Numero 09/2024

2 Marzo 2024

Track Brewing Co

Track Brewing Co

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Tratto da La birra nel mondo, Volume IV, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Manchester/Inghilterra
Sam Dyson aveva cominciato a praticare l’homebrewing già ai tempi dell’università. Adesso lavorava a Londra e alloggiava nella zona di Bermondsey. Qui si trova il Bermondsey Beer Mile, un chilometro di strada dove, sotto le arcate della linea ferroviaria, un’alta concentrazione di birrifici (con taproom, beershop, pub) rappresenta la new wave brassicola cittadina. Ma fu un tour in bicicletta negli Stati Uniti, dove conobbe da vicino la loro Craft Beer Revolution, a far scattare l’idea di aprire un mibrobirrificio.
Prima, frequentò un corso sulla produzione della birra; poi, lavorò per qualche tempo alla Camden Town Brewery di Londra; infine, ritornò nella città natale, Manchester, e nel 2014 realizzò il suo sogno, nel Piccadilly Beer Mile, nei pressi dell’omonima stazione ferroviaria. Mentre assumeva la direzione della produzione Matt Dutton, che aveva appena vinto il National Homebrew Champion organizzato dal BrewDog di Manchester.
Superfluo sottolineare che anche questo microbirrifio, la cui produzione è arrivata ormai a 180 birre, ha un debole per le luppolizzatissime IPA.

Track Cotopaxi, double/imperial IPA di colore arancione dorato e dall’aspetto velato (g.a. 8%); commercializzata in fusto da marzo 2016. Il riferimento allo stratovulcano andino intende sottolineare le irruenti caratteristiche, in termini di alcol, aroma e amaro di un’autentica imperial IPA. La carbonazione è moderata; la schiuma crema, fine, spessa, non abbondante ma durevole. L’aroma riesce a mantenere un’intensità costante dei suoi elementi, dalla frutta tropicale agli agrumi, dal caramello al malto biscotto, dal pane morbido alla brioche, dalla vaniglia all’arancia candita; intanto che, dal sottofondo, fanno capolino sentori floreali, di lievito, anche di terra. Il corpo medio ha una ben distinta consistenza oleosa. Nel gusto, l’alcol è fin troppo presente (lo era del resto anche all’olfatto), ma sa adempiere al proprio compito con giudizio, riscaldando il tanto quanto basta, infervorando ovvero ma non disturbando. Calde note di frutta sotto spirito infatti, insieme alla dolcezza della frutta tropicale, da una parte e dall’altra, la leggera speziatura dei lieviti con piacevoli toni pepati, combinano a meraviglia una IPA dall’amarore americano bilanciato dal dolce fruttato di una tripel belga di razza. Il finale, abboccato, caldo e fruttato, pare voglia concedere una breve pausa di preparazione all’ondata di persistenti suggestioni amaricanti.
Track/Wylam Loose Morals, rye IPA di colore arancio sfumato e dall’aspetto opalescente (g.a. 5,9%). Si tratta di una collaborazione con Wylam Brewery di Newcastle upon Tyne. Abbondantemene luppolizzata con gli americani Citra e Idago 7, utilizza anche grandi quantità di segale e avena. Con una media effervescenza, la schiuma bianchiccia sbocca piuttosto grossolana, ma ricca e cremosa, di buona tenuta e allacciatura. Il bouquet olfattico si esalta per freschezza e pulizia dei suoi profumi di pompelmo, lime, cedro, che però lasciano non tanto spazio ai più timidi sentori di frutta tropicale; mentre devono accettare, sia pure a malavoglia, il contributo paritario degli aghi di pino, della segale, di luppoli floreali e speziati. Il corpo medio ha la tipica consistenza a chiazza di petrolio. Anche nel gusto la dolcezza della frutta tropicale si limita al ruolo di deuteragonista, concedendo la libera espressione agli agrumi, alla delicata speziatura della segale, alla resina degli aghi di pino e a una certa terrosità della luppolizzazione. In ogni modo, il livello di amaro non va mai oltre le righe, e l’equilibrio rimane sano e salvo. Nel finale, è la segale a salire in cattedra, con le sue note sia pure blandamente terrose e pepate. Le impressioni del discreto retrolfatto si ispirano invece a un peraltro piacevole amarognolo misto di resina e scorza d’agrumi.

 

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Antonio Mennella
Info autore

Antonio Mennella

Sono nato il primo gennaio 1943 a Lauro (AV) e oggi risiedo a Livorno.
Laureato in giurisprudenza, sono stato Direttore Tributario delle Dogane di Fortezza, Livorno, Pisa, Prato.
 
La scrittura è sempre stata una delle mie passioni, che è sfociata in numerose pubblicazioni di vario genere, alcune specificatamente dedicate alla birra. Gli articoli riportati sul Giornale della Birra sono tratti da La birra nel mondo, in quattro volumi, edita da Meligrana.

Pubblicazioni: 
Confessioni di un figlio dell’uomo – romanzo – 1975
San Valentino – poemetto classico – 1975
Gea – romanzo – 1980
Il fratello del ministro – commedia – 1980
Don Fabrizio Gerbino – dramma – 1980
Umane inquietudini – poesie classiche e moderne – 1982
Gigi il Testone – romanzo per ragazzi – 1982
Il figlioccio – commedia – 1982
Memoriale di uno psicopatico sessuale – romanzo per adulti – 1983
La famiglia Limone, commedia – 1983
Gli anemoni di primavera – dramma – 1983
Giocatore d’azzardo – commedia – 1984
Fiordaliso – dramma – 1984
Dizionario di ortografia e pronunzia della lingua italiana – 1989
L’Italia oggi – pronunzia corretta dei Comuni italiani e nomi dei loro abitanti – 2012
Manuale di ortografia e pronunzia della lingua italiana – in due volumi – 2014
I termini tecnico-scientifici derivati da nomi propri – 2014
I nomi comuni derivati da nomi propri – 2015
 
Pubblicazioni dedicate alla BIRRA:
La birra, 2010
Guida alla birra, 2011
Conoscere la birra, 2013
Il mondo della birra, 2016
 
La birra nel mondo, Volume I, A-B – 2016
La birra nel mondo, Volume II, C-K -2018
La birra nel mondo, Volume III, L-Q – 2019
La birra nel mondo, Volume IV, R-T – 2020
 La birra nel mondo, Volume V, U-Z– 2021
Ho collaborato, inoltre, a lungo con le riviste Degusta e Industrie delle Bevande sull’origine e la produzione della birra nel mondo.