Numero 02/2023

9 Gennaio 2023

Il giro del mondo in… tante birre: Algeria

Il giro del mondo in… tante birre: Algeria

Condividi, stampa o traduci: X

 

Sembra strano parlare di birra, o in generale di alcol, in un paese di fede musulmana ma l’Algeria, lo stato più grande dell’Africa, vanta, addirittura, una tradizione vitivinicola di tutto rispetto. Risale alle dominazioni dei Fenici e dei Romani ed arriva al periodo coloniale francese, attraversando però un periodo di contrasti durante la conquista araba a partire dal VII secolo. Ma torniamo all’argomento che ci sta più a cuore.

LA STORIA DELLA BIRRA IN ALGERIA

L’Algeria è uno dei paesi pionieri dell’industria brassicola del continente africano. I primi birrifici, infatti, nascono nella seconda metà dell’800. Nel 1868, George Jacob Wolf, emigrato tedesco, fonda la “Brasserie Wolf” nella città di Costantine e nel 1880, ad Algeri, apre le porte la “Brasserie d’Alger La Gauloise” con annessa malteria e vendita di ghiaccio e acqua. Ormai chiusi da anni, rimangono solo nella memoria storica.

La situazione al giorno d’oggi, fra alti e bassi politico-religiosi, è cambiata. Fino agli anni ’80 la produzione di birra era in mano solo a quattro birrifici statali: Brasserie Algérienne d’Oran (BAO), Brasserie de Rouiba, Brasserie d’El Harrach e Brasserie d’Annaba. Con il passare degli anni, fino ad arrivare al 2013, tutti questi impianti vengono privatizzati e nello stesso periodo cresce notevolmente il consumo di birra, grazie anche all’entrata di investitori stranieri nel mercato nazionale.

A questo punto è d’obbligo una precisazione: se da un lato esistono diverse realtà brassicole, dall’altro va sottolineato come sia complicato riuscire a bersi una pinta. Le birre, come altre bevande alcoliche, non si trovano nei negozi o nei supermercati. Si possono consumare solo nei bar degli hotel di catene internazionali oppure in alcuni locali “clandestini”. Nonostante ciò, in Algeria il consumo annuale di birra si attesta intorno a 1,2 milioni di ettolitri (dati del 2019) con un consumo pro capite di circa 4,3 litri.

 

QUALI SONO I BIRRIFICI ALGERINI PIU’ IMPORTANTI?

  1. Il primo birrificio privato: TANGO

 

Fondato nel 2001 dal “Groupe Mehri”, azienda leader nei settori immobiliare, industriale e agricolo. Il sito produttivo si trova a Rouiba, a 30 Km dalla capitale Algeri.

Nel 2008, il birrificio è stato acquisito dal Gruppo Heineken. All’epoca produceva 750.000 Hl/anno di birra e contava circa 350 dipendenti.

TANGO BLONDE: la birra lager più bevuta. Chiara e leggera con un tocco amaro rinfrescante. Gradazione alcolica: 4,8%.

SAMBA: lager chiara simile alla Tango Blonde ma ancora più leggera. Gradazione alcolica: 4,2%.

FIESTA: lager chiara nella versione più alcolica. Gradazione alcolica: 5%

DIMA GOSTO: birra lager chiara, versione premium. Il nome significa “sempre buono”.

Gradazione alcolica: 5%

  1. Il più grande produttore di birra: CASTEL ALGERIE

 

 

Nel 2003, “Groupe Castel”, gruppo francese leader mondiale nel commercio di bevande alcoliche e soft drinks, ha acquisito 2 birrifici nazionali algerini ridando vita a vecchi marchi di birra. E’ il primo produttore di birra in Africa, escludendo il Sudafrica, grazie alla partnership siglata con il colosso InBev per la produzione di Stella Artois e Beck’s per il mercato interno.

BEAUFORT: birra lager chiara caratterizzata da una maggior presenza di luppolo, rispetto alle altre lager prodotte in Algeria. Gradazione alcolica: 5%

LA BAVAROISE: premium pils chiara e leggera. Gradazione alcolica: 4,5%

 

  1. BRASSERIE STAR D’ALGERIE

Birrificio fondato nel 2006 con sede a El-Kseur (Bejaia) nell’entroterra della costa orientale.

ALBRAÜ: birra lager chiara dove il malto, sempre in equilibrio con il luppolo, ha però una spinta in più. Gradazione alcolica: 4,6%

MALTE D’ORGE: bevanda maltata senza alcol, certificata 100% Halal.

 

Queste sono le realtà più importanti nel comparto brassicolo algerino, settore in lenta ma costante crescita, nonostante le restrizioni della cultura musulmana, anche se esiste un numero crescente di algerini che si definisce laico e quindi meno osservante delle prescrizioni religiose. Comunque, il tema alcol rimane ancora un tabù molto radicato, infatti, è persino complicato riuscire a trovare in rete informazioni complete sulle aziende produttrici.

 

Alla prossima tappa…o per meglio dire…al prossimo tappo!

 

Tutti i marchi qui esposti sono di proprietà dei rispettivi detentori dei copyright; marchi di terzi, nomi di prodotti, nomi commerciali, nomi corporativi e società citati possono essere marchi di proprietà dei rispettivi titolari o marchi registrati d’altre società e appartengono ai loro legittimi proprietari.

 

Condividi, stampa o traduci: X

Federica Russo
Info autore

Federica Russo

Sono nata a Genova nel lontano…ma che lontano…nel “vicinissimo” 1976 da una famiglia chiacchierona e rumorosa, ecco perché mi piace parlare, comunicare e condividere.
Chi nasce in una città di mare sa che si porta dentro una curiosità tutta speciale come quella dei marinai e navigatori che tutti i giorni salpano verso nuove mete, terre e avventure. Curiosità che rimane per sempre e che caratterizza ogni aspetto della vita arricchendola giorno per giorno. La famiglia, le passioni, i traguardi, il lavoro vengono così conditi con quel “quid” che rende tutto più sfizioso.
La curiosità infatti mi ha portato a studiare 3 lingue (inglese, spagnolo e francese) per non sentirmi fuori luogo ovunque volessi andare e mi ha fatto laureare in Geografia per avere ben chiara in testa la mappa del mondo ed evitare di perdermi.
La curiosità mi ha fatto lavorare in ambiti molto diversi tra loro: commercio al dettaglio, operatore GIS nel settore dei sistemi informativi territoriali, progettista di impianti di depurazione acque reflue.
La curiosità, infine, è stata anche la spinta che mi ha fatto passare da semplice amante della birra a Sommelier. Ho completato il percorso formativo con la Scuola Italiana Sommelier (S.I.S.) e sono diventata Sommelier Professionale 3° livello. Essere sommelier della birra non lo considero un traguardo ma solo l’inizio di un lungo percorso di formazione, di conoscenza che non finirà mai, infatti ho cominciato lo stesso percorso formativo anche con l’Associazione Italiana Sommelier (A.I.S.), seguo i corsi e le monografie di UB Academy, per non parlare dei libri che “bevo” tutto d’un fiato!!! Alcuni autori della mia libreria: Michael Jackson, Lorenzo “Kuaska” Dabove, Randy Mosher…tanto per citare qualche pilastro.
La possibilità di poter scrivere per il Giornale della Birra mi dà modo di condividere con voi la mia passione birraria attraverso interviste, curiosità, abbinamenti birra-cibo e tanto altro, il tutto impreziosito da un sorriso e da un punto di vista diverso….quello femminile!