Numero 17/2019

22 Aprile 2019

Accise sulla birra: quello che bisogna sapere per avviare un microbirrificio

Accise sulla birra: quello che bisogna sapere per avviare un microbirrificio

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L’accisa sulla birra, oltre ad essere un peso economico rilevante per i birrifici – artigianali e non – richiede un’attenta e dispendiosa gestione burocratica sia in fase di avvio attività, che durante la normale vita dell’impresa brassicola. Materia ostica da affrontare da parte degli imprenditori e dei birrai, risulta ancor più rognosa considerando la rapida evoluzione normativa, la complessità delle regole imposte, nonché il non sempre facile rapporto con gli uffici delle Agenzie delle Dogane, spesso sommersi di pratiche e questioni urgenti a cui far fronte.

Per quanto riguarda lo specifico settore di produzione della birra artigianale, in linea di principio, l’attività di produzione di birra è effettuata in regime di deposito fiscale in base all’art. 28, comma 1-lettera c) del Testo Unico delle accise approvato con il Decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504 e successive modifiche.

La produzione di birra, di quantità pari o superiore ai 10.000 ettolitri, è regolamentata per contro dagli artt. 34 e 35 del Testo Unico, e dalle specifiche disposizioni contenute Decreto ministeriale 27 marzo 2001, n. 153.

 

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Per i birrifici con produzione annua inferiore ai 10.000 ettolitri, tra i quali afferiscono appunto i “microbirrifici”, l’art. 35 del Testo Unico, prevede uno specifico regime di accertamento del prodotto finito che mira a semplificare gli adempimenti tributari a carico degli operatori. Con Determinazione Direttoriale n. 140839/RU del 4 dicembre 2013 e con la relativa Circolare 5/D del 6 maggio 2014 dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, entrambe reperibili dal sito web dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (www.agenziadoganemonopoli.gov.it), sono stati definiti gli adempimenti per l’attivazione di un microbirrificio, nonché la relativa disciplina di dettaglio.

In particolare, la Circolare stabilisce che il richiedente specifichi se intende procedere alla determinazione indiretta della birra prodotta tramite un misuratore dedicato della fonte energetica primaria impiegata per la fabbricazione (ovvero misuratore energetico del gas o dell’energia elettrica consumata per la produzione), oppure per mezzo di un misuratore del mosto (il classico contalitri fiscale montato su tubazioni fisse all’uscita dalla sala cottura, dopo raffreddamento a 20°C). Infatti, il sistema di accertamento tributario definito è basato sulla determinazione indiretta, della quantità di birra prodotta a partire dalle letture di uno dei due tipi di misuratore.

 

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In relazione alla suddetta Determinazione Direttoriale è utile richiamare all’attenzione anche quanto stabilito con l’art. 1 in merito agli adempimenti per l’attivazione del microbirrificio, con l’art. 3 per quanto concerne la tipologia della strumentazione di controllo della produzione da installare nell’impianto da istituire e con l’art. 8 – “Disposizioni finali” il quale consente, su istanza dell’imprenditore, di optare comunque per il regime amministrativo ordinario previsto per le fabbriche di birra con produzione pari o superiore ai 10.000 ettolitri, anziché quello semplificato.

Un altro elemento importante da sottolineare è che la norma prevede che l’accertamento del prodotto sia effettuato a monte del confezionamento, quindi il deposito fiscale è limitato ai reparti in cui sono ubicati gli apparati per la produzione del mosto ed i misuratori utilizzati per la determinazione indiretta della birra prodotta. Conseguentemente, la separazione tra impianto di confezionamento ed il magazzino della birra condizionata dal deposito fiscale,  non deve essere necessariamente in muratura ma può essere garantita anche da apposite segnaletiche di demarcazione, anche indicate sul pavimento del microbirrificio, e riportate nelle planimetrie di impianto. Semplificando, il  deposito fiscale è costituito dai reparti in cui sono ubicati la sala cotte ed i relativi sistemi di  determinazione indiretta quantitativa della birra prodotta. Cantina di fermentazione, impianto di condizionamento ed il magazzino della birra condizionata non fanno parte del deposito fiscale.

Il legislatore ha inoltre stabilito il vincolo normativo che impedisce ai microbirrifici di ricevere e di confezionare birra prodotta da altri stabilimenti, nonché di effettuare estrazioni di birra sfusa, pertanto è consentita  la sola vendita di birra confezionata prodotta esclusivamente al proprio interno. Di conseguenza i microbirrifici sprovvisti di impianto di confezionamento, sono obbligati esclusivamente alla vendita presso un attiguo locale di mescita e di minuta al dettaglio (tipico caso del Brewpub).

 

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Ai fini dell’espletamento delle necessarie pratiche, l’imprenditore potrà rivolgersi all’ufficio dell’ Agenzie delle Dogane competente per territorio che ha, di norma, competenza provinciale.

All’istanza sono, inoltre, da allegare:

  • i certificati relativi al controllo metrologico dei misuratori impiegati ai fini fiscali, redatti in conformità alle disposizioni normative applicabili in base alla particolare tipologia di misuratore installato;
  • l’elenco dei tini di fermentazione, debitamente identificati nella planimetria di stabilimento, con indicazione della relativa capacità;
  • l’elenco dei tipi di birra che il microbirrificio intende produrre, con indicazione della relativa ricetta, debitamente quantificata con indicazione delle quantità di materie prime, inclusa l’acqua, necessarie per una cotta nonché del grado plato atteso, espresso in frazioni di 5 decimi di grado.

Se ad una prima lettura sembrerà piuttosto complicato destreggiarsi tra queste imposizioni, è bene sapere che il rapporto con l’ufficio dell’Agenzie delle Dogane risulterà una costante durante tutta la vita del microbirrificio, ai fini delle dettagliatissime comunicazioni inerenti la produzione, ai fini della determinazione degli importi dell’accisa. Su tale aspetto seguirà uno specifico articolo dedicato.

 

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Massimo Prandi
Info autore

Massimo Prandi

Un Albese cresciuto tra i tini di fermentazione di vino, birra e… non solo! Sono enologo e tecnologo alimentare, più per vocazione che per professione. Amo lavorare nelle cantine e nei birrifici, sperimentare nuove possibilità, insegnare (ad oggi sono docente al corso biennale “Mastro birraio” di Torino e docente di area tecnica presso l’IIS Umberto Primo – la celeberrima Scuola Enologica di Alba) e comunicare con passione e rigore scientifico tutto ciò che riguarda il mio lavoro. Grazie ad un po’ di gavetta e qualche delusione nella divulgazione sul web, ma soprattutto alla comune passione e dedizione di tanti amici che amano la birra, ho gettato le basi per far nascere e crescere questo portale. Non posso descrivere quante soddisfazioni mi dona! Ma non solo, sono impegnato nell’avvio di un birrificio agricolo con produzione delle materie prime (cereali e luppoli) e trasformazione completamente a filiera aziendale (maltazione compresa): presto ne sentirete parlare!