Numero 05/2022

31 Gennaio 2022

Birra e acidità “buona”: i lieviti tecnologici che possono arricchire il mosto!

Birra e acidità “buona”: i lieviti tecnologici che possono arricchire il mosto!

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Nell’ambito del settore birrario, uno degli elementi che maggiormente ha segnato l’evoluzione ed il miglioramento delle performance produttive in termini di qualità delle produzioni negli ultimi decenni è risultato il processo di selezione e miglioramento dei ceppi e della biomassa di inoculo impiegati per la conduzione delle fermentazioni alcoliche. La ricerca di innovazione in termini di caratteristiche organolettiche dei prodotti offerte ai consumatori, spinge continuamente i tecnici e gli imprenditori del settore del beverage a ricercare nuove soluzioni per le produzioni.
Nell’ultimo periodo sono diventate di gran moda le birre acide, in cui i tenori elevati di acidità rispetto agli stili più comuni diventa un elemento tanto particolare, quanto ricercato dagli appassionati.
Alcuni ceppi poco conosciuti di lieviti non Saccharomyces sono stati al centro di studi per verificarne l’utilità di impiego nelle fermentazioni dei mosti di birre, sia come microrganismi da inoculo esclusivo, sia in inoculo contemporaneo o scalare con i più classici ceppi tecnologici.

Schizosaccharomyces pombe e Lachancea fermentati sono lieviti entrambi in grado di produrre alte quantità di acido lattico, pur presentando caratteristiche molto differenziali, che li possono rendere utili nella produzione di birre acide, evitando il ricorso all’addizione di acido lattico esogeno o permettendo la conduzione di processi microbiologicamente controllati. Il primo è di grande interesse dal punto di vista industriale in quanto in grado di produrre etanolo in quantità simile a quella prodotta dai Saccharomyces cerevisiae (fino a 15 % vol). Ha, inoltre capacità di dare intensa fermentazione malo-alcolica e di ridurre l’acidità fissa dei mosti, degradando l’acido malico.

Proprio per questa sua caratteristica, è stato sperimentato e proposto il suo impegno per la sua disacidificazione biologica. Altra caratteristica peculiare è l’elevata resistenza al diossido di zolfo; è in grado di sopportare concentrazioni anche superiori a 400 mg per litro.
Al momento, anche se in commercio sono disponibili ceppi selezionati di tale lievito (soprattutto per uso enologico), non è pratica comune il suo impiego in birrificazione, né come lievito esclusivo di prima e seconda fermentazione, né per il coinoculo con Saccharomyces, anche se questa seconda ipotesi potrebbe essere la più percorribile nel contesto della produzione di birre acide.

 

L. fermentati si differenzia dal precedente in quanto produce acido lattico attingendo agli intermedi della via glicolitica, inoltre presenta l’incapacità di metabolizzare il malto triosio, con conseguente scarsa efficacia fermentativa nei mosti di malto e cereali. Per questo lievito, quindi, si possono ipotizzare degli impieghi in via esclusiva o anche in coinoculo con altre specie, anche per la produzione di birre a basso TAV e sostenuta acidità.

L’approfondimento delle sperimentazioni e dei processi di selezione di ceppi di lieviti non Saccharomyces da impiegare nell’industria alimentare apre quindi interessanti nuove prospettive per l’industria della birra, non solo in termini di caratteristiche organolettiche del prodotto finito, ma anche nella diffusione di prodotti innovativi per il minor contenuto di etanolo e la maggiore acidità, quindi più stabili.

 

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Massimo Prandi
Info autore

Massimo Prandi

Un Albese cresciuto tra i tini di fermentazione di vino, birra e… non solo! Sono enologo e tecnologo alimentare, più per vocazione che per professione. Amo lavorare nelle cantine e nei birrifici, sperimentare nuove possibilità, insegnare (ad oggi sono docente al corso biennale “Mastro birraio” di Torino e docente di area tecnica presso l’IIS Umberto Primo – la celeberrima Scuola Enologica di Alba) e comunicare con passione e rigore scientifico tutto ciò che riguarda il mio lavoro. Grazie ad un po’ di gavetta e qualche delusione nella divulgazione sul web, ma soprattutto alla comune passione e dedizione di tanti amici che amano la birra, ho gettato le basi per far nascere e crescere questo portale. Non posso descrivere quante soddisfazioni mi dona! Ma non solo, sono impegnato nell’avvio di un birrificio agricolo con produzione delle materie prime (cereali e luppoli) e trasformazione completamente a filiera aziendale (maltazione compresa): presto ne sentirete parlare!