Numero 13/2016

2 Aprile 2016

La morte ha il gusto del luppolo: diciannovesimo capitolo

La morte ha il gusto del luppolo: diciannovesimo capitolo

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«Bene, mio caro Abate… mi sembra giunto il momento che mi parliate degli omicidi».

Alberico faceva di tutto per trattenere la collera che lo stava permeando in tutto il suo essere.

A stento riusciva nella sua impresa anche se, a volte, pronunciava delle sillabe in modo più acuto, quasi come se il suo cervello dovesse sfogare poco a poco la tensione ed il ribrezzo accumulati durante il dialogo.

«Tutto andava per il meglio, come dicevamo. Se non fosse che oltre al conte, nella rete di McOwen era caduto anche il defunto arcivescovo di New Castle».

«Non ci posso credere…»

«Avete capito, adesso, la complessità della situazione generatasi?»

«E McOwen aveva a disposizione tutto quel denaro?»

«Quando si è l’erede di una dinastia di strozzini che risale fin al proprio trisavolo… credo che la quantità di danaro a propria disposizione sia molto elevata, non credete?»

«Senza dubbio alcuno… continuate!»

«L’arcivescovado di New Castle è quello che, tra l’atro, ha competenza per queste terre…»

«Ed ecco spiegata l’intoccabilità di McOwen! Tiene sotto scacco sia la nobiltà locale, sia la Chiesa! Oh, Signore! Ora voglio sapere tutto sugli omicidi!»

«Beh, con la morte del vecchio Arcivescovo, quattro mesi fa, McOwen si è affrettato a reclamare quanto dovuto dal Vescovado. Ma le sue pretese non hanno avuto risposta a lui gradita nelle parole del nuovo Arcivescovo».

«Continuate! Non mi dovevate parlare degli omicidi?»

«Lo sto facendo. Tenete a mente questo particolare sulla reticenza del nuovo capo della Chiesa di New Castle».

«Come potrei dimenticarlo? È l’unico appiglio che ho per trarre in arresto quel cane di McOwen!»

«Non credo proprio…»

«Come?»

«Ancora qualche minuto e vi sarà tutto più chiaro…»

«Avanti, allora!»

«Il primo omicidio che si è verificato qui, a Bullhornes Town sapete essere quello di Malcom…»

«Esattamente».

«Sbagiato!»

«Come dite?»

«La prima vittima di questa carneficina fu un uomo, tale Singhrid Shale… Un mastro birraio la cui famiglia era originaria della Norvegia… e lì producono una birra deliziosa ed estremamente alcolica. Molto gradita a McOwen».

«Che cosa è successo?»

«Singhrid si è rifiutato di cedere al ricatto di Frank. Il birraio era intenzionato a sporgere denuncia del ricatto a cui era sottoposto al nuovo Arcivescovo».

«E come faceva, un povero birraio, a sapere che il nuovo Arcivescovo si era apertamente schierato contro McOwen?»

«E’ presto detto: il Santo Patrono di Remisville è San Girolamo da Napoli. La ricorrenza annuale è il ventisei di febbraio. Il nuovo Arcivescovo ha sempre adorato San Girolamo. Ha sempre detto, sin dal giorno del proprio insediamento, che la sua Vocazione nacque quando, da giovane, fece un voto a Dio chiedendo che la sua amata sorella non morisse di parto. La situazione della partoriente e dell’infante pareva disperata dopo quasi sei ore di travaglio. Era proprio il ventisei giugno di diciannove anni fa. Il giovane che sarebbe poi divenuto Arcivescovo, pregava nella chiesetta di Great Hall, il suo villaggio di origine. Un uomo, all’improvviso gli mise una mano sulla spalla, interrompendo la sua preghiera e gli chiese per cosa stesse pregando così intensamente. Il giovane gli spiegò la situazione e l’uomo gli chiese, allora, che cosa sarebbe stato disposto a fare per far sì che la sorella ed il bambino si salvassero. Lui, prontamente, giurò che avrebbe preso i Voti per servire al meglio il Signore. L’uomo, allora, gli disse testuali parole: “Come disse Nostro Signore Gesù Cristo: và, la tua Fede ti ha salvato. Ed in verità ha salvato anche tua sorella e tuo nipote. Tanti bambini allieteranno la vita della casa di tua sorella. Coraggio, vai ad abbracciare i tuoi cari!” . Incredulo lui si alzò e fece per uscire dalla cappella. Voltandosi per ringraziare l’uomo delle belle parole, non lo vide più. Era come scomparso nel nulla. Era San Girolamo, lui stesso lo scoprì guardando un affresco, qualche giorno dopo in Seminario. La sorella e il nipote erano sopravvissuti e lui aveva onorato il suo Voto a Dio. Prima che mi chiediate come faccio a sapere questa storia, vi dico che in ogni villaggio, paesino e città  del  Vescovado, un araldo l’ha narrata per tre giorni dopo l’insediamento dell’Arcivescovo, su suo espresso ordine. Tutti ne sono a conoscenza, in queste terre! Dico il vero!»

«Bene, veniamo al punto: come ha fatto il Norvegese a sapere dell’astio tra l’Arcivescovo e McOwen?»

«Anche Singhrid viveva a Remisville, il villaggio di Malcom. Ed il giorno delle celebrazioni in onore di San Girolamo, l’officiante fu proprio l’Arcivescovo. È suo desiderio officiare personalmente la cerimonia annuale in onore di quel Santo a cui deve tutto. Ovviamente, essendo Remisville poco distante da Bullhornes Town, vista la presenza dell’alto prelato, tutti i cittadini si recarono a rendere omaggio al Santo ed all’autorità. Le prime file dei banchi della chiesa, allestita a festa per l’occasione, furono riservati ai ricchi ed ai nobili. Tra cui McOwen, che aveva già avanzato le sue pretese da strozzino. L’Arcivescovo diete l’ostia a tutti i nobili assisi sui banchi riservati… a tuttti, tranne a McOwen, che fu saltato a piè pari. Un simile gesto non fu certo innocente, ma un vero sgarbo che tutti, perfino i ciechi, colsero! Vi era, finalmente, qualcuno che si schierava apertamente e pubblicamente contro allo strozzino!»

«E questo gesto diede la forza al Norvegese per ribellarsi, sicuro che l’Arcivescovo avrebbe ascoltato le sue parole ed avrebbe tratto in arresto McOwen, anche se nobile!»

«E questo, McOwen non poteva tollerarlo, immagino…»

«Esatto! La morte del Norvegese fu… come dire… fu ciò che spronò i produttori locali a cedere! Singhrid fu l’esempio di ciò che accade a chi si mette contro a Frank e a McOwen».

«Quindi Frank ha ucciso il Norvegese, per primo?»

«Frank ha molti difetti, senza dubbio! Ma non è un assassino. Fu Malcom ad uccidere Singhrid. Lo strozzò alle spalle con la corda benedetta che usiamo per cingere il saio ai nostri fianchi! Lui è stato un demonio, la blasfemia fatta persona! E per far capire a tutti i mastri birrai che quell’omicidio era stato eseguito come monito per tutti loro, riempì la bocca della sua vittima con del luppolo».

«Ora comincia ad avere un senso… ma se Malcom era l’assassino, chi ha ucciso Malcom?»

L’Abate titubò…

«Forza, andavate così bene!»

«SONO STATO IO, VA BENE?» urlò.

«Voi? Ma come… cosa…»

«Sì, lo confesso… sono stato io ad uccidere Malcom. Ho saputo di tutti questi traffici e delle malversazioni dopo che sorpresi Malcom e Frank, nella cella di Malcom, a parlare di come il primo avesse assassinato il Birraio e di come, successivamente, avesse trasportato il corpo nella piazza centrale di Bullhornes Town, come monito per tutti. Non ci ho visto più! Potevo sopportare che i soldi usati per riparare il convento fossero derivanti dallo strozzo, potevo sopportare che delle povere persone fossero costrette a cedere al ricatto di McOwen, potevo sopportare che Malcom se ne infischiasse dei nostri voti e dei nostri obblighi… ma uccidere sotto questo tetto, nella casa di Dio un Cristiano, e per giunta con i nostri abiti Santi… questo no, era intollerabile!»

«Ah, allora avete pensato bene di uccidere a vostra volta? Geniale, oserei dire! E, di grazia, come avete fatto ad uccidere un uomo grande e grosso, voi, povero vegliardo? »

«Ho aggiunto un’erba alla tisana che beviamo la sera, quella di camomilla che avete assaggiato anche voi. Questa erba concilia il sonno e, se usata in dosi più elevate, è un vero e proprio sonnifero. Drogai, così, la tisana di tutti, in modo che nessuno potesse sentirmi e perché la mia vittima non si svegliasse. La soffocai con lo stesso metodo con il quale quel porco aveva maledetto i sacri abiti! E poi, per sviare i sospetti, gli spinsi in gola il luppolo».

«Signore Onnipotente… immagino, però, che a McOwen la cosa non sia andata giù, vero?»

«Sì. Lui pensò che la morte di Malcom fosse stata architettata dall’Arcivescovo e non orchestrata da me. Me lo confidò il giorno prima che giungeste voi… voleva capire che cosa fosse accaduto nella sua fabbrica di birra. Non perse, naturalmente, l’occasione per minacciarmi e garantirmi che sarei trapassato anche io se solo avessi provato ad avvisare l’Arcivescovo delle sue intenzioni…»

«E quali erano?»

«Voleva mandare un chiaro messaggio a New Castle… avrebbe ucciso il nipote dell’Arcivescovo, proprio lo stesso nipote nato grazie a San Girolamo!»

«Suo… nipote? Non mi direte che…»

«Sì, Frà Samuel, il ragazzo che per primo scoprì il corpo di Malcom, era il nipote dell’Arcivescovo. Suo zio voleva che facesse il novizio qui da noi, per trovare quella spiritualità che tanto manca in una grande città come New Castle e, prima di prendere i voti, sarebbe tornato nella sede vescovile per imparare dallo zio, divenendo, nel frattempo, prete».

«Ma… come mai non si è presentato qui, l’Arcivescovo intendo, una volta venuto a conoscenza della morte del nipote prediletto?»

«Secondo voi? La famiglia della sorella è numerosa e McOwen ha tanti sicari al suo soldo. Prima di tutto doveva proteggere la sua famiglia. Inoltre… cosa credete che penserebbe la popolazione, dal nobile al senza tetto, se scoprisse che il “figlio del Miracolo di San Girolamo” è stato barbaramente ucciso? La credibilità della Chiesa e dei Miracoli va preservata a qualunque costo! Non credo che voi non siate conscio di tale regola che esiste ormai da mille e più anni! Sbaglio?»

«Oh, Signore!»

«Il messaggio è dunque giunto… anche se ad orecchie sbagliate; quelle dell’Arcivescovo».

«E quindi, ora, anche l’Arcivescovo teme McOwen».

«L’Arcivescovo odia McOwen… ma è anche, giustamente, terrorizzato da lui».

 

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Alessio Lilliu
Info autore

Alessio Lilliu

Sono nato a Cuneo, ridente capoluogo di provincia piemontese.
Ho sempre amato la Natura e, seguendo questo amore, ho frequentato l’Istituto Tecnico Agrario ed ho proseguito i miei studi conseguendo, nel 2012, la Laurea Magistrale in Scienze e Tecnologie Alimentari a pieni voti.
Ho sempre adorato la cultura in ogni sua forma, ma ho sempre odiato gli stereotipi.
In particolare lo stereotipo che ho sempre rigettato è quello che riguarda la relazione tra “persone studiose” e “persone fisicamente poco attraenti”. Per ovviare a tale bruttissimo stereotipo all’età di 11 anni cominciai a praticare Judo e ad oggi sono cintura nera ed allenatore di questa disciplina marziale.

Dal 2010 gestisco un’attività commerciale, l’Edicola della Stazione Ferroviaria di Cuneo.
Ho ricoperto nel 2011 anche il ruolo di Vice-Responsabile della qualità all’ingresso in un macello del cuneese e, una volta terminato il mio percorso di studi, nel 2012 per l’appunto, ho deciso di rendere il settore alimentare parte ancor più integrante della mia vita. Creai la Kwattzero, azienda di cui sono socio e che si occupa di prodotti disidratati a freddo e di produzione di confetture ipocaloriche, ricavate tramite un processo brevettato di mia invenzione e di mia esclusiva proprietà. Obiettivo finale della ditta è quello di arrivare a produrre i propri prodotti con un consumo energetico pari a zero tramite l’installazione di fonti di energia rinnovabile, per esempio pannelli fotovoltaici.

Per quanto riguarda la mia passione per la scrittura, nacque in tenera età ed in particolare attorno ai sette anni, quando rubavo di nascosto la macchina da scrivere di mio padre, una vecchia Olivetti, per potermi sbizzarrire a sognare e fantasticare su terre lontane e fantastici eroi.

La mia passione per la scrittura venne ricompensata nel 2010 quando pubblicai il mio primo romanzo, “Le cronache dell’Ingaan”. La mia produzione letteraria prosegue a tutt’oggi con nuovi romanzi.

Dal 2012 sono Presidente di Tecno.Food, associazione che riunisce i Laureati e gli Studenti delle Scienze alimentari in seno all’Università degli Studi di Torino.

La nuova ed affascinante sfida che sto cominciando ad affrontare con enciclopediadellabirra.it mi permette di unire due mie grandi passioni: la scrittura e la birra!

Adoro sperimentare sempre nuove cose e nuovi gusti e questa è un’occasione davvero unica.