Numero 46/2017

17 Novembre 2017

Blackswan: quando la passione per la birra si unisce all’amore per la famiglia!

Blackswan: quando la passione per la birra si unisce all’amore per la famiglia!

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Dopo oltre venti anni in giro per il mondo, su’ e giu’ dagli aerei, Simone Tumbarello lascia una grande multinazionale, e uno stipendio sicuro, per seguire la sua passione per la birra e stare vicino alla sua famiglia. Nasce così il birrificio
Blackswan di Settimo Milanese alle porte di Milano.
Simone, il birrario, racconta al Giornale della Birra i suoi trascorsi e i progetti del birrificio.

Come mai hai deciso di aprire un birrificio?
Siamo nati l’anno scorso e come quasi tutti quello che hanno aperto questo tipo di business anche io facevo birra per conto mio. Prima lavoravo in Ericsson ed ero sempre in giro per il mondo.
Fino a che ero solo andava bene quando poi ho messo su famiglia è iniziato a essere un problema. Dopo 20 anni di sali e scendi dagli aerei ho detto basta. Anche mia moglie non ne poteva più e i bambini non appena mi vedevano prendere la borsa mi chiedevano ‘dove vai? quando torni?’
Si è presentata l’occasione per realizzare questa progetto e siamo partiti, ovviamente non arriva da oggi al domani. E’ una ventina d’anni, infatti, che facciamo birre per conto nostro. Inoltre, il fatto di essere sempre in giro mi ha aiutato a sperimentare vari birrifici nel mondo. L’ultima trasferta significativa è stata in Australia; in quell’occasione  ovviamente non potevo tornare a casa nei weekend. Ho conosciuto i ragazzi di un brewpub di Sidney e ho iniziato a collaborare con loro; mi spiegavano cosa facevano, come lavoravano, dove prendevano le materie prime e perchè proprio alcuni tipi di luppoli.
Negli anni 2000 in realtà mi era già venuta l’idea di aprire un birrificio ma a quel tempo i fondi erano pochi e aiuti dalle banche non ne abbiamo avuti; allora abbiamo lasciato perdere. Passato questo lasso di tempo ci siamo detti ‘questo è l’ultimo treno o adesso o è finita’.

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Quante persone sono occupate nel birrificio?

Siamo partiti con l’idea di essere in tre soci; poi dopo varie vicessitudini, per fortuna prima di aprire la società, sono rimasto io. Mi da una grandissima mano mia moglie nella parte amministrativa.
La società è una Srl, non è unimoninale in quanto c’è un altro socio che è il papà di mia moglie, che si occupa di cercare i clienti. Io faccio tutto il resto: birra, sito e grafica delle etichette.

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Quante birre avete in produzione?
Abbiamo 15 birre, anche se io in realtà dico sempre 13+2.
Le ‘due’ sono quella senza alcool – che è strata introdotta per completare il portfolio – e quella a ridotto contenuto di glutine. Poi abbiamo una birra che è nel fermentatore adesso e che proporremo a Golosaria di Milano. Si tratta di una black Ipa.
Per quanto riguarda le altre cerchiamo di coprire ogni stile anche se tutto è molto personalizzato.

 

Quale è la birra di maggiore successo?
La Rye Ipa. Non riesco a metterla in fusto che devo già mettere in programma la nuova cotta. E’ la seconda che abbiamo fatto. Credo che uno dei suoi segreti sia il dry hopping. Le mie birre in ogni caso sono tutte molto luppolate.

 

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Quali sono i vostri principali clienti?
I principali clienti sono i pub. Poi abbiamo beershop e sulla pagina facebook abbiamo la vetrina dove si possono ordinare le birre e le spediamo in tutta Italia. E’ vero che abbiamo tante birre, ma non tutte sono disponibili sempre. Per scelta, infatti, non facciamo magazzino di luppolo. Li prendiamo in tre regioni, America, Europa Centrale per la Pils e in Nuova Zelanda/Australia. E’ solo un anno che siamo in piedi, ma ricevo chiamate, telefonate e mail di persone che ci conoscono e vogliono provare le nostre birre.

Come mai Blackswan?
Il logo arriva dall’ultima trasferta australiana. Cercavo un qualcosa che mi legasse a quella terrà, onestamente il canguro e il koala erano banali. Mi sono ricordato di aver visto il cigno nero che poi ho scoperto vivere praticamente solo in quella parte del mondo. A tavolino mi sono messo a fare qualche bozza; a tirare qualche linea con photoshop e alla fine è nato il logo Blackswan.

 

Maggiori informazioni sul sito web www.blackswanbrewery.it

 

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