Numero 14/2019

1 Aprile 2019

Una chiacchierata con Lino e Daniele, i “Monaci Vesuviani”

Una chiacchierata con Lino e Daniele, i “Monaci Vesuviani”

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Lino Parisi e Daniele Delle Donne, sono due amici di vecchia data e professionisti già affermati e realizzati nei loro rispettivi settori, quello medico ed informatico, e decidono di seguire la passione che li accomuna da oltre dieci anni: produrre birra.

Seguono un lungo apprendistato, effettuando corsi in tutta Italia e vengono supportati dall’esperienza e dalle attrezzature fornite da Antonio Merlo, Birraio Maltatore dal 1975, veterano della birrificazione e costruttore impianti di produzione birraria.

Così nasce l’avventura dei Monaci Vesuviani. Oggi siamo ospiti di Daniele, che ci ha concesso una lunga e piacevole chiacchierata.

 

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Daniele com’ è nata questa grande passione per la birra e quando vi è venuta la pazza idea di buttarvi in questo mondo in modo professionale? Raccontami la storia dei Monaci Vesuviani

Spesso durante i fine settimana liberi, andavamo in una piccola casa di campagna nel Cilento, ispirati dalla vista del mare e dal silenzio di un secolare uliveto per testare le nuove ricette. Abbiamo seguito lezioni sulla degustazione professionale di birra, ma anche le loro idee e competenze partecipando a “ Progetto Imprenditoriale Microbirrificio” e ad un master al centro di eccellenza per la ricerca sulla birra di Perugia.

È proprio durante un corso di degustazione  che veniamo soprannominati dai partecipanti che assaggiano una delle nostre produzioni, i MONACI, ricordando l’antica esperienza dei religiosi che per secoli hanno custodito e studiato i segreti della produzione birraria.

Vista la nostra provenienza campana in particolare dell’area Vesuviana e partenopea, qualcuno esclamò: “Monaci Vesuviani!”.

Così dopo più di dieci anni di lunga esperienza nel settore i monaci decidiamo di iniziare la produzione presso un impianto da cinquecento litri, e nel 2014 nasce la beer firm Monaci Vesuviani.

Il progetto dei monaci prevede la produzione di cinque birre, ispirate ai cinque elementi: fuoco, terra, metallo, acqua e legno.

Le birre sono da subito un successo e molte pizzerie gourmet e pub della Campania sposano i gusti e la qualità della birra dei monaci.

 

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Ho visto che avete più linee di birra , una base , una denominata Street’s Beer , infine il Progetto birra Partenopea. Come si differenziano le diverse linee di birra sul mercato, ce le racconti in breve?

 La golden sand è una Birra ad Alta Fermentazione, stile Belgian Strong Golden Ale, dal colore dorato e dalla schiuma densa e generosa, al naso regala profumi dolci, con una nota speziata e frizzante. Il gusto è pieno e morbido.

La Blaze è una Birra ad Alta Fermentazione si ispira alle ale inglesi, dal colore rosso rubino e dalla schiuma generosa, e’ un vero incendio di aromi e sapori..

L’Arrow, una doppelbock in stile tedesco a bassa fermentazione, una birra speciale, di carattere e per questo legata al metallo, molto apprezzata dai degustatori, ha un gusto maltato deciso e molto particolare, unica nel suo genere viste anche le sfumature fruttate di prugna e liquirizia, aggiunta in bollitura.

Questa birra è da gustare con calma, anche di fronte ad un camino acceso, assaporando un po’ di cioccolato fondente e leggendo un libro.

La Stream è una birra molto semplice e per questo l’abbiamo legata all’acqua elemento fondamentale per la birra, è a bassa fermentazione in stile pilsner, la più semplice ma anche tra le più delicate e difficili da conservare.

La Bark a breve in uscita sarà una scottish ale, legata all’elemento del legno e quindi alla peculiarità del lievito e del processo di lavorazione ispirato ad elementi storici e tradizionali

Nasce l’esigenza di creare una nuova linea: le street beer, birre per un consumo veloce e immediato, in piedi o seduti o anche mentre si sta passeggiando e Il formato 33 cl permette all’utente finale di bere un prodotto artigianale di alta qualità ad un prezzo contenuto.

Sono tre:

La Belgian, birra ad alta fermentazione in stile Belga, dal tipico colore paglierino carico, si presenta con una schiuma bianca e pannosa e offre dolci profumi esotici e speziati, il suo gusto è pieno, ricco di note fresche, frizzanti e aromatiche.

La Dark Birra ad alta fermentazione in stile belga, il suo colore è mogano carico, la sua schiuma è fine ed invitante, al naso regala note complesse di maltato, tostato e sfumature alcoliche, il gusto è potente ed equilibrato, grazie ai sette diversi 7 malti speciali che la strutturano.

La Ipa Birra ad alta fermentazione, in stile Indian Pale Ale con luppoli Americani, dal colore ambrato chiaro, con schiuma generosa, al naso l’aroma è esotico floreale e resinoso, i luppoli la fanno da padroni anche sul gusto, che comunque lascia spazio ai malti e ad un amaro delicato.

Infine la Partenopea, è una blanche, una birra semplice e di gusto, fresca, leggera e dissetante, è una birra a tutto campo che abbiamo più volte studiata, corretta e perfezionata per far sì che fosse una birra “popolare” apprezzata cioè da tutti nella nostra città ma anche all’estero.

La partenopea è  legata al territorio di origine dei monaci, la storica e famosa città di Napoli, ma anche per il carattere del suo gusto fresco e coinvolgente.

Il futuro di questa birra è quello di essere prodotta non solo con l’acqua o i luppoli del vesuvio, a Napoli , da napoletani, come attualmente si cerca di fare ma di realizzarla interamente ed esclusivamente con malti e aromi delle nostre terre.

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Come vedi il movimento brassicolo degli ultimi anni nel sud Italia oltre che nel resto della penisola?

Negli ultimi vent’anni la birra artigianale italiana ha già conquistato una posizione di rilievo nel panorama birrario mondiale e il sud Italia che rispetto al centro nord ha cominciato qualche anno più tardi la sua esperienza di produzione brassicola, ora sta facendo sentire in maniera importante il suo contributo in termini di qualità e competitività sul mercato italiano ed internazionale.

La birra artigianale nel meridione si identifica, tra le altre cose, come un movimento attento alle colture locali e ai prodotti tipici di ogni specifico territorio. La Campania, una delle locomotive traino del sud, possiede strutture produttive che spaziano dalla penisola sorrentina all’entroterra beneventano, condividendo stili brassicoli in ogni caso attenti ad evidenziare le particolari interpretazioni di ogni produttore. La regione pugliese è ricca di inventiva

e creatività, così come le realtà calabresi e siciliane che in poco tempo sono

diventate sede di importanti e conosciute imprese dotate di elevata tecnica e senso dell’innovazione.

In Basilicata la più grande malteria italiana ha sicuramente costituito uno dei propulsori dell’imprenditoria birraia lucana.

Senza dimenticare che la prima pioneristica esperienza di un birrificio nel nostro paese, ha avuto luogo proprio in Campania, nel Beneventano.

I birrifici presenti al Sud e nelle Isole sono circa 150 ma la vera esplosione di crescita è dei beer firm come il nostro, un vero esercito di appassionati del settore che si dedicano con cura allo sviluppo delle loro personali ricette ed interpretazioni e collaborando in maniera simbiotica con i birrifici, migliorandone anche la qualità e l’esperienza.

Oggi non c’è più solo una caratterizzazione dei prodotti per un legame con elementi del territorio o con la sede di produzione, ma la direzione che si comincia a delineare è quella della creatività, competitività sul mercato e qualità delle produzioni.

 

 

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Infine due domande che amo spesso fare e che piacciono tanto ai nostri lettori, la Vostra birra preferita e qual è per ognuno di Voi il locale o luogo birraio che più vi sta a cuore.

 Il nostro locale del cuore è il “The Publican Pub” di somma Vesuviana, al quale siamo legati sin dall’esordio.

I proprietari di questo locale a conduzione familiare, arredato e curato nei dettagli in vero stile inglese, ci hanno conosciuti molti anni fa ad un corso di degustazione professionale di birra, quando ancora non esisteva né la nostra azienda né il loro pub.

Loredana e Pasquale con i loro figli, si dedicano da circa 5 anni a ricercare la qualità dei prodotti per il loro locale e innamorati delle nostre produzioni, ci hanno inserito nel loro menù e consigliano abbinamenti dei loro nuovi piatti e panini con le nostre produzioni.

Per quanto la birra che abbiamo più a cuore è l’Arrow, una doppelbock in stile tedesco a bassa fermentazione, una birra speciale molto apprezzata dai degustatori, ha un gusto maltato deciso e molto particolare, unica nel suo genere viste anche le sfumature fruttate di prugna e liquirizia, percettibili sia nell’aroma che nel retrogusto finale.

Di questa particolare produzione possiamo dire che nelle nostre sperimentazioni ci siamo spinti a ricavarne una eisbock, una birra molto rara che si ottiene dalla doppelbock di base che viene portata a meno 20 gradi sotto zero, una parte di acqua contenuta nella birra diventa ghiaccio, viene poi eliminata meccanicamente e la restante parte concentra al centro, per un processo di distillazione a freddo, viene imbottigliata ottenendo così una nuova birra con un intensità di gusto ed un grado alcolico ancora più elevati.

 

Si ringraziano i Monaci Lino e Daniele per gli assaggi e la disponibilità. Maggiori informazioni: www.monacivesuviani.it

 

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Christian Schiavetti
Info autore

Christian Schiavetti

Classe 1986, originario di Lecco, città che amo in tutto, dal suo lago alle sue magnifiche montagne.

Ho iniziato presto ad appassionarmi al mondo della birra, grazie ad un amico più grande, che mi regalava i primi sottobicchieri, e mi innamorai poi della collezione di birre del fratello. Iniziai poi io stesso a collezionarle. Oggi ne conto circa 1000 – 1100, oltre a bicchieri e altro.

Un’osteria in paese e le prime birre belghe, Kasteel, Kwack, Delirium, Chouffe, le prime trappiste , la Gouden Draak e le prime Baladin, fu amore. Presa la patente, la mia “ scuola” è stata l’Abbazia di Caprino Bergamasco del grande Michele Galati.

I primi viaggi ho iniziato a farli nel 2010, in Belgio per una settimana e li mi innamorai del Lambic; non ho più smesso di viaggiare: Belgio, Franconia, Baviera, Austria, Irlanda, Francia del nord e ovviamente Italia.

Navigo e leggo spesso sul web riguardo questo mondo, dal 2011 faccio birra in casa. Dopo i kit, grazie a un corso MOBI e a due giorni con Pietro del Carrobiolo, sono passato a all grain con buoni risultati.

Come detto, amo viaggiare appena posso e la birra non manca mai, da singoli eventi a locali famosi, dai piccoli birrifici a ben più lunghi beer tour che mi auto-programmo.

Amo le birre luppolate, e quelle parecchio alcoliche, che spesso dimentico in cantina per anni.

Da gennaio 2015 è nato quasi per gioco il mio blog, BIRREBEVUTE365 , supportato dalla mia pagina facebook, dove scrivo singole recensioni di birra, oltre ai miei viaggi e alle partecipazioni a fiere ed sagre, oltre ad un calendario eventi sempre aggiornato.

In futuro vorrei, visto che tra gli amici c’e già chi lavora in questo campo, poter fare della birra un lavoro dalla beer firm al birrificio, o un beer shop, o perchè no scrivere e viaggiare per la birra!!

Potete visitare anche il mio blog: www.birrebevute365.blogspot.it