Numero 52/2017

28 Dicembre 2017

Birre invernali e Birre brulé: scaldano il corpo e la mente

Birre invernali e Birre brulé: scaldano il corpo e la mente

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Esistono delle birre capaci di scaldare il corpo e la mente in queste fredde giornate autunnali/invernali. Non sono i soliti litri di birra estivi ai quali siamo abituati, sono come dei “calmanti” che accompagnano i dolci tipici delle festività natalizie, che allietano un dopo cena tra amici. Birre da degustare come dei romanticoni davanti al caminetto acceso.

Nei paesi del Nord Europa le birre invernali e le birre natalizie rappresentano una tradizione antica, in particolare in Belgio dove per i mastri birrai è un’arte aromatizzare le birre. Infatti, si tratta di birre che si caratterizzano per l’aromatizzazione, ottenuta con l’aggiunta di spezie quali cannella, coriandolo, ginepro (e tantissime altre) o con l’utilizzo di miele, cioccolato.
Dal sapore speziato, con note di frutta secca e candita e notevoli sentori dolci. Necessitano di lunghi periodi di maturazione, per questo motivo vengono generalmente brassate a maggio/giugno.

 

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Queste birre si possono assaggiare anche nelle diverse feste che vengono organizzate in varie cittadine europee, negli ultimi anni anche in Italia. Una delle più conosciute si svolge ad Essen, nelle Fiandre: Kerstbierfestival, nel 2016 circa centocinquanta tipologie di birre natalizie in bottiglia, una ventina alla spina e glühkriek.

Glühkriek. Nelle gelide giornate invernali la birra si può consumare anche calda. Se il vin brulé è conosciuto da tutti in Italia, la birra brulé decisamente meno. Ma si tratta di qualcosa di veramente natalizio. In Belgio queste birre prendono appunto il nome di Glühkriek, in quanto vengono utilizzate soprattutto le kriek, birre a fermentazione spontanea o mista e maturare con delle ciliegie in immerisione. Il suffisso glü esprime le peculiarità di una birra di essere portata quasi a bollore per consentirle di sprigionare nell’aria intensi profumi (sentori di amarena, frutti rossi, speziati). I tedeschi chiamano queste birre Glühbier, i polacchi Grzane piwo.
Diverse birre belghe si possono reperire in commercio e si rifanno alla tradizione storica del “calibou”, una birra invernale molto popolare, ad un lambic relativamente vecchio venivano aggiunti zucchero, cannella, chiodi di garofano e uova sbattute, il tutto servito caldo.

Da segnalare:

  • Liefmans Glühkriek
  • Timmermans Kriek Warme
  • St. Louis Glühkriek Premium
  • Hiête Kriek

Birre che i produttori consigliano di servire calde, tra i 55 e i 65 gradi.

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Essendo delle birre natalizie, come scritto in precedenza, la peculiarità di queste birre sta nella speziatura (cannella, zenzero, chiodi di garofano ma anche miele e scorze di arancia). Questi ingredienti possono trovarsi originariamente nella birra oppure essere aggiunti successivamente in fase di preparazione.
Partendo da una birra corposa, con un grado alcolico sostenuto e non particolarmente amara si può preparare anche una ricetta casalinga di questa bevanda invernale. Per quanto concerne gli ingredienti: 75 cl di birra, un cucchiaio spezie (immancabili cannella e chiodi di garofano, il resto a piacimento), quattro cucchi di miele e quattro cucchiaini di zucchero.
Si può scaldare il tutto fino ad ebollizione incipiente, per poi abbassare la fiamma e lasciare in infusione per una decina di minuti. Si filtra il tutto prima di servire. In alternativa, in un pentolino si porta a bollore metà della birra, si aggiungono le spezie, il miele e lo zucchero e si lascia sobbollire per cinque minuti. Si filtra il tutto, si unisce il resto della birra e si fa scaldare un po’ prima di servire.

 

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Dario Mameli
Info autore

Dario Mameli

Nato a Cagliari e cresciuto a Monserrato, cittadina dell’hinterland dove attualmente risiede.
Appassionato di natura ed ecologismo, cardini attorno ai quali ha ruotato la sua formazione scolastica e universitaria.
Diplomato in Tecniche agronomiche.
Laureato in Scienze ambientali e naturali.
Specializzato in Gestione dell’ambiente e del territorio.
Iscritto all’ Albo Regionale delle Guide ambientali escursionistiche
Nel 2017 ottiene il diploma di specializzazione come Tecnico birraio (docente del corso: il birraio Marco Maietta) svolgendo il tirocinio formativo presso il Birrificio di Cagliari (tutor: il birraio Marco Secchi).
Nello stesso anno si dedica alla produzione birricola casalinga, primo passo che gli ha consentito di affacciarsi al mondo dell’ homebrewing.
Sì classifica terzo al “Concorso Homebrewers Alghero, Birralguer Sardinian Craft Beer Festival 2017”, categoria metodo kit, presentando una Premium Lager Mountmellick Irish Style con aggiunta di luppolo Saaz.
Non solo birra, da tanti anni vendemmiatore nell’azienda vinicola di famiglia.
L’ambiente dell’associazionismo è sempre rientrato nei suoi interessi principali. Ad oggi fa parte di diverse associazioni culturali, sportive ed ecologiste.
Da marzo 2018 è socio del centro culturale “Birrando si impara”.
Considera la birra la bevanda degli sportivi, immancabile dopo le partite di pallavolo e gli allenamenti di arrampicata sportiva.
Amante della natura e delle attività all’aperto, adora avventurarsi alla scoperta della Sardegna (e non solo) a bordo del suo vecchio camper.
La passione per la birra, la letteratura, i viaggi e la cucina lo hanno portato a scrivere per il “Giornale della birra”.