Numero 13/2019

29 Marzo 2019

Luppolo&Co. L’unione fa la forza! Una storia tutta italiana per lo sviluppo della coltura in Italia

Luppolo&Co. L’unione fa la forza! Una storia tutta italiana per lo sviluppo della coltura in Italia

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La Cooperativa Luppolo&Co. nasce con un obiettivo comune a tutti i soci, la collaborazione e la realizzazione di un mercato nazionale ed internazionale per il luppolo italiano. L’obiettivo comune che avvolge tutti i componenti della cooperativa è quello di portare avanti la catena del luppolo, dalla produzione secondo regole che permettano di avere il miglior prodotto possibile sul mercato.

Si tratta di una delle esperienze pionieristiche avviate nel nostro Paese per unire le forze di più attori della produzione del luppolo e soprattutto gettare le basi per la costituzione di una filiera dedicata. Abbiamo intervistato Antonella Marrone, l’amministratore e delegata donne Impresa Coldiretti, che ha iniziato la propria coltivazione di luppolo tramite un primo insediamento in Abruzzo e porta avanti con progetti innovativi che le hanno generato anche un premio 2018 per la Creatività e con un innovativo concetto di Hopy Food, ovvero una serie di prodotti a base di birra e luppolo che vanno dai biscotti ai salumi e formaggi.

 

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Antonella: come è costituita la vostra cooperativa?

Il CDA della cooperativa è formato dai soci fondatori ed e’ composto oltre che da me da un nutrito gruppo di coltivatori ed esperti. Guido Garzia Civico Petrilli, il presidente, è Beer Somelier presso l’Accademia Doemens di Monaco e Hop Flavoris Specialist con Barth-Haas, viene invece da una esperienza nell’azienda di famiglia più correlata alla gestione ed organizzazione sia in campo cerealicolo e degli ortaggi, che nel campo del luppolo a seguito della realizzazione di un Luppoleto sperimentale e successiva realizzazione di un impianto da oltre un ettaro. Francesco Ferrarese il vice presidente, ha da se l’esperienza portata da studi di tipo agronomico, da esperienze lavorative nella produzione di prodotto biologici per l’agricoltura, diplomato all’accademia birraia di Padova e l’esperienza apportata dal lavoro in birrificio per poter guidare l’azienda nelle giusta direzione di cio’ che il cliente finale si aspetta di avere. Ha realizzato un luppoleto in quota su terreno basaltico di un ettari dettando nuovi limiti per quella che si riteneva la coltivazione del luppolo fino a quel momento in Italia. Fabio Fochesato, consigliere e responsabile tecnico ha una grande esperienza nel settore dei macchinari, anche grazie a lui sono stati prodotti macchinari per l’essiccazione innovativi e mirati alla massima qualità del prodotto finale. Grazie alle sue conoscenze tecniche i luppoleti possono essere progettati al meglio e possiamo utilizzare le migliori soluzioni presenti sul mercato.

 

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Quali sono le criticità della produzione del luppolo in Italia e quali obiettivi vi ponete? 

A dispetto di altri produttori internazionali che producono la maggior parte del luppolo commercializzato, l’Italia è formata da tanti piccoli coltivatori (si consideri che ad esempio solo in Germania il luppoleto medio e’ di 25Ha) e che quindi si possono permettere una maggior cura e attenzione al dettaglio per il loro prodotto. Una per tutte è l’obiettivo di passare dal campo all’imbustamento in 24-48ore per i prodotti destinati ai clienti finali e cio’ sarà possibile solo ottenendo la possibilità di certificare i propri soci in fase di produzione. Ad oggi la cooperativa è in cerca di nuovi soci per aumentare il numero degli ettari coltivati e la tipologia di varietà da vendere, con l’unico obiettivo quello della remunerazione dei soci, in quanto per statuto della cooperativa il ricavato della vendita del luppolo va ai coltivatori stessi, in quanto l’unico obiettivo della cooperativa e’ crearsi dei canali di vendita che possano creare contratti per la produzione e successiva commercializzazione da parti dei soci stessi.

 

Maggiori informazioni alla pagina Facebook ufficiale della cooperativa

 

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Massimo Prandi
Info autore

Massimo Prandi

Un Albese cresciuto tra i tini di fermentazione di vino, birra e… non solo! Sono enologo e tecnologo alimentare, più per vocazione che per professione. Amo lavorare nelle cantine e nei birrifici, sperimentare nuove possibilità, insegnare (ad oggi sono docente al corso biennale “Mastro birraio” di Torino e docente di area tecnica presso l’IIS Umberto Primo – la celeberrima Scuola Enologica di Alba) e comunicare con passione e rigore scientifico tutto ciò che riguarda il mio lavoro. Grazie ad un po’ di gavetta e qualche delusione nella divulgazione sul web, ma soprattutto alla comune passione e dedizione di tanti amici che amano la birra, ho gettato le basi per far nascere e crescere questo portale. Non posso descrivere quante soddisfazioni mi dona! Ma non solo, sono impegnato nell’avvio di un birrificio agricolo con produzione delle materie prime (cereali e luppoli) e trasformazione completamente a filiera aziendale (maltazione compresa): presto ne sentirete parlare!