Numero 04/2020

25 Gennaio 2020

Dalla Germania: l’intramontabile Veltins

Dalla Germania: l’intramontabile Veltins

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Tratto da La birra nel mondo, Volume V, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

 Veltins

(Brauerei C. & A. Veltins) Meschede-Grevenstein/Germania

Nel 1824 Franz Kramer, oste nel centro di Grevenstein, un paese del Sauerland immerso nei boschi e con poche decine di abitanti, iniziò la produzione della birra che, in seguito, prese a vendere ad altri locandieri della zona. Nel 1852 la locanda e il birrificio furono rilevati da Clemens Veltins, di Hellefeld, che aveva imparato a fare la birra in America; e, con lui, la produzione raggiunse i 150 ettolitri l’anno.

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Nel 1880 si unirono anche i gemelli Carl e Anton, figli di Clemens. Nel 1883 fu costruito un nuovo birrificio ai margini del villaggio. Seguì, negli anni, l’acquisto di un motore a vapore e di una macchina per il ghiaccio. Nel 1893 Carl e Anton rilevarono il birrificio dal padre e crearono una società col loro nome, Brauerei C. & A. Veltins.

Nel 1913, con la morte di Carl, si aggregò anche Carl jr., nipote di Anton, che, nel 1926, decise di concentrare tutta la potenzialità della fabbrica nella produzione di pilsner.

Durante la seconda guerra mondiale la produzione si fermò, per riprendere nel 1949. Nel 1957 fu inaugurato un nuovo birrificio. Nel 1994 prese le redini dell’azienda Susanne, la pronipote di Clemens Veltins.

L’acqua è sempre la stessa, quella cristallina e dolce che sgorga dalle sorgenti dei monti intorno a Grevenstein, zona protetta in quanto parco naturale.

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Ma la Veltins è andata oltre, pur di mantenere inalterata nel tempo la qualità di un bene inestimabile. Nel 1966 fu la prima birreria in Europa a costruire un impianto interno di trattamento delle acque reflue. Come non ha esitato a investire sul lavoro e sul futuro, allestendo un’area per la produzione di bottiglie in vetro a rendere e creando tra l’altro nuove opportunità di occupazione.

Superfluo sottolineare che siamo in presenza di una tra le maggiori aziende birrarie tedesche. Inevitabilmente negli ultimi anni si è dotata delle più avanzate tecnologie; ma la tradizione familiare continua, essendosi integrata alla perfezione nella modernità.

La produzione, arrivata ormai a circa 3 milioni di ettolitri l’anno, non ha più soltanto la diffusione nazionale. Dal 1993 viene sempre più esportata, in circa 40 paesi, tra cui Italia, Spagna, Benelux, Inghilterra, Francia, Stati Uniti, Canada. Il recente accordo di collaborazione con la Brau Union AG l’ha portata anche in Austria. Mentre la restituzione, nel 2005, alla Gebrüder Maisel Brauerei della quota societaria del 35% acquistata nel 2001 non ha mutato le strategie di mercato, nazionali e internazionali, messe in atto a suo tempo.

Chiaramente la Veltins non trascura nemmeno l’attività promozionale. A parte la massiccia campagna pubblicitaria all’insegna dell’intelligente slogan “Fresca Veltins”, sostiene da anni l’attività di sponsorizzazione sportiva. Dopo essere stata dal 1998 al 2002 partner della Williams in Formula Uno, ha debuttato nel campionato tedesco di auto granturismo quale sponsor ufficiale del team Audi.

Per quanto riguarda il calcio: il lungo sodalizio con lo Schalke 04 e il proprio nome, Veltins Arena, al nuovo stadio di Gelsenkirchen. Questo impianto, che può ospitare fino a 62 mila spettatori, è dotato, non solo di un originale sistema di spostamento del manto erboso sotto le tribune, anche di una pipe-line che porta la birra Veltins a 126 spine con uno sviluppo totale di cinque chilometri.

Un’altra sponsorizzazione di strutture sportive riguarda la pista di bob a Winterberg. Per non parlare degli interessi in discipline minori, come il biathlon.

E, per finire, i pub:

Locale Anglo Americano, stile pub inglese-irlandese;

Locale Rustico, locale in stile rustico appunto.

Veltins Pilsener, pilsner di un brillante giallo paglierino dorato (g.a. 4,8%). E’ la tipica pilsener della Germania settentrionale, una delle migliori e più premiate in terra tedesca. La carbonazione è quella decisa della tipologia, con una prorompente schiuma bianca abbondante e sottile, cremosa, tenace e aderente. L’aroma si apre con straordinaria delicatezza, fresco e pulito, a base di malto, cracker, lievito, erbe, mela verde, noci, agrumi, luppolo florerale, chiodi di garofano; nonché con aggiunta di un tocco di grano tostato, una debole banana matura e un pizzico di ruvida terrosità. Il corpo, da medio a sottile, ha una vivace consistenza acquosa. Il gusto defluisce morbido, brioso, allietato da note dolci di malto che si mescolano organicamente con quelle amare del luppolo esalanti dal fondo. Il finale, decisamente asciutto, ripulisce ad arte il palato, predisponendolo a una suggestione marcatamente amaricante del corto retrolfatto.

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Veltins Leicht, light pilsner di colore giallo sfumato (g.a. 2,4%). Le caratteristiche organolettiche sono quelle della Veltins Pilsener, che solo alla fine del processo produttivo viene privata dell’alcol nella misura del 40%, con notevole riduzione anche dell’apporto calorico. La carbonazione è vivace; la schiuma bianca, sottile, cremosa, di buona tenuta e aderenza. L’aroma si esprime con delicatezza, a base di malti, lievito, grano, fieno, luppolo erbaceo, e con solo un accenno di cartone bagnato. Il corpo leggero ha una scorrevolissima consistenza acquosa. Il sapore ha una certa dolcezza caramellata iniziale che però va via via scomparendo tra le note amarognole di un luppolo polveroso. Nel finale, il ritorno del malto ha breve durata, fagocitato, sempre dal luppolo, ma di profilo floreale. Le sfuggenti impressioni del retrolfatto appaiono invece molto secche e pulite, nonché con qualche infiltrazione dolciastra.

Non minor successo ha ottenuto dal 2001 la gamma delle beer-mix, una nuova interpretazione del gusto di bere la pils Veltins miscelata con bevande rinfrescanti variamente aromatizzate. E il gradimento, ovvio, è venuto dai consumatori più giovani, che amano il gusto deciso e, insieme, il basso contenuto di alcol (2,9%).

Così, dalla birra & gassosa con qualche goccia di pompelmo per rendere il gusto delicatamente agrodolce (Veltins V+Lemon) e dalla birra & cola con una piccola aggiunta di limone volendo stemperare il sapore dolce e insinuare un tocco di raffinatezza (Veltins V+Kola), si è passati alla Veltins V+Curuba, alla Veltins V+Energy, alla Veltins V+Apple… fino ad arrivare alla Veltins V+Cappuccino.

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La recente gamma Grevensteiner invece è la risposta al rinascimento in Germania dei birrifici d’arte e delle specialità di birra: già, i consumatori stanno scoprendo la diversità della birra e la passione per la sua cultura. E la Veltins ha inteso resuscitare quella produzione con la quale i fratelli Carl e Anton nel secolo XIX con la fabbrica di Grevenstein guadagnarono popolarità ben oltre i confini tedeschi.

Veltins Grevensteiner Naturtrübes Landbier, zwickelbier di colore ambrato con riflessi arancio e dall’aspetto velato (g.a. 5,2%). La carbonazione è moderata; la schiuma, di un bianco sporco, alta, minuta, cremosa, tenace, aderente. La straordinaria complessità dell’aroma si estrinseca fresca, pulita, gradevole: subito, malto biscotto, caramello, mela verde, farina d’avena, miele, pane integrale, zucchero di canna, mandorle tostate; più in secondo piano, esteri di lievito, agrumi, luppolo floreale; e, dal sottofondo, labili sentori vegetali, erbacei, terrosi. Il corpo, tra leggero e medio, ha una consistenza piuttosto cremosa. Il sapore, robusto e molto gradevole, si propone con note di pane tostato, miele, noci, mela, caramello, grano, prugne, in ottimo equilibrio col delicato amarore del luppolo a base di erbe e con un tocco terroso. L’alcol sa bene come non rendersi invasivo, limitandosi a un dolce tepore. Da parte sua, l’acidità si rivela ben accetta con la sua punta di freschezza, alla quale, purtroppo, attenta il corto finale con una secchezza alquanto gommosa. Le croccanti impressioni retrolfattive sanno tanto di erbaceo e tostature.

 

 

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Antonio Mennella
Info autore

Antonio Mennella

Sono nato il primo gennaio 1943 a Lauro (AV) e oggi risiedo a Livorno.
Laureato in giurisprudenza, sono stato Direttore Tributario delle Dogane di Fortezza, Livorno, Pisa, Prato.
 
La scrittura è sempre stata una delle mie passioni, che è sfociata in numerose pubblicazioni di vario genere, alcune specificatamente dedicate alla birra. Gli articoli riportati sul Giornale della Birra sono tratti da La birra nel mondo, in quattro volumi, edita da Meligrana.

Pubblicazioni: 
Confessioni di un figlio dell’uomo – romanzo – 1975
San Valentino – poemetto classico – 1975
Gea – romanzo – 1980
Il fratello del ministro – commedia – 1980
Don Fabrizio Gerbino – dramma – 1980
Umane inquietudini – poesie classiche e moderne – 1982
Gigi il Testone – romanzo per ragazzi – 1982
Il figlioccio – commedia – 1982
Memoriale di uno psicopatico sessuale – romanzo per adulti – 1983
La famiglia Limone, commedia – 1983
Gli anemoni di primavera – dramma – 1983
Giocatore d’azzardo – commedia – 1984
Fiordaliso – dramma – 1984
Dizionario di ortografia e pronunzia della lingua italiana – 1989
L’Italia oggi – pronunzia corretta dei Comuni italiani e nomi dei loro abitanti – 2012
Manuale di ortografia e pronunzia della lingua italiana – in due volumi – 2014
I termini tecnico-scientifici derivati da nomi propri – 2014
I nomi comuni derivati da nomi propri – 2015
 
Pubblicazioni dedicate alla BIRRA:
La birra, 2010
Guida alla birra, 2011
Conoscere la birra, 2013
Il mondo della birra, 2016
 
La birra nel mondo, Volume I, A-B – 2016
La birra nel mondo, Volume II, C-K -2018
La birra nel mondo, Volume III, L-Q – 2019
La birra nel mondo, Volume IV, R-T – 2020
 La birra nel mondo, Volume V, U-Z– 2021
Ho collaborato, inoltre, a lungo con le riviste Degusta e Industrie delle Bevande sull’origine e la produzione della birra nel mondo.