Numero 29/2019

18 Luglio 2019

Gressoney, dove birra e storia si incontrano

Gressoney, dove birra e storia si incontrano

Condividi, stampa o traduci: X

 

Che birra, storia e tradizioni locali vadano di pari passo, è la norma in Paesi come la Germania, il Belgio o la Repubblica Ceca; assai meno in Italia, dove l’arte brassicola ha preso piede su scala più vasta solo in tempi relativamente recenti. Ci sono però dei luoghi dove questo legame può essere ritrovato: e uno dei meno conosciuti, ma forse più curiosi, è Gressoney (Aosta) – che il Giornale della Birra ha visitato per voi. La storia di questo paese ai piedi del Monte Rosa si intreccia infatti con quella di Kühbach, in Baviera, in virtù della famiglia dei baroni Beck-Peccoz. Una famiglia, come il nome lascia intendere, di doppia nobiltà: Ludwig I° re di Baviera conferì il titolo di Freiherr von Beck nel 1840 a Joseph Anton, per i suoi meriti di imprenditore siderurgico.

 

.

.

 

La sua famiglia aveva però origini appunto gressonare; e anni dopo la famiglia reale di Savoia convalidò questa nobilitazione per la linea italiana con il titolo di Baron de Peccoz, ottenendo così nome composto Beck-Peccoz. Nel 1862 Joseph Anton acquistò il castello di Kühbach con il suo birrificio, costruito alcuni anni prima dal duca Maximilian – noto per essere il padre della principessa Sissi –; ma che poggiava in realtà su una tradizione produttiva che risaliva all’anno 1000, quando il castello ospitava le monache benedettine. Da allora il birrificio Kühbacher è rimasto in mano alla famiglia Beck-Peccoz, che tuttora vive parte a Kühbach e parte a Gressoney; dove oggi è possibile appunto toccare con mano il legame tra storia birraria e storia locale.

 

.

.

 

La sede del Comune è infatti Villa Margherita, storica residenza dei Beck-Peccoz; e che prende il nome dalla regina Margherita di Savoia, che usava trascorrere lì i suoi periodi di villeggiatura, ospite dei baroni – a cui era legata da una profonda amicizia. Margherita amava così tanto Gressoney che, nel 1899, decise di farvi costruire una sua residenza: e nel 1904 vennero ultimati i lavori di Castel Savoia, che Margherita usò come residenza estiva fino quasi alla sua morte. Oggi il castello, dopo vari passaggi di mano, è di proprietà della Regione; ed è proprio da qui che può partire il tour birrario della zona, con una visita guidata alle stanze riccamente decorate, ma soprattutto alle verande che offrono una vista mozzafiato sul Monte Rosa (nelle belle giornate, beninteso: la sottoscritta purtroppo non ha avuto questa fortuna). La guida vi racconterà come la storia della regina si sia intrecciata con quella della popolazione locale: usava frequentare la chiesa del villaggio che raggiungeva a piedi, vestirsi con il costume tipico, fare lunghe escursioni verso i ghiacciai del massiccio del Rosa (spesso in compagnia del barone Beck-Peccoz). Sempre a Gressoney Saint Jean potete visitare l’Alpenfauna Museum, che ospita la ricca collezione di trofei di caccia del barone Luigi Beck-Peccoz e illustra i principali aspetti scientifici della fauna locale.

 

 

.

.

 

E fino a qui, la storia; ma c’è anche una tradizione ancora viva che segna il legame tra Gressoney,  Kühbach e la sua birra. Ogni anno infatti, in occasione del patrono San Giovanni Battista (il 24 giugno), si tiene il Gressoney Bierfest: e che vede la collaborazione tra il gruppo folkloristico locale e il birrificio  Kühbacher. Per l’occasione arrivano infatti direttamente da Kühbach tre cisterne da 50 ettolitri di Festbier; che, nella miglior tradizione bavarese, viene consumata tutta nelle tre giornate di festeggiamenti rigorosamente nella misura del Maß, il boccale da litro (che potete tenere come souvenir, al prezzo della cauzione, dato che ogni anno ne viene elaborato uno diverso). Si tratta di una Festbier sostanzialmente in stile se non per il colore leggermente più scuro delle media, tendente quasi al ramato; e che al naso esibisce note di biscotto, tostato e caramello, bilanciati da una lieve luppolatura erbacea. Scorrevole al palato nonostante la maltatura ben percepibile, in linea con l’aroma, chiude mantenendosi beverina – per quanto non possa definirsi secca – grazie al buon bilanciamento tra i toni dolci al palato e la luppolatura in amaro. Va da sé dunque che l’occasione migliore per visitare Gressoney è il Bierfest; ma nulla vieta di fare questo tour storico-birarrio-naturalistico in altri momenti dell’anno. Potete trovare tutte le informazioni sul birrificio e sulla birra su www.kuhbacher.com, mentre il portale www.gressoneyonline.it fornisce tutte le informazioni turistiche.

 

Condividi, stampa o traduci: X

Chiara Andreola
Info autore

Chiara Andreola

Veneta di nascita e friulana d’adozione, dopo la scuola di giornalismo a Milano ho lavorato a Roma – dove nel 2009 ho conseguito il titolo di giornalista professionista – e a Bruxelles al DG Comunicazione della Commissione Europea. Lì sono iniziati i miei primi timidi approcci con la birra, tra cui la storica Bush de Noel che ha finito per mettere il sigillo definitivo alla storia d’amore tra me e il mio futuro marito – e già da lì si era capito che una storia d’amore era nata anche tra me e la birra. Approdata a Udine per seguire appunto il marito, qui ho iniziato ad approfondire la mia passione per la birra artigianale grazie al rapporto in prima persona con i birrai – sia della regione che più al largo – e i corsi di degustazione tenuti dal prof. Buiatti all’Università di Udine; così dal 2013 il mio blog è interamente dedicato a questo tema con recensioni delle birre e resoconti delle miei visite a birrifici, partecipazioni ad eventi e degustazioni. Le mie collaborazioni con pubblicazioni di settore come Il Mondo della Birra e Nonsolobirra.net, con eventi come la Fiera della Birra Artigianale di Santa Lucia di Piave e il Cucinare di Pordenone, e la conduzione di degustazioni mi hanno portata a girare l’Italia, la Repubblica Ceca, il Belgio e la Svezia. Ora sono approdata anche al Giornale della Birra, un altro passo in questo mio continuare a coltivare la mia passione per il settore e la volontà di darvi il mio contributo tramite la mia professione.