marina, nel cuore della Calabria, a far visita ad una delle più promettenti brasserie craft in termini di qualità ed espressione delle caratteristiche del territorio locale. Una idea, quella del legame territoriale, che permette di creare un contatto più diretto, quasi più intimo tra la fase della produzione e quella della bevuta, dove più vicina risulta anche la sintonia tra l’idea del birraio e la percezione del consumatore; un trait d’union che si propaga non solo a livello meramente sensoriale, ma anche grazie a quei valori autentici che solo un prodotto artigianale riesce a veicolare. Abbiamo incontrato Marco Ferrari e Domenico Panebianco, i due soci che muovono il progetto del Birrificio Magna Grecia fin dalle sue origini, per scoprire i segreti della produzione e la visione imprenditoriale.

 

 

Il vostro birrificio ha una identità strettamente legata al vostro territorio, di cui vuole essere espressione di eccellenza. Quali sono stati i fattori che più sono rappresentativi di questo legame?

Far conoscere il territorio della Magna Grecia attraverso il nostro prodotto e valorizzarne le eccellenze produttive è per noi fondamentale. Diversi fattori influiscono sul legame con il nostro territorio ad iniziare dalla scelta del nome del Birrificio Magna Grecia che ricorda un periodo d’oro del nostro territorio e la scelta dei nomi delle varie birre prodotte (Delta, Theta, Lambda, Omega). Il richiamo è subito evidente, infatti portiamo al consumatore un’opera d’arte in bottiglia tant’è che Il logo e le etichette sono disegnate a mano da artisti della nostra zona, i f.lli Barilaro. Tra l’altro la collaborazione con le diverse eccellenze produttive locali ci permette di sperimentare ricette che prevedano l’utilizzo di prodotti tipici, uno su tutti, l’oro verde di Calabria ovvero il bergamotto.

 

Avviare un birrificio richiede anche investimenti importanti: quali sono stati i passi di sviluppo della vostra idea di impresa e quale è la struttura attuale del vostro impianto di brassatura?

Il Birrificio Magna Grecia nasce tanti anni fa quando abitando a pochi passi di distanza l’uno dall’altro ci ritrovammo una sera d’estate scoprendo che entrambi avevamo avviato le nostre piccole produzioni domiciliari. Una storia come tante altre, di anno in anno si inizia con lo sperimentare insieme varie ricette mescolando i pentoloni in garage e da un hobby è nata poi una vera e propria attività artigianale. Il trascorrere degli anni ci ha permesso di approfondire le nostre conoscenze studiando e partecipando ad eventi e fiere del settore. Sicuramente il nostro progetto ha previsto ingenti investimenti, soprattutto considerando che siamo nati in pieno periodo di pandemia. I costi produttivi, tra l’altro, date le difficoltà contingenti legate da un lato al reperimento di materie prime di qualità, già scarse, e dall’altro ai costi dell’energia, rendono sempre più difficile l’equilibrio costi-ricavi. Noi, però, continuiamo a lavorare quotidianamente ed instancabilmente, con il nostro impianto produttivo da 2,5 hl contribuendo soprattutto al diffondere della cultura della birra artigianale.

 

 

Quale ritenete sia la vostra birra più rappresentativa? Quale il marchio di fabbrica che contraddistingue le vostre produzioni?

Ad oggi la nostra Omega, una blanche con l’aggiunta di bergamotto, rappresenta un prodotto per cui la Calabria è conosciuta a livello mondiale. L’Omega è risultata apprezzata molto anche in Germania essendo una birra di frumento ma con un caratteristico gusto calabrese. Tutte le nostre attività sono contraddistinte dall’ABC ovvero riteniamo importante una visione complessiva del prodotto associando Arte, Birra e Cibo.

Interessante la scelta di voler puntare sull’uso di materie prime, come vera e propria espressione di territorialità? Quali sono gli ingredienti più tipici a cui fate ricorso e come avviene la selezione e l’uso in brassatura?

Siamo alla costante ricerca di ingredienti del nostro territorio che possano integrarsi con le ricette delle birre. La fantasia e la sperimentazione non ci mancano e fortunatamente il nostro territorio è fonte di moltissime ispirazioni. Da non molto abbiamo intrapreso una collaborazione con produttori locali di luppolo e con diverse realtà produttive che ci permettono di utilizzare materie prime di qualità e quanto più possibile a km 0. Inoltre, (Attenzione: contiene spoiler) produciamo birra in un territorio conosciuto per il vino, lo stesso vino che si narra venisse consegnato in antichità ai vincitori delle Olimpiadi. Fieri delle nostre origini stiamo lavorando alla realizzazione di un prodotto che riesca a far incontrare questi due mondi.

 

 

Quali sono i canali distributivi principali?

Il diffondere della cultura della birra artigianale ci ha permesso di creare un legame forte con alcuni locali del nostro territorio e di diverse regioni italiane. Abbiamo creato un rapporto di fiducia e reciproca soddisfazione con ognuno di essi. Esportiamo i nostri prodotti anche in Germania ed abbiamo partecipato ad un progetto che permette alle aziende calabresi di far conoscere i prodotti al mercato americano.

 

 

Progetti per il futuro a medio e lungo termine? Come immaginate il futuro delle birre artigianali nella vostra regione?

Nella nostra modesta esperienza ed assumendo le prossime considerazioni come spunti di riflessione, il mondo della birra artigianale dovrà affrontare diverse tematiche legate essenzialmente ai costi produttivi. Bisognerebbe pensare ad incentivi che tutelino i piccoli produttori pensando magari ad un modello di tassazione e di pagamento di accise variabile a seconda degli Hl annui prodotti. Diversamente, il piccolo artigiano non sarà in grado di sostenere gli aumenti più disparati senza che tutto si rifletta nel costo finale del prodotto che è proprio una delle questioni che disincentivano il consumatore all’acquisto della birra artigianale rispetto ad altre bevande. In questa ottica abbiamo in progetto la realizzazione di un impianto fotovoltaico per realizzare un efficientamento energetico del birrificio che ci proietti verso la c.d. green economy. Un’ altra tematica da affrontare è quella delle Beer firm. Da produttori quotidianamente ci imbattiamo in situazioni improvvisate di birre nate per una stagione o per un evento, questa situazione incide negativamente nel rapporto di onestà e fiducia tra produttore e consumatore. Nella nostra visione la birra artigianale “…è una birra prodotta da un birrificio…” e non solo un’etichetta. Immaginiamo e comprendiamo le motivazioni che spingono alcuni grossi produttori però ci chiediamo che visione hanno loro del futuro della birra artigianale. Per migliorare occorre fare innanzitutto autocritica e guardarsi al proprio interno, ed a tal proposito ci è capitato di incontrare persone che ci dicono “…la birra artigianale l’ho assaggiata e non mi piace…” per poi scoprire che purtroppo spesso si assaggiano delle birre stagionali pensate solo per un utile immediato. Nel frattempo però la birra artigianale viene associata a quel gusto, magari improvvisato, andando a rovinare generazioni di consumatori unitamente a tutto ciò che si prova a costruire quotidianamente sul territorio parlando di stili di birra, di materie prime e di qualità artigianale. La stessa problematica si presenta anche negli innumerevoli concorsi di settore in molti dei quali non sono previste delle categorie apposite. In sostanza, noi proviamo a diffondere la cultura della birra artigianale e delle sostanziali differenze con il mondo della birra industriale ma guardando alcuni capannoni produttivi quella artigianalità tanto dibattuta diventa difficile da far comprendere. Queste sono solo alcune delle tematiche su cui bisognerà riflettere.

Noi, comunque, confidiamo di poter raccontare Tutta Un’Altra Storia!

 

Maggiori informazioni sul Birrificio artigianale Magna Grecia: Il Birrificio Magna Grecia – La birra artigianale Calabrese

 

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Massimo Prandi
Info autore

Massimo Prandi

Un Albese cresciuto tra i tini di fermentazione di vino, birra e… non solo! Sono enologo e tecnologo alimentare, più per vocazione che per professione. Amo lavorare nelle cantine e nei birrifici, sperimentare nuove possibilità, insegnare (ad oggi sono docente al corso biennale “Mastro birraio” di Torino e docente di area tecnica presso l’IIS Umberto Primo – la celeberrima Scuola Enologica di Alba) e comunicare con passione e rigore scientifico tutto ciò che riguarda il mio lavoro. Grazie ad un po’ di gavetta e qualche delusione nella divulgazione sul web, ma soprattutto alla comune passione e dedizione di tanti amici che amano la birra, ho gettato le basi per far nascere e crescere questo portale. Non posso descrivere quante soddisfazioni mi dona! Ma non solo, sono impegnato nell’avvio di un birrificio agricolo con produzione delle materie prime (cereali e luppoli) e trasformazione completamente a filiera aziendale (maltazione compresa): presto ne sentirete parlare!