Numero 32/2018
9 Agosto 2018
La Birra dell’Abbazia di Morimondo arriva a Milano!
Le birre dell’Abbazia di Morimondo arrivano a Milano grazie al Bam Brewery Pub, nuovo locale appena inaugurato in via delle Forze Armate 99. Luca Livrieri, la sorella Luisa, e il cognato Mauro – grandi appassionati di birra artigianale – dopo aver creato le Birre dell’Abbazia di Morimondo, nate tutte intorno al lievito autoctono sviluppato nella vecchia ghiacciaia dell’Abbazia,dopo anni in giro per l’Italia a organizzare fiere e eventi hanno inaugurato lo scorso 30 giugno il nuovo locale.
Luca, intervistato in esclusiva dal Giornale della Birra, ci spiega le caratteristiche del Pub e cosa ha portato i tre soci a lanciarsi in questa nuova avventura.
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Quanti soci siete e come mai avete deciso di aprire un pub?
“Siamo tre soci: io, mia sorella Luisa e mio cognato Mauro. Lavoriamo nel mondo della birra da ormai sette anni, facciamo circa 60 fiere l’anno girando perl’Italia e abbiamo anche un ‘carrello birreria’, quindi diciamo che il Pub era una conseguenza naturale nel senso che facendo così tante fiere i clienti poi ci chiedevano durante la settimana dove potevano venire a bere la birra e dove potevano venire a trovarci e l’unica soluzione era aprire un pub così ci siamo buttati sul locale”.
Come mai avete scelto la zona Sud di Milano?
“Il pub è in Via delle Forze Armate, angolo Primaticcio. Noi cercavamo una zona periferica di Milano, che fosse a Sud perché la maggior parte della nostra clientela delle fiere abita qui in provincia – Abbiategrasso, Trezzano, Gaggiano, Vigevano – quindi lo volevamo dentro Milano, ma facilmente raggiungibile da chi ci conosce da una vita e ha voglia
di venire. Abbiamo guardato che non ci fossero altre realtà intorno; la più vicina è in piazza Bande Nere quindi abbastanza distante per quella che è Milano e così abbiamo
deciso di concentrarci su questa zona e fortunatamente abbiamo trovato un immobile adatto”.
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Quante e che tipo di birre si possono trovare da voi?
“Attualmente al pub abbiamo trenta spine di cui sei sono sempre fisse con le birre che produciamo noi, che sono quelle dell’Abbazia di Morimondo – sono fatte con lievito autoctono creato con le muffe dei sotterranei dell’Abbazia – mentre le altre ventiquattro invece sono dedicate ai birrifici che noi riteniamo più importanti sia italiani (abbiamo qualcosa del Birrificio Italiano, Lambrate, Cane di Guerra, Birrificio Legnano, Orso Verde…) che esteri (Brewdog, Rogue, Mikkeller…) ma direi che tendenzialmente lavoriamo con tutti. L’intenzione è di farle ruotare; inoltre noi sotto il pub abbiamo una cella in grado di stoccare parecchia birra. Abbiamo anche due frigoriferi che più o meno tengono 200/300 bottiglie refrigerate e anche in questo caso abbiamo birre che arrivano da tutte le parti del mondo. Ci piace selezionare. Noi, comunque, siamo anche un beershop quindi abbiamo anche birre non refrigerate, circa 400, sempre divise tra italiane ed estere”.
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Avete quindi anche la vostra birra?
“Sì, come ho già detto siamo il birrificio dell’abbazia di Morimondo quindi produciamo la nostre birre. Attualmente sono sette perché è arrivata la Kolsch senza glutine; sono comunque destinate ad aumentare perché introdurremo delle speciali fatte sempre con materie prima di Morimondo. Quindi in realtà siamo un brewpub”.
Quali sono le vostre proposte Food?
“Noi facciamo parte della consulta SLOW FOOD di Abbiategrasso e da anni rappresentiamo Morimondo all’interno del circuito delle città SLOW quindi conosciamo tutti i
migliori produttori. Al pub porteremo una serie di piatti di tavola calda e prodotti SLOW. Stiamo costruendo un menù tutto a base di prodotti di questo tipo. All’interno del pub
abbiamo anche un forno, arrivato dalla Germania, che ci permette di fare le grigliate al chiuso. E’ anche presente uno chef. Quindi, sarà una cucina che propone qualcosa di differente dai soliti panini che si trovano nei pub anche se avremo anche qualcosa di quel genere. Però sarà principalmente tavola calda”.
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A Milano la concorrenza sul fronte delle birre artigianali è sempre più agguerrita, in che cosa vi differenziate?
“Onestamente non ci siamo molto preoccupati, anzi per niente, di vedere cosa facevano gli altri. L’idea è di avere un pub è nata dalle richieste dei clienti che già avevamo. Nel realizzarlo abbiamo cercato di mantenere il nostro Dna senza preoccuparsi troppo di cosa ci fosse in giro. Il nostro Dna è l’accoglienza: molti di quelli che erano clienti oggi sono diventati amici. Cerchiamo di divertirci mentre le persone vengono li’ poi di fondo per noi che amiamo la birra ci interessa selezionare prodotti che riteniamo meritevoli. Cerchiamo di far trovare un’offerta che a nostro avviso sia idonea. In conclusione non ci siamo preoccuparti troppo di fare cose diverse dai colleghi magari le abbiamo però non avendo fatto un’indagine non ne abbiamo idea. La diversità è che da noi trovi Noi quella è la cosa principale e per chi conosce sa che cosa vuol dire che cosa intendiamo”.
Organizzate anche eventi e degustazioni nel pub?
“Sicuramente faremo delle degustazioni invitando i produttori – alcune sono già in programma – e terremo anche dei corsi sulla birra quindi cercheremo di offrire anche tutta una serie di servizi per chi vuole iniziare a conoscere questo mondo o per chi lo conosce già e vuole approfondire la conoscenza dei birrifici che noi selezioniamo”.
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Mi dai un tuo giudizio sull’attuale fase del mondo delle birra artigianale?
“Il mondo della birra artigianale in Italia – ovviamente ti parlo in base alle mie sensazioni, amicizie e conoscenze che ci siamo fatti negli anni e ai rapporti che abbiamo – è in una fase di stasi. E’ vero che aprono nuove realtà, ma sono anche tante quelle purtroppo chiudono. Parliamo di un mondo vessato dalle aziende che producono birra commerciale e dalle grosse multinazionali, per non parlare delle accise che ci sono in Italia che sono una cosa che non ha senso.
Inoltre anche da noi ormai quando un birrificio inizia ad avere quote di mercato importanti rischia di venire comprato da grandi gruppi. Onestamente, poi non si capisce bene se dietro la volontà di comprare queste realtà c’è la volontà di smantellarle o di rimettere in circolo il birrificio con le relative quote di mercato. Questa è la mia opinione che ovviamente, non basandosi sui dati ma solo sulle sensazioni, è assolutamente personale”.