Numero 42/2019

15 Ottobre 2019

A Milano un anno di Navigli Craft Beer!

A Milano un anno di Navigli Craft Beer!

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Milano, come tutti sanno, è la città degli aperitivi per antonomasia e i Navigli rappresentano sicuramente una delle mete più amati da turisti e cittadini, ma chi ama la birra artigianale anche in questa zona può trovare alcuni punti fermi e uno su tutti è il Navigli Craft Beer, locale nato dalle ‘ceneri’ del BQ di Paolo Polli e gestito da Andrea Sandri e Matteo Maddalena , che  festeggerà proprio questo novembre un anno di vita.

Chiacchierare con Andrea e Matteo non è così semplice visto il flusso continuo di turisti e avventori che entrano ed escono dal locale (Alzaia Naviglio Grande 44) tutti alla ricerca di birra artigianale di qualità, ma una cosa appare subito evidente, la competenza e la capacità di assecondare i desideri dei clienti, frutto di anni passati dietro al bancone e di una conoscenza approfondita del mondo della birra artigianale.
Intervistati dal Giornale della Birra, Andrea e Matteo, ci parlano della nascita del Navigli Craft Beer, dei loro trascorsi nel mondo della birra e dei progetti futuri, che passano per una ricerca continua di nuove birre da proporre con una costante attenzione alla qualità.
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Come è nato il Navigli Craft Beer?
Andrea: “Questo locale nasce dalle ceneri del BQ di Paolo Polli. Il nuovo proprietario, Sergio Grattarola, ha acquisito  i tre locali di proprietà di Polli che erano da questo lato del Naviglio Grande, mi riferisco quindi a questo, al locale  dove ora si trova Vetra (Alzaia Naviglio Grande 56) e il terzo dove c’è la Tap Room di Orso Verde (via Corsico 5). La gestione è indipendente ma la proprietà è la stessa”.
Cosa è cambiato rispetto a prima?
Matteo: “Abbiamo cambiato il nome del locale e abbiamo sempre 20 linee anche se prima erano 10 spine e 10 pompe,  mentre ora sono rispettivamente 15 e 5. Proprio tra poco festeggiamo un anno e organizzeremo una festa durante il weekend 8-10 novembre”.
Voi due come siete arrivati a lavorare qui?
Matteo: “Noi lavoravamo già qui con la vecchia gestione di Polli. Io in particolare dal 2013. Prima di arrivare  qui mi sono laureato in Scienze Alimentari con una tesi sulla birra. Ho lavorato, tra gli altri, per un po’  al birrificio Geco di Cornaredo e in distribuzione con Alfieri, poi ho fatto vari Italia Beer Festival, CIBA e altri eventi targati Associazione Degustatori Birra. Vorrei aggiungere che oltre a noi, ci sono altri due componenti fondamentali del team: Yeni e Leonardo” .
Andrea: “Io sono arrivato due anni dopo, nel 2015. Ho lavorato in diversi locali di Polli a Milano e ho passato  un anno anche al Tap, in zona Città Studi, e infine sono di nuovo tornato qua. Ci siamo ritrovati, io e Matteo, a gestire questo  locale, che è piccolo ma da ‘battaglia’. I numeri per adesso parlano a nostro favore”.
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Con quali birrifici lavorate?
Matteo: “Dall’anno scorso abbiamo scelto Lariano perchè è un birrificio che riesce ad assicurare una gran varietà di stili e quindi riesce anche da solo a  coprire un po’ tutto. Ha veramente un ottimo livello. Poi lavoriamo molto con Extraomnes, per coprire la parte del Belgio – che potrebbe  attirare un po’ di più l’appassionato – e Orso Verde per le anglosassoni.
Andrea: “Negli ultimi mesi sono subentrati stabilmente anche Muttnik e Doge. Questi grosso modo sono i birrifici che abbiamo regolarmente e poi  ogni settimana o due facciamo eventi con birrifici di cui facciamo principalmente Tap Takeover o presentazioni di nuove birre. Inoltre abbiamo collaborato  per un po’ con Picobrew, che ha fatto anche la nostra birra: la “Navigli”, una luppolata a base Kölsch da 5,8%alc. E’ stata la  nostra birra fissa per un certo  numero di mesi. Ultimamente abbiamo fatto una Pils con Muttnik dedicata al 50mo anniversario dello sbarco sulla Luna. Sarà presentata a breve”.
Quali sono i vostri programmi futuri?
Andrea: “Le prospettive sono quelle di cambiare sempre di più birrifici cercando un domani di avere  una ‘pianta’ sempre più stabile, possibilmente puntando a migliorare ancora di più la qualità. Noi ‘facciamo fuori’ tanta birra, ma  siamo un locale molto piccolo, quindi non abbiamo i ricavi che potrebbe avere un pub con cucina. Questo locale  è sempre pieno e cerchiamo di garantire in ogni momento birre di ottima qualità. Anche se lavoriamo molto con i turisti, cerchiamo di crescere  fidelizzando sempre più anche la clientela di zona. È un lavoro quotidiano che ci dà grandi soddisfazioni”.
Che tipo di clienti avete?
Andrea: “Sicuramente il fatto di essere sui Navigli consente di avere una corrente continua. Non abbiamo un cliente-tipo.  La gente entra ed esce. Si va dal ventenne al pensionato. Abbiamo anche un bacino di appassionati che vengono perchè sanno che qui si trova  buona birra e tanta varietà. Cerchiamo di rendere il migliore servizio possibile per quanto lavoriamo più sul take away”.
Matteo: “Il 90% è gente che entra, prende una birra ed esce. Poi ovviamente c’è uno zuccolo duro di clienti  che abita qui in zona e viene da noi tutti i giorni. Abbiamo anche un bel po’ di turisti, stranieri e italiani. Ci sono giornate nelle quali  parliamo più inglese che italiano. In ogni caso la nostra clientela fissa è molto curiosa e abituata ad un certo livello di qualità. Proviamo a sorprenderla sempre con qualche nuovo evento “.
Come sono i rapporti con i publican degli altri locali?
Andrea: “I rapporti sono ottimi”.
Matteo: “Avremo un po’ una visione romantica, ma siamo una grande famiglia. In zona ci conosciamo tutti. Se sappiamo che qualcuno  chiude più tardi ci infiliamo subito da lui”.
Cosa ne pensate dell’attuale fase del settore della birra artigianale?
Matteo: “Ci sono troppi birrifici. Anche per noi, che siamo appassionati e cerchiamo di informarci, sono veramente tanti, ma solo uno su dieci  è veramente valido. Molti sono improvvisati. Mi sembra si stia un po’ esagerando. Ci sono molti birrai e commerciali di birrifici che ci scrivono  e ci vogliono portare le birre, ma pochi hanno proposte davvero valide”.
Andrea: “Concordo. Ci sono tanti birrifici e troppi onestamente di bassa qualità. Guarda, alcune volte ci hanno portato  anche birre impresentabili”.
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Dopo la ‘sbornia’ da Ipa, state iniziando a vedere anche voi un ritorno agli stili classici?
Andrea: “Sì, sembra si stia andando in questa direzione”.
Matteo: “Una volta, prima dell’avvento delle Ipa dominavano le due scuole classiche, ossia Belgio e Germania. Negli  ultimi anni invece hanno dominato le Ipa, in tutte le varianti. Però, devo dire, che stiamo assistendo anche ad un ritorno verso cose più “ semplici”. L’Inghilterra invece non è mai andata particolarmente, anche se c’è una nicchia che gradisce bitter e stout e sa che, avendo 5 pompe inglesi, può sempre trovare qualcosa di interessante da noi”.
 
Dopo la lunga chiacchierata con Andrea e Matteo è stato il turno di Sergio, attuale proprietario del locale, che si dice soddisfatto di questa  sua nuova avventura.  “Sono molto soddisfatto; abbiamo sempre più pubblico che ci apprezza. In particolare, viene apprezzata  l’impostazione del locale, gli eventi e ovviamente anche i birrifici con cui lavoriamo.  Puntiamo a diventare un punto di riferimento  per il Sud di Milano”, ci spiega Sergio.
“Vogliamo avere sempre più birrifici italiani e inserire anche gli esteri. Per ora infatti lavoriamo  solamente con birrifici italiani: principalmente lombardi e veneti, ma presto avremo anche birrifici da più  lontano “,  prosegue ancora Sergio, che sottolinea anche come le prospettive per il settore restano positive. “La birra artigianale può crescere  ancora. La fetta di consumo è ancora bassa, ma a mio avviso dovrebbe esserci più collaborazione  tra gli stessi birrifici e tra  birrifici e distributori. Il trend è destinato a crescere, magari non come gli anni passati ma le premesse ci sono tutte. Sempre persone nuove  si avvicinano alla birra artigianale. Notiamo un cliente sempre più curioso e attento alle novità .
Io da sempre sono un bevitore di birra. Ho sempre seguito locali dal punto di vista finanziario e immobiliare, mai in gestione  diretta. Ho avuto la possibilità di subentrare nella proprietà di questa locale e non mi sono pentito. Sono molto contento”, conclude Sergio.

 

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