Numero 26/2020

24 Giugno 2020

Benvenuta “astrobirra”, la birra spaziale fatta con il luppolo lanciato in orbita

Benvenuta “astrobirra”, la birra spaziale fatta con il luppolo lanciato in orbita

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Qual è l’ingrediente essenziale per ottenere una birra davvero spaziale? Se lo devono essere chiesti quelli di Brauhaus Germering, un birrificio tedesco dalle parti di Monaco. La risposta è tanto ovvia quanto assurda: serve del luppolo che sia stato in orbita. Così è nato il progetto, in collaborazione con Hopstronautix, di selezionare dei luppoli e di spedirli nello spazio con un razzo. Quando torneranno sulla Terra, verranno usati per produrre la prima, vera birra spaziale.

 

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Per poter creare l’astrobirra (declinata nelle versioni Indian Pale Ale e Imperial Stout, “nera come lo spazio”, spiega il sito di Hopstronautix) i luppoli, che sono l’ingrediente base dell’arte brassicola, verranno sparati in orbita con un razzo e torneranno sul nostro pianeta grazie a un paracadute, dopo aver sperimentato l’ebrezza dello spazio. Il lancio, se la situazione dell’emergenza Covid-19 lo renderà possibile, è previsto per l’ultima settimana di agosto.
In attesa dell’ok dalla torre di controllo, quelli di Hopstronautix e di Brauhaus Germering hanno presentato i cubi trasparenti, pieni di luppolo, che parteciperanno all’avventura stellare. Le birre che saranno ottenute usando, in parte, il luppolo spaziale saranno vendute in Europa e negli Stati Uniti. Sulla bottiglia, per ogni lotto, sarà riportata la data del lancio in orbita.

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Redazione Giornale della Birra
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