Numero 47/2019

19 Novembre 2019

Collezionismo birrario: intervista a Fabio Villa!

Collezionismo birrario: intervista a Fabio Villa!

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Ricercare con dovizia, studiare con passione, meticolosamente catalogare, scambiare con amicizia e professionalità… questi sono solo alcuni degli aspetti del collezionismo birrario. Se è vero che da sempre l’uomo ha annoverato tra i propri hobby quello del collezionismo,l’attenzione che si è riversata sull’oggettistica del settore brassicolo ha trovato nuovo slancio e vigore proprio con l’avvento del movimento della birra artigianale. Non solo, proprio la nascita di moltissimi nuovi birrifici, la diffusione nel nostro Paese di birre provenienti da tutto il globo, nonché la riscoperta dei vecchi marchi nazionali e non sono stati il volano per l’incremento della varietà di elementi collezionabili e per il ritorno in auge e sul mercato di pezzi spesso dimenticati in qualche cassetto o scantinato.

 

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A tutti gli appassionati di birra artigianale, sarà, almeno una volta capitato di imbattersi in qualche collezionista o di finire su qualche gruppo social dedicato: e così si scopre quanti particolari, spesso sottovalutati, sono invece presi in considerazione da chi della breweriana fa una vera e propria passione.
Per scoprire meglio i retroscena di questo hobby, abbiamo scambiato una bella chiacchierata con Fabio Villa, uno tra i collezionisti birrari più attivi in Italia e con una rete di condivisione e scambio ampia e ben consolidata, anche oltre i confini nazionali.

 

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Fabio, iniziamo dalla domanda più banale: perché collezioni articoli legati alla birra? Come è nata la tua passione? Collezioni anche altri oggetti?

La storia della mia collezione di sottobicchieri inizia alla fine degli anni ’80 quando sedicenne ho iniziato a frequentare le birrerie della mia zona e raccoglievo i cartoncini delle birre assaggiate, per la maggior parte inglesi e belghe.
Sul finire degli anni ’90 ho messo in collezione i primi sottobicchieri di microbirrifici , Birrificio Italiano, La Fabbrica e Lambrate.
Da allora la collezione e’ aumentata fino ad arrivare ai 40000 pezzi attuali di 194 nazioni del mondo.
Negli ultimi anni con l’incremento esponenziale dei microbirrifici italiani ho deciso di dedicare la mia collezione solo a questi ultimi.
Da un paio di anni collaboro attivamente con Il Barattolo, il club italiano dei collezionisti birrari, dove gestisco sul giornale cartaceo riservato ai soci la rubrica sui nuovi sottobicchieri stampati dai birrifici.
Per recuperare nuovi pezzi partecipo alla maggior parte degli eventi e festival birrari del nord Italia e nel tempo ho instaurato ottimi rapporti con collezionisti di altre regioni con cui attraverso scambi recupero i sottobicchieri mancanti.
A breve su facebook nel mio blog “Birrifici e Birrerie” iniziero’ a caricare foto di eventi a cui ho partecipato e dei birrifici che ho visitato in questi anni oltre ai pezzi della mia collezione.

 

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Ancora una curiosità molto personale: oltre alla passione per il collezionismo, sei anche appassionato degustatore di birra?

Visitando birrifici e conoscendo i birrai la semplice passione per la birra si e’ trasformata in una ricerca sulle tecniche di produzione e sulla degustazione dei vari stili , ho frequentato da poco il corso di primo livello di Unionbirrai.

 

Collezionare significa possedere buona padronanza della storia e dell’evoluzione del settore: come si articola la ricerca e la classificazione degli oggetti legati alla birra?

Oggigiorno la ricerca e’ legata soprattutto a internet e ai social network , facebook e instagram,dove un attento esame delle foto postate dai birrifici puo’ far scoprire nuovi pezzi da recuperare.
Anni fa le uniche possibilita’ erano i mercatini e le fiere antiquarie oltre ai raduni di collezionisti.
Per quanto riguarda classificazione ed archiviazione solitamente i pezzi vengono suddivisi per nazioni, regioni, citta’ e archiviati in appositi album o scatole fatte su misura.

 

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Moltissime sono gli articoli collezionabili nel settore brassicolo: dai medaglioni spina, alle etichette… e poi sottobicchieri, tappi, insegne, vassoi… quali sono gli elementi più gettonati in Italia? E quali i più rari e poco collezionati?

Tutti gli oggetti birrari sono collezionabili, direi che tappi e sottobicchieri sono i piu’ gettonati poi etichette, bicchieri e lattine. Insegne e vassoi sono articoli piu’ di nicchia.

Come fa, in genere, un collezionista a reperire gli elementi da collezionare? Esistono reti di scambio e collaborazione? Si può dire che esista un vero e proprio mercato collegato?

E’ assolutamente indispensabile avere una fitta rete di contatti sparsi in tutta Italia con cui scambiare pezzi per ampliare la propria collezione.
All’estero molti birrifici ,sui loro siti internet , hanno delle sezioni dedicate ai collezionisti dove mettono in vendita gli ultimi pezzi emessi.

 

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Interessante anche il rapporto con i mastri birrai artigiani del nostro Paese: trovate disponibilità e collaborazione o si tratta di due universi paralleli e separati?

Questo e’ sicuramente un tasto dolente, purtroppo il deplorevole comportamento di alcuni collezionisti mette in pessima luce tutta la categoria.
Personalmente avendo sempre tenuto un comportamento corretto e consapevole del fatto che la loro attivita’ e’ quella di vendere birra e non distribuire gadget, ho un ottimo rapporto con birrai e publican ed ormai conoscendoci succede sempre piu’ spesso che siano loro a segnalarmi le novita’ da loro pubblicate.
Ricordo la grande passione collezionistica degli anni Novanta per le schede telefoniche, oggi scomparso: ritieni che il collezionismo birrario sia un fenomeno passeggero o sopravviverà nel tempo?

Nel corso degli anni alcune tipologie di collezionabili hanno perso estimatori ma altre hanno visto il loro numero aumentare, per questo motivo penso che il collezionismo birrario continuera’ ad avere i suoi appassionati.

 

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Infine, quali consigli daresti ad un collezionista neofita per affrontare in modo positivo e soddisfacente questa passione?

Come prima cosa andare ai raduni, dove e’ possibile conoscere altri collezionisti e attraverso scambi recuperare molti pezzi poi iniziare a girare per birrifici ed eventi birrari , indispensabile per avere dei sottobicchieri da scambiare.

 

Sicuramente  il collezionismo birrario è uno degli aspetti qualificati e qualificanti della cultura della birra: non a caso con lo sviluppo del fenomeno dei birrifici artigianali, anche la passione in tale settore del collezionismo è aumentato. Si tratta, quindi, di fenomeni che vanno a braccetto e che sono, forse, indissolubili e valorizzanti a vicenda.

 

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Massimo Prandi
Info autore

Massimo Prandi

Un Albese cresciuto tra i tini di fermentazione di vino, birra e… non solo! Sono enologo e tecnologo alimentare, più per vocazione che per professione. Amo lavorare nelle cantine e nei birrifici, sperimentare nuove possibilità, insegnare (ad oggi sono docente al corso biennale “Mastro birraio” di Torino e docente di area tecnica presso l’IIS Umberto Primo – la celeberrima Scuola Enologica di Alba) e comunicare con passione e rigore scientifico tutto ciò che riguarda il mio lavoro. Grazie ad un po’ di gavetta e qualche delusione nella divulgazione sul web, ma soprattutto alla comune passione e dedizione di tanti amici che amano la birra, ho gettato le basi per far nascere e crescere questo portale. Non posso descrivere quante soddisfazioni mi dona! Ma non solo, sono impegnato nell’avvio di un birrificio agricolo con produzione delle materie prime (cereali e luppoli) e trasformazione completamente a filiera aziendale (maltazione compresa): presto ne sentirete parlare!