21 Febbraio 2014

La birra (forse) mantiene giovane il DNA!

La birra (forse) mantiene giovane il DNA!

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In copertina: Struttura di un cromosoma, in rosso i telomeri.

Notizia apparentemente fantascientifica, soprattutto per chi come me, oltre ad aver affrontato approfonditi studi nel settore alimentare, si occupa di biotecnologie: le bevande a moderato tenore alcolico, come la birra, contribuiscono al mantenimento  “in salute” dei cromosomi umani!
Secondo una recente ricerca, condotta da un team scientifico coordinato dal professor Martin Kupiec, esistono fattori ambientali, tra cui l’alimentazione, in grado di  regolare i processi di invecchiamento del materiale genetico delle cellule.
Tra gli “indici” dell’invecchiamento cellulare vi è  l’accorciamento o allungamento dei telomeri, ovvero  i frammenti finali dei cromosomi.

I cromosomi, in particolare, sono le sedi in cui è contenuto ed organizzato il codice genetico di ogni cellula (l’uomo, ad esempio, possiede 23 coppie di cromosomi), ovvero l’insieme delle istruzioni funzionali, strutturali ed ereditarie dell’organismo.  Quando una cellula va incontro al fenomeno di duplicazione  per generare una nuova cellula figlia (ai fini di supportare la crescita dell’organismo, lo sviluppo di un nuovo tessuto, il ricambio delle cellule vecchie), i cromosomi vengono copiati, ma i telomeri subiscono un progressivo raccorciamento. Raggiunta una soglia minima di lunghezza, però,   la cellula non risulta più vitale.

 

 

Struttura del codice genetico di una cellula.

Quindi, il raccorciamento dei telomeri  è indice di un processo di invecchiamento delle cellule che, a lungo andare, si traduce nell’invecchiamento dell’intero organismo e può determinare l’insorgere di malattie degenerative.
Le ricerche del professor Kupiec hanno indagato come alcuni fattori ambientali possano incidere in modo positivo o negativo sul processo di “invecchiamento” del DNA cellulare, studiando colture cellulari di lievito.

 

Colture cellulari in vitro.

Si è così potuto verificare che l’esposizione delle cellule a una concentrazione  di etanolo del 5-7%, simile a quella di una birra, ha consentito l’allungamento dei telomeri.
Questa ricerca, nonostante l’evidenza scientifica dimostrata dalla sperimentazione, non può essere applicata direttamente all’uomo: le cellule del lievito e quelle dell’uomo sono, infatti, molto differenti e le condizioni di coltivazione in vitro non rispecchiano la struttura di un organismo pluricellulare complesso come quello umano.

 

Le ricerche sul DNA possono avere potenzialità enormi nella prevenzione dell’invecchiamento.

 

Saranno necessari, quindi,  ulteriori approfondimenti per verificare se l’assunzione di moderate dosi di bevande alcoliche possano effettivamente contribuire a prevenire i fenomeni di alterazione del DNA.
In ogni caso, le ricerche mediche condotte nel lungo periodo sul consumo di birra e vino evidenziano un ruolo positivo di queste bevande sulla salute umana, purché si mantenga sempre uno stile morigerato e responsabile di assunzione!

 

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Massimo Prandi
Info autore

Massimo Prandi

Un Albese cresciuto tra i tini di fermentazione di vino, birra e… non solo! Sono enologo e tecnologo alimentare, più per vocazione che per professione. Amo lavorare nelle cantine e nei birrifici, sperimentare nuove possibilità, insegnare (ad oggi sono docente al corso biennale “Mastro birraio” di Torino e docente di area tecnica presso l’IIS Umberto Primo – la celeberrima Scuola Enologica di Alba) e comunicare con passione e rigore scientifico tutto ciò che riguarda il mio lavoro. Grazie ad un po’ di gavetta e qualche delusione nella divulgazione sul web, ma soprattutto alla comune passione e dedizione di tanti amici che amano la birra, ho gettato le basi per far nascere e crescere questo portale. Non posso descrivere quante soddisfazioni mi dona! Ma non solo, sono impegnato nell’avvio di un birrificio agricolo con produzione delle materie prime (cereali e luppoli) e trasformazione completamente a filiera aziendale (maltazione compresa): presto ne sentirete parlare!