Numero 42/2018

15 Ottobre 2018

L’Autunno delle birre

L’Autunno delle birre

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Chiariamo subito un punto: non c’è nulla di metaforico nel titolo di questo articolo, non ci si riferisce a scenari di malinconico declino del comparto birrario o di preoccupante calo di interesse del pubblico nei confronti delle produzioni brassicole in generale; il titolo in questione và di contro letto in senso letterale, dunque considerando l’autunno semplicemente quale dura e pura stagione dell’anno, ormai alle nostre porte.

E se nell’immaginario collettivo (almeno di quello un po’ più bonariamente qualunquista) è l’estate la stagione in cui si può apprezzare meglio una birra, magari sotto forma di “bionda e ghiacciata” bevanda da portare anche sotto l’ombrellone (e perché no, in un’invitantissima bottiglia di vetro trasparente), l’autunno con la sua aria dalle note sempre più fresche e pungenti, coi suoi colori crepuscolari, con il sole sempre più sfuggente, si presta a bevute particolari, in sintonia con il suo particolare mood oscillante tra pacata malinconia e oziosa riflessione.

 

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Chi ama la birra e il suo mondo, sa bene che l’autunno fa rima anche con l’accogliente calore dei pub, con le sue atmosfere soffuse e rarefatte e parimenti con le chiassose serate in compagnia dei fedelissimi compagni di bevuta, sotto lo sguardo vigile e familiare del publican di fiducia, seduti al bancone a pochi centimetri dalle spine o su panche imbottite e sgualcite di fronte a tavoli di legno rigato dal tempo e dagli avventori, mentre fuori piove e il caldo è ormai solo un lontano ricordo.

Ebbene in questo affresco romantico e appagante che ci prospetta la stagione autunnale si possono incastrare perfettamente alcuni particolari stili di birra, alcuni molto in voga, altri meno battuti, al fine di dar vita a quelli che potremmo definire dei veri e propri abbinamenti “birra-stagione dell’anno”.

Di seguito, quindi, una piccola e certamente non esaustiva lista di birre dall’animo prettamente “autunnale”, pronte a scaldare le lunghe serate che ci separano dalle scintillanti atmosfere natalizie.

 

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Scottish Ale: la variante “light” delle Scotch, queste ultime più adatte ai freddi dell’inverno, rappresenta uno stile non molto gettonato nel marasma della produzione artigianale degli ultimi anni, eppure, una bella Export può essere certamente considerata una compagna ideale per le serate autunnali, col suo tasso alcolico che riscalda in maniera solo moderata e i suoi aromi e sapori tipicamente maltati e mai eccessivi. Il leggero tostato rende solo leggermente più complessa la bevuta mentre le tracce di torbato o di affumicato di alcuni esempi (viste malissimo tra l’altro dai puristi dello stile) richiamano l’odore acre e familiare dei primi comignoli accesi delle piccole cittadine e dei borghi rurali.

Brown/Mild Ale: anche se questi due stili non sono tecnicamente la stessa cosa, hanno più tratti in comune che differenze. Il loro colore generalmente ambrato carico ricorda i rami ancora coperti di foglie ormai secche degli alberi ottobrini, mentre il sapore maltato con decise virate verso il caramellato riempie la bocca di placida dolcezza e, perché no, chiama ad accompagnarle corposi piatti a base di carne, accantonati per ovvie ragioni durante la stagione calda.

 

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Oatmeal Stout: quando le temperature iniziano ad abbassarsi, tendenzialmente si alzano i gradi Lovibond nelle pinte dei frequentatori dei pub. Difficile stabilire quale tra le mille sfumature di Stout o Porter si addica meglio all’avvicinarsi dei grandi freddi: tra tutte, la Stout fatta con l’avena sembra poter avere dalla sua ottime ragioni, grazie al suo essere dolce come gli ultimi soli di settembre, vellutata come l’aria di ottobre e al contempo profonda e impegnativa come le lunghe giornate di novembre. E poi ci si può sentire la nocciola: che c’è di più autunnale della nocciola?

Märzen/Oktoberfestbier: occorre anche spiegare il perché?

Rauchbier: chiudiamo questa breve rassegna con uno stile particolare, uno di quelli che lo si ama o lo si odia. Le perle affumicate tedesche derivano generalmente da stili preesistenti, quali märzen, bock o anche weizen, ai quali viene aggiunta una massiccia dose di malti affumicati che conferiscono note uniche a queste birre. Vale un po’ il discorso fatto per le Scottish: l’odore di fumo ci catapulta tra caminetti accesi e cupe foschie che avvolgono la strada di ritorno dalla locanda preferita. Oltre che a pancetta e scamorza. E aringhe e salmone. Ed è subito San Martino.

 

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Michele Femminella
Info autore

Michele Femminella

Classe 1986, campano della provincia di Salerno. Laureato in Giurisprudenza ed abilitato all’esercizio della professione forense, mi occupo soprattutto di Diritto e Sicurezza Alimentare.
L’amore per la birra mi ha portato a percorrere rotte disparate, e così sono stato prima semplice bevitore, poi degustatore, fino a dilettarmi come birraio di un piccolo birrificio per alcuni anni.
Oggi, oltre a continuare a bere l’adorata birra e a seguire con attenzione le vicende del suo affascinante mondo, scrivo per passione e per lavoro.