Numero 07/2022

19 Febbraio 2022

I francesi di Hoppy Urban Brew scommettono sulla birra blu

I francesi di Hoppy Urban Brew scommettono sulla birra blu

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I nostri cugini francesi ne hanno inventata un’altra. Da sempre particolarmente attivi e creativi in ambito enogastronomico, i vicini transalpini stavolta sono riusciti a sfornare un prodotto capace in pochi giorni di creare già molto clamore: una birra totalmente blu, realizzata con il colorante naturale di un’alga.

Mentalità notoriamente rivoluzionaria quella dei francesi, capaci ora, se non di riscrivere la storia della birra, quantomeno di arricchire il già lauto libro brassicolo di un nuovo capitolo. E di un nuovo prodotto il quale, come prevedibile, già sta facendo discutere i puristi della birra. Il motivo? Il colore blu conferito alla bevanda, dato dall’utilizzo di una particolare alga, la spirulina, già usata in realtà da anni (con il medesimo scopo) in ambito alimentare.

Cerchiamo, per quanto possibile, di placare gli animi degli amanti della birra: a essere differente è solamente il colore, il gusto infatti non viene interessato dall’utilizzo della spirulina. Il sapore, quantomeno, è salvo.

Ma come hanno fatto i francesi a creare questa birra blu? Il merito è del birrificio artigianale Hoppy Urban Brew, il quale in collaborazione con l’azienda fornitrice dell’alga Etika Spirulina ha dato vita a una bevanda a dir poco peculiare. Almeno dal punto di vista estetico. E se l’obiettivo era far parlare di sé il target è stato centrato in pieno.

 

Il colore viene ricavato dal particolare pigmento dell’alga, chiamato ficocianina, aggiunto al liquido durante il processo di birrificazione. Di che cosa sa questo particolare prodotto? Come detto, l’utilizzo del colorante naturale non influisce sul gusto finale. Chi ha avuto modo di provare la birra la definisce luppolata, leggera e con note agrumate, e la vendita di oltre 1500 bottiglie tra ottobre e dicembre dimostra la buona riuscita dell’esperimento, capace di destare una certa curiosità tra i consumatori. Al punto da convincere il birrificio ad ampliare la propria produzione.

Come detto, la tonalità blu della birra francese è ricavato da un colorante naturale contenuto nella spirulina. Ma di che cosa stiamo parlando? Si tratta di un’alga azzurra unicellulare (anche se, precisamente, sarebbe un cianobatterio), della lunghezza massima di mezzo centimetro, la quale viene utilizzata anche in cucina, per conferire colore a preparazioni capaci, oltre al palato, di conquistare pure l’occhio. Il nome particolare? Dato dalla forma, appunto a spirale dell’alga.

Non rimanete scandalizzati dall’utilizzo gastronomico di questa materia prima così peculiare. Pare infatti che già gli antichi Romani, le cui abitudini a tavola erano sì particolari, la usassero per depurare il proprio organismo.

Tornando a tempi più recenti, al giorno d’oggi la spirulina è particolarmente utilizzata anche nella realizzazione di integratori alimentari per l’elevato contenuto di vitamine e minerali. Data la presenza di tutti gli amminoacidi essenziali, oltre a Omega 3 e Omega 6, è assunta anche da chi fa sport.

 

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Redazione Giornale della Birra
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